Il breve saggio “Ucraina. L’altra verità” (Byoblu Edizioni) di Massimo Mazzucco riepiloga le cause della guerra in atto e la realtà dei fatti, al di là della versione conformista e allineata dei mass media di regime
Forse qualcuno sta cominciando a stufarsi del solito ritornello «C’è un aggressore e un aggredito» sciorinato da (presunti) opinionisti, esponenti politici, cattedratici e mass media allineati al Potere. Un ebete tormentone ripetuto monotonamente allorquando qualcuno pone domande o cerca di approfondire la questione della guerra russo-ucraina e di risalire alle cause vicine e lontane di un devastante e pericolosissimo conflitto armato.
E, soprattutto, di trovare una soluzione all’escalation già in atto e al rischio nucleare sempre più probabile (leggi pure la nostra recensione del saggio di Manlio Dinucci, La guerra. È in gioco la nostra vita).
Un conflitto dalle radici lontane
Dunque, chi non s’accontenta delle semplificazioni e delle superficialità imposte da Stati uniti e Unione europea e propagate acriticamente dal 90% del giornalismo cartaceo, in Rete, radiofonico e televisivo, può leggere o rileggere Ucraina. L’altra verità (Byoblu Edizioni, Milano 2022, pp. 96, € 16,00) di Massimo Mazzucco. Un agile volumetto, nato come instant book e pertanto pubblicato tre mesi dopo l’inizio (febbraio 2022) delle sciagurate operazioni belliche della Russia nei confronti dell’Ucraina. E sottolineiamo sciagurate per esprimere senza ambiguità la nostra assoluta condanna al riguardo.
La brutta notizia per chi non vuole affaticare troppo la propria mente è che quasi nessun fenomeno o accadimento è in bianco e nero, coi buoni tutti da una parte e i cattivi dall’altra. In dodici, chiari, capitoletti Mazzucco riepiloga la Storia antica e recente dei rapporti tra russi e ucraini, caratterizzati più da tensioni che da amicizia. Dall’accorpamento dell’Ucraina all’Unione sovietica (Urss) dopo la rivoluzione comunista (1917) all’Holodomor, ovvero lo sterminio per fame voluto da Stalin nel 1932-33 per “punire” i piccoli proprietari terrieri ucraini che si opponevano alla folle collettivizzazione di una delle terre agricole più estese e ricche del mondo.
I nazisti e il regalo dell’ucraino Chruščëv
La seconda guerra mondiale e l’avanzata della Germania nazista a est furono l’occasione per il nazionalismo ucraino di risollevare il capo, peraltro macchiandosi di terribili stermini di ebrei e polacchi (leader ed esecutori i nazisti ucraini Stepan Bandera e Mykola Lebed). Ma, forse, ciò che davvero sta alla base dell’attuale conflitto fu la decisione del 1954 dell’allora leader sovietico (di origini ucraine) Nikita Sergeevič Chruščëv, succeduto a Stalin, di annettere la Crimea all’Ucraina, anche se pur sempre nell’ambito dell’Urss.
Il resto del dramma si compie con la dissoluzione del gigante sovietico e la conseguente indipendenza di tutte le repubbliche che la costituivano (1989-1991): l’Ucraina si trova così a possedere la Crimea russa, oltre ai propri territori sudorientali abitati prevalentemente da russi e russofoni.
La politica di strangolamento statunitense
Nonostante le promesse verbali da parte degli Stati uniti che non vi sarebbe stata alcuna espansione della Nato, è sotto gli occhi di tutti la politica di accerchiamento della Russia post sovietica (dottrina Brzezinski). Oggi tutti gli Stati un tempo alleati (o sottomessi) dell’Urss europea, ma persino le ex repubbliche baltiche sovietiche del Vecchio continente non solo fanno parte dell’Unione europea, ma anche della Nato. A non essere inglobata nella Allenza atlantica, oltre alla Bielorussia, rimaneva solo l’Ucraina, che sarebbe dovuta essere una sorta di stato-cuscinetto.
C’è da aggiungere che la Nato doveva avere una funzione solo difensiva antisovietica e che, pertanto, si sarebbe dovuta sciogliere dopo la fine del blocco comunista del 1989 e la riunificazione tedesca.
Ormai siamo arrivati all’ultimo ventennio e non intendiamo togliere al lettore il piacere di leggere la narrazione dettagliata e chiara che Mazzucco compie degli avvenimenti nel loro drammatico succedersi: rivoluzioni arancione (2004), aspra contesa del Potere tra candidati alla presidenza ucraina filorussi o nazionalisti ucraini fino alla catastrofe del colpo di stato del 2013-14 eterodiretto dagli Usa (operazione TechCamp e Nulandgate). Il potere assoluto viene assunto da esponenti ultranazionalisti o nazisti veri e propri. Il loro programma è la nazificazione dell’Ucraina con persecuzione, ma anche pulizia etnica (strage di Odessa del 2 maggio 2014), dei filorussi o russofoni (morti non calcolati… diecimila?).
Dalla guerra civile alla guerra attuale
Intanto, nel marzo 2014, con un regolare e pacifico referendum, i cittadini della Crimea ratificano la loro adesione allo Stato russo. Contemporaneamente anche i cittadini del Donbass (Lugansk e Donetsk), appoggiati dalla Russia, indicono un referendum per dichiararsi indipendenti dall’Ucraina, ma l’invasione dei carri armati di Kiev e la cruenta repressione sono immediate.
Gli accordi di Minsk del 2014-2015, che avrebbero dovuto far concludere pacificamente la guerra civile con la concessione di uno statuto speciale per il Donbass, sono stati del tutto disattesi, per non dire calpestati, dai governi di Kiev.
Il resto è storia ancora più recente: l’elezione (2019) di Volodymyr Zelens’kyj, il riarmo dell’Ucraina da parte di Usa e Nato, le sirene occidentali per l’adesione dell’Ucraina a Ue e a Nato, la guerra aperta di Putin.
Una follia e una barbarie senza fine
E, ancora – aggiungiamo/aggiorniamo noi – sabotaggio di ogni ipotesi di accordo sotto l’egida di Turchia o altri, sanzioni economiche alla Russia che si rivelano un ottimo affare per gli Usa e un disastro per l’economia dei Paesi dell’Ue, dipendenti dalle forniture energetiche russe, l’invio di ancora più armi all’Ucraina, i reciproci massacri di popolazione civile, l’escalation, gli attacchi in territorio russo.
Una follia che sembra non volersi arrestare neanche di fronte al concreto rischio dell’annientamento reciproco e della fine della specie umana e della stessa vita sulla Terra…
E, concludendo da dove abbiamo iniziato, aggrediti e aggressori, prima il governo ucraino ha aggredito i russofoni e russofili nel proprio territorio, poi la Russia ha aggredito l’Ucraina, ora quest’ultima ha aggredito il Kursk… Come scriveva Bertolt Brecht, nelle guerre a pagare è sempre la povera gente. E le centinaia di aggressioni militari, economiche, politiche e spionistiche ingiustificate di Usa e Nato non contano… (leggi Come provocare una guerra facendo la vittima).
Rino Tripodi
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)