Grazie anche all’Intelligenza artificiale si stanno producendo videoclip anacronisti, ucronici, fantascientifici, distopici… E pure dall’aspetto surreale e alieno, quindi molto perturbanti
Non sappiamo se, nel vostro navigare – o peregrinare – in Rete vi siate imbattuti in alcuni particolarissimi canali YouTube. Il contenuto è costituito da brevi video (da poco più di un minuto a otto-nove al massimo), nei quali l’immaginazione degli autori va al di là di ogni precedente visionarietà.
Per di più, si tratta di produzioni ad alto e innovativo valore estetico, anche se, come vedremo, i risultati sono talora inquietanti, anzi, perturbanti. Tutto ciò anche grazie all’uso di sofisticati programmi e persino dell’Intelligenza artificiale (d’ora in avanti, IA).
Un viaggio alieno… Partiamo? Partiamo. Dal meno insolito – si fa per dire – al più singolare.
Il fantastico del presente spostato nei favolosi anni Cinquanta
La produzione meno inquietante, anzi gioiosa e intrisa di ironia, è quella che trasporta nei faboulus anni Cinquanta del secolo scorso l’ambientazione di film o serie tv abbastanza recenti di genere fantascientifico o fantasy. Si tratta di clip costituite da finti trailer che vanno da Dune a Il signore degli anelli, da Guerre stellari a Harry Potter.
Il godibilissimo gioco consiste nel fatto che personaggi, musica, abbigliamento, ambienti, stili, paesaggi urbani, strumenti, oggetti ecc. sono quelli dei ’1950’s. A cominciare dalla voce fuori campo, enfatica e retorica. Anche le armi sono raffigurate come le avrebbero pensate in quel periodo. Pertanto, immaginatevi Terminator trasposto (e descritto dallo speaker) come fosse un vecchio film di fantascienza del periodo d’oro dei film sui “marziani”. I colori sono quei pastelli, rosa confetto, azzurrino, verdino, della moda Usa di quegli anni. L’estetica femminile è sempre piacevolmente anacronistica: donne bellissime, seminude, pettorute, tanto fisicamente perfette e sexy da non poter esistere in natura. Gli uomini sono dei muscolosissimi fusti tutti d’un pezzo. Tutto molto “amerikano”. Per di più le immagini sono talmente iperrealiste che si vedono i pori della pelle…
Al contrario che nel genere steampunk, non sono le macchine fantastiche ipotizzate nel passato o il vecchio vestiario che magari finiscono in epoca moderna, ma le storie cinematografiche odierne di tipologia fantastica che vengono reinterpretate secondo i canoni degli anni Cinquanta statunitensi. I prodotti migliori di tali serie ci sembrano quelli realizzati dalla Warden Cinematics (leggi 1950’s Super Panavision 70, i trailer di ieri per i film di oggi). I video sono quasi interamente elaborati dall’IA. Non chiedeteci come, ma guardate il video dell’autore che lo spiega.
Anacronismi tra steampunk e retrofuturismo
Un altro genere è, appunto, quello steampunk, ovvero la rivisitazione della realtà di fine XIX Secolo, attraverso l’introduzione di tecnologie anacronistiche, le quali, però, s’immagina che si siano sviluppate al massimo secondo le aspirazioni e i progetti utopistici di scienziati e scrittori di quell’epoca (si pensi ad Arthur Conan Doyle, Herbert George Wells e Jules Verne).
Leggermente diverso è il retrofuturismo. Mentre la corrente steampunk fantastica su un passato non realizzato nel futuro, il retrofuturismo immagina il futuribile collocato nel passato.
Una serie di clip idilliaci retrofuturisti è quella del canale Retro Movie Rewind: un mondo ’1950’s di matrice Usa perfetto, ovattato, felice, nel quale città, case, automobili, treni, astronavi, elettrodomestici, bar e ristoranti e, quindi, le vite umane, sono quanto di meglio (e ottimistico) – e, ovviamente, irrealizzato – la fantasia di quegli anni poteva immaginare (Life in Retro Future World). Come sarebbe stato bello e felice per tutti se il mondo, la società e le tecnologie si fossero evoluti così!
Straordinari, mastodontici, mezzi di comunicazione immaginari e rigorosamente retrò che si muovono in mezzo a masse di persone felici, estasiate ed entusiaste, sono le protagoniste dei filmati, spesso in uno splendido bianco e nero, di SynthSaga: una dimensione ancora terreste, ma parallela. Melense, fiduciose, sdolcinate musiche d’epoca accompagnano i video di tali due canali.
Distopie dark dieselpunk
C’è però anche l’anacronismo dark e distopico: città esistenti (e quindi rivisitate) o del tutto fantastiche che somigliano molto alla Los Angeles di Blade runner di Ridley Scott o alla Dark City di Alex Proyas, con tecnologie e scenari urbani inediti e cupi investigatori alla Humphrey Bogart.
Sembra collocato negli Anni Trenta-Quaranta il mondo di Metropius: una città tetra popolata da strani e inquietanti personaggi con contorno di intrighi. Viene specificato che «Metropius is a dieselpunk sci fi animated crime drama series. The franchise will also include a comic series, board game and computer game».
Ecco un nuovo termine: dieselpunk. Ci è stato ostico cercare di capire in cosa il dieselpunk si distinguesse dal cyberpunk citato all’inizio di questo paragrafo.
Ma dove ci troviamo?
Tuttavia, il genere “estremo”, che fa venire i brividi è quello prodotto da visionari assoluti come Zythi Studio. In questo caso non si tratta di trailer o di rivisitazioni/trasposizioni di prodotti e fantasie del passato nel futuro o viceversa, ma della creazione del tutto originale di altri mondi.
Tenetevi forti. Nessun film di fantascienza che avete visto, nessun documentario su esopianeti e mondi alieni, ha neppure sfiorato quello che vi passa davanti, annichiliti dalla totale estraneità di immagini, scene, musiche, movimenti. Non si tratta di trailer o, comunque, filmati con un certo senso narrativo, ma della successione/accumulazione di brevissime e lente sequenze di pochi secondi, apparentemente staccate le une dalle altre. Paesaggi sabbiosi e desertici e cieli di pianeti di altri sistemi stellari, intensissimi colori impossibili, figure gigantesche, creature mostruose, donne in ampi, sontuosi abiti svolazzanti che si fronteggiano al rallentatore con immense e grottesche teste parlanti appoggiate sulla sabbia del terreno, enormi quanto bizzarri copricapi, volti meravigliati o attoniti, gestualità sconosciute, funzionari/ambasciatori di civiltà aliene, muti dialoghi improbabili, umanoidi, forse androidi, musiche inquietanti, a volte vere e proprie cacofonie.
Il mondo del perturbante
Su tutto aleggia qualcosa di misterioso, indefinito, esoterico, tragico, disumano, del tutto alieno. Sembra che qualcosa di drammatico, forse apocalittico, stia per avvenire, ma cosa? In realtà non succede (…né si capisce) alcunché. Tali creazioni danno i brividi perché raffigurano una realtà “altra”, un “altrove assoluto”, completamente estranea a ogni nostra possibile immaginazione, il cui senso ci sfugge. E nel quale prevale il bizzarro, il grottesco, lo straniante, un barocco rivisitato surrealisticamente.
Entriamo così nell’oscura categoria (e nel regno) di quello che Sigmund Freud ha definito perturbante. E si tratta sempre, rigorosamente, di AI generated short video.
Per brevi segnalazioni di veri e propri film dai risvolti anticonvenzionali e stranianti, si può leggere anche:
Bellissimi (e strani), degli anni Duemila, da (ri)vedere
Bellissimi (e strani) da (ri)vedere
Rino Tripodi
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)