(H)AR(D)CORE – Potrebbe anche non essere moralmente condannabile accompagnarsi a prostitute (se non sapessimo che la maggior parte di loro è sfruttata dalle mafie e chi le paga finanzia farabutti e criminali vari)… però stiamo parlando di minorenni, per di più delinquenti e salvate dalla questura/galera con un intervento ad personam che avrebbe magari sottratto alla morte il povero Stefano Cucchi e tanti altri fermati e detenuti massacrati nelle carceri italiane. Tuttavia, anche ammettendo che in quel di (H)ar(d)core non sia stato commesso alcun reato penale, come si fa a pasteggiare e tenere festini con ragazzine di 17 anni? Un uomo di quasi sessanta anni più anziano cosa avrà da comunicare con loro? Non è imbarazzante? E, comunque, ragazze tutt’altro che di classe (altro che escort), vistose, volgari, forse neanche belle, assoldate da squallidi personaggi. Italiani, svegliatevi… Come fa un presidente del Consiglio a comportarsi come il più ignorante e panzuto degli industrialotti brianzoli? Lo si dovrebbe condannare prima per il cattivo gusto, poi per il codice penale. (r.t.)
OFFESI POLIZIOTTI E MAGISTRATI – Come può un Paese civile accettare ancora di essere governato da un uomo che aggredisce, offende e tradisce i poteri riconosciuti dalla Costituzione come quello giudiziario e mortifica gli uomini di Stato come quelli che indossano la divisa? Divise macchiate troppo spesso di un sangue versato per difendere l’Italia e che per il premier diventa un vestito di Carnevale. Ai magistrati attaccati in maniera violenta e scellerata, la cui “colpa grave” sarebbe, secondo l’uomo che li dovrebbe tutelare, quella di voler capire se una persona ha indotto delle donne a prostituirsi o ha fatto sesso con minori, commettendo così un reato. va tutta la nostra solidarietà umana e istituzionale. (Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia)
È UN INTERO POPOLO CHE SI PROSTITUISCE – L’italiano ha imparato a vendersi, lo fa sempre, in nome della propria sopravvivenza, della propria furbizia o della giusta ricompensa per i suoi sacrifici. L’italiano ha imparato a prostituirsi, ha elevato l’arte di giustificare questo comportamento e l’ha sublimata prima nella propria mente, poi nella società e infine nelle istituzioni. L’italiano ha ciò che si merita, impacchettato, infiocchettato e portato a casa. Chi non è d’accordo sarà comunque d’accordo, coattivamente perso nei meandri della demagogia partitica attuale, conquistato o sommessamente zittito da una strizzatina d’occhio, da infiniti ragionamenti, dal “non si può fare altrimenti”, dall’“era necessario farlo” o dal più demagogico e populista “il mondo va così”. Prima di mandare a casa una classe di politici, mandiamo affanculo noi stessi. Ma l’italiano non saprà farlo, attenderà che “qualcuno” lo levi dai pasticci, si lamenterà quando capirà che prostituirsi non ha reso così tanto. Per ora, evidentemente, rende ai più. Chi non ci guadagna o non vuole farlo è fazioso. (Matteo Tuveri)
BERLUSCONISMO, ZIVILISATION E KULTUR – Risale a Kant la distinzione fra i due termini, Zivilisation e Kultur, in senso antropologico, legata alla maniera di vivere di una società la prima e ad un imperativo categorico, morale, la seconda. Il ventennio berlusconiano non è ancora terminato, ma già fioriscono le biografie, i saggi, le analisi di un regno incontrastato in termini di visibilità e modelli. Editori e scrittori sono alle prese con la critica a una Kultur italiana non ancora del tutto sviluppata, geneticamente berlusconiana, a un dna ipocritamente cattolico, pericolosamente familistico, intimamente antidemocratico e perennemente attratto dall’uomo forte. Sulla scia dei moralisti italoamericani quali Barzini e Prezzolini, anche Severgnini redige una critica analitica della Kultur e della Zivilisation italiana, specie negli ultimi anni, tenuto conto di una tradizione e di una società che più o meno presenta le medesime caratteristiche dai tempi, appunto, dei citati illustri scrittori emigrati in America e forse prima ancora. Rinvenire nel carattere degli italiani fenomeni di machismo, di ipocrisia, di tradizionalismo familista è realistico e veritiero (ma non lascia speranza a questa povera Italia): è conservatore. Invocare una rivoluzione culturale, un capovolgimento dei valori, un passaggio dalle veline, dallo spettacolo mediatico dei mostri, dal circo mediatico giudiziario ai valori della serietà, del senso civico, dell’etica, della solidarietà, del lavoro e dell’apertura è, invece, assolutamente progressista. Un passaggio dalla Zivilisation alla Kultur. Non si tratta di invocare la noia o la pesantezza di interminabili discussioni antimoderne, si tratta di “sbattere” in prima pagina i problemi reali del Paese, sollecitare l’interesse dei lettori a temi importanti per il Paese e non indulgere sull’ignobile sfruttamento dei sentimenti, delle paure, delle curiosità inconfessate di un popolo non ancora pienamente uscito dalla Controriforma. Appare difficile in un’epoca di dispersione culturale, di specializzazione alienante e di corsa al ribasso dei valori, invertire la rotta e riprendere la strada verso quella Kultur che pone al centro dell’agire dell’Uomo la morale, l’imperativo categorico rilevato da Kant e ben più forte di qualsivoglia legge dello Stato; ma è l’unica speranza che abbiamo. (Leonardo Scimmi)
PERCHÉ NON LO MANDIAMO A CASA? – Mi chiedo perché un Paese che si definisce democratico e normale non riesca a mandare a casa, senza violenze, ma con la forza del voto e della ragione un tal personaggio che per inciso fa di mestiere il presidente del Consiglio, oltre che quello dell’uomo straricco. È molto probabile che non siamo quello che crediamo e siamo stati “comprati” magari solo psicologicamente dai brunovespa ed emiliofede di turno. Peccato! (Giuseppe Marino)
LETTERA DI UN VOLONTARIO DELLA CARITAS A RUBY – Alla signorina Karima el Mahroug, detta Ruby. Sono un volontario della Caritas. Consapevole del fatto che i responsabili dell’ente saranno d’accordo, perché vi è sempre una mano tesa in aiuto al prossimo bisognoso, La inviterei a fare visita ad un Centro di ascolto della Caritas. Nessuno Le prometterà un’auto nuova, ma prenderà a cuore la sua situazione. Nessuno le regalerà migliaia di euro con facilità, ma non Le verrà negato un sostegno, se del caso. Lei ha paragonato il suo benefattore alla Caritas, ma per fare i paragoni servono i confronti. Non abbia paura, vedrà che si sentirà meglio, in mezzo a persone che la aiuteranno disinteressatamente. (Antonio Di Furia)
LA RIVOLUZIONE DELLE PROCURE – Se si accettano e si ritengono credibili le accuse o le descrizioni delle sante festività in Arcore fatte dalle sciurette, bisogna credere anche a quelle che dicono di essere state invitate o addirittura costrette e firmare dichiarazioni false. Che tipo di reato si può configurare a carico di funzionari e giudici che hanno diretto la rete di intercettazioni o di documenti falsi per incriminare il cavaliere? Pensateci, signori del blog, e poi, da bravi cittadini, denunciate! Al mio paese si dice “se qualcuno mi fa un fallo chiedi aiuto al maresciallo” e il nostro codice penale di reati contro lo Stato ne prevede tanti. Per conoscere poi le cause ed i motivi dell’instabilità della vita politica italiana bisognerebbe chiedere un parere a Violante, il Santo degli Impossibili. (Avv. Lina Arena)
PUTTANOPOLI: UNA VICENDA COMPLESSA – Siamo in grado di dire se sia stato commesso reato, cioè abbiamo la facoltà di sentenziare prima del tribunale? C’è la magistratura demandata a far luce con indagini etc. e a dirci se c’è stato o no un reato in quei festini e a chiamare alla discolpa il presunto colpevole. La magistratura ha messo a disposizione del pubblico una massa di informazioni raccolte con legittimi mezzi che accusano Berlusconi di aver commesso due reati: CONCUSSIONE e FAVOREGGIAMENTO ALLA PROSTITUZIONE MINORILE (non faccio l’avvocato e quindi forse il mio linguaggio non è esatto). Se partiamo di qui possiamo discutere, visto che questi elementi che sono già in rete. Vorrei esortare a lasciare la morale cristiana fuori dai discorsi perché ha un peso certo solo qui in Italia. Riesce a muovere i bacchettoni e suscitare nella gente parole come: “Poverino! Lo spiano in casa. Lavora tanto che ha bisogno di uno svago! La moglie l’ha lasciato”, etc. In questo modo si fa il gioco di B., ossia si devia l’attenzione della gente verso altri obiettivi che non sui reati presunti commessi. Basta leggere gli articoli dei protestanti inglesi e l’ironia fatta su questi punti che non sul fatto che la minore si prostituisce o la troppa età dell’utente del suo servizio sessuale. Le ragazze diciassettenni? In questi ultimi anni non abbiamo fatto altro che dire loro: fatevi belle, fate le cantanti, fate le veline, non studiate etc. Il lavoro più semplice e più redditizio è quello di mostrarvi con le vostre qualità fisiche e quando siete giovani. Fate i soldi e poi ritiratevi. Prostituzione? Ragazze di classe? Escort? Volgari? E che vuol dire? Siamo circondati da linguaggi volgari su tutti i palcoscenici, se volgare vuol dire cazzo e figa etc. Quali sono le ragazze di classe e quali no? Basta guardare la moda che presentiamo nelle grandi sfilate e gli abiti che vengono proposti o come le “donne di classe” si mostrano per annullare certe classifiche! Mi sembra che invece non si sia sottolineato il punto importante di tutto questo bailamme. Un presidente del Consiglio non può essere ricattabile e prestare il fianco a chiunque abbia il potere di dire: “Fa’ questo o dammi i soldi, altrimenti io ti sbugiardo e ti faccio cadere politicamente”. Se notate meglio, non è Berlusconi ad aver in mano la leva che mette in moto il bordello, ma coloro che da lui dipendono economicamente in tutti i momenti della loro attuale vita. Non c’è alcun complotto segreto in atto. In realtà il capo, mantenuto dai suoi scherani, è in balia di quest’ultimi affinché faccia quello che ha promesso in soldoni (appalti, costruzioni, fondi europei, stipendi, ricompense etc. etc.) quando lo hanno eletto trascinandosi le proprie rispettive clientele. Qui ci sono le classi da distinguere, fra gli scherani, e qui la nostra fantasia si può sbizzarrire. Cicchitto in testa alle persone di classe o Lele Mora in coda? Fede il migliore e il più signorile o Ruby la peggiore e così via… A questo punto però per B. non c’è altra via che dare le dimissioni, da un lato, con le conseguenze di finire molto male sulle rovine, queste, sì, le chiamerei morali, del castello di potere che si è costruito finora. Dall’altro lato, gli resta di volgere il favore della collettività sulla sua persona e non su quanto ha fatto o non ha fatto e quindi resistere a oltranza. Che ci perde? Pochissimo! Ha tanti soldi ed è sulla via del tramonto. Purtroppo a pagare tutto questo siamo noi che lo riconosciamo e sopportiamo come presidente del Consiglio… come dice molta stampa estera. (Aldo C. Marturano)
MEGLIO (FORSE) PUTTANIERE, MA COMUNQUE IN FAVORE DELLA FAMIGLIA TRADIZIONALE – La portavoce dei cattolici adulti italiani, vale a dire Famiglia Cristiana, ha affermato che «Nella vicenda della minorenne Ruby, marocchina che si tentò di far passare per nipote del presidente egiziano, risalta la personalità di un politico che, forse, ha sbagliato secolo, immaginandosi simile ai signori rinascimentali ai quali tutto era permesso, grazie all’assenza di un’opinione pubblica informata e all’acquiescenza delle gerarchie circostanti». Per l’ennesima volta il settimanale dei Paolini, pluricommissariato dal Vaticano per posizioni contrarie al Magistero, ha avuto la spudoratezza di condannare tout court il “donnaiolo” Berlusconi ancor prima di attendere la sentenza. Che il direttore Sciortino amasse la politica più della teologia, e i partiti di sinistra più del Pdl, è cosa nota, ma che fosse stato nominato dallo Spirito Santo novello Torquemada con licenza di rogo, questo ancora non si sapeva. Il prete che ama vestirsi in giacca e cravatta (quasi fosse umiliante portare il clergyman) dovrebbe sapere che l’uomo di chiesa deputato ad ammonire un peccatore è il suo confessore o il suo direttore spirituale! Il moralizzatore Sciortino dovrebbe inoltre essere a conoscenza che la superbia, vale a dire il credersi pari a Dio (e quindi in potere di dispensare giudizi e condanne definitive) è il primo dei sette vizi capitali. Gli “avvoltoi” che non sono riusciti ad abbattere Berlusconi, né con l’esito delle urne elettorali, né con la strumentalizzazione degli studenti, né con il 14 dicembre, né con le toghe rosse, né con le donne, né con i moralismi d’accatto, si devono rassegnare al fatto che è meglio un (presunto) puttaniere che fa buone leggi a favore della famiglia, piuttosto che un ipocrita baciapile che vorrebbe concedere diritti a chi per egoismo non si vuole sposare, o peggio, ai “diversamente orientati”. Chi dell’opposizione è senza peccato (leggasi di sesso, magari con trans e sodomiti) scagli la prima pietra, se ne ha il coraggio! (Gianni Toffali – Verona)
DIVORZIATI E PUTTANIERI: CATTOLICI IPOCRITI – Ma cosa è la famiglia tradizionale italiana? Molti sposatisi e divorziati più volte, nonché puttanieri, hanno il coraggio di fare la comunione in chiesa, pur sapendo di violare il sacramento, con il benestare di una Chiesa tollerante (anche ora se sembra non più tanto). (Piero Russo)
BERLUSCA FOREVER: PERCHÉ GLI ITALIANI CONTINUERANNO A VOTARLO – Il Berlusca non sarà uno stinco di santo. Ma quello che la gente comune non ideologizzata e non impegnata nella cultura tutta sinistra (mediatico-giustizialista-politica-giudiziaria) sa è che dal 1994 (scesa in campo politico di Berlusconi che ha impedito che l’Italia diventasse un regime sinistro cattocomunista e senza ritorno alla democrazia) si sono scatenati tutti i soggetti della cultura della demonizzazione, criminalizzazione ed annientamento dell’avversario-nemico Berlusconi. Se si ritira Berlusconi la stessa banda del Pensiero Unico sinistro si scatenerà contro l’altro. Pm ideologizzati e sinistri, partiti comunisti, postcomunisti e cattocomunisti, partiti dei giudici-PM come Di Pietro, baroni universitari, sanguisughe delle casse dello Stato, sindacati difensori dei fannulloni, giornali sinistri, pasdaran e talebani della tv pubblica e privata, intellettuali sinistri si sono scatenati nel circuito perverso ed hanno cercato di abbattere il nemico berlusca definendolo da 17 anni: evasore, corruttore, pedofilo, stragista, puttaniere, bugiardo, imbroglione, imbonitore, arricchito con la politica, dittatore, fascista (più pericoloso di Fini perché vince le elezioni), delinquente, imputato a vita, responsabile di leggi ad personam (o risposta a processi ad personam?) e finanche responsabile della spazzatura a Napoli, della crisi mondiale, dei terremoti compreso quello di Haiti e dell’Abruzzo e di tutte le nefandezze di cui un anticomunista è accusabile sempre. Per tutto questo la aaaaaaaaaaamaggioranza degli italiani continua a votare Berlusconi. (Lettera firmata)
UNA TELEFONATA ALLUNGA LA VITA. A BERLUSCONI… E ALL’ITALIA? – Berlusconi chiama la Questura di Milano per aiutare una ragazza straniera minorenne, accusata di furto. La notizia raggiunge tutte le testate – nazionali e internazionali –, si scoprono dei retroscena poco chiari, vengono coinvolte varie figure istituzionali, rappresentanti del Ministero dell’Interno, del Tribunale dei minori, della Regione Lombardia. Il presidente del Consiglio fa attendere il cancelliere tedesco – Angela Merkel – perché sta parlando al telefono, voltandole le spalle. La buona educazione e il bon ton telefonico prescrivono che ha priorità la persona che abbiamo davanti in carne ed ossa, rispetto a quella che si trova dall’altra parte del cellulare, specialmente se la prima è una signora, per giunta rappresentante di una importante nazione. Berlusconi arriva in ritardo a un importante vertice internazionale perché si trova al telefono con uno dei suoi ministri – donna, giovane, bella – alle prese con beghe di partito, che solo Lui può risolvere, mentre Obama e gli altri iniziano il vertice senza di lui. La mia ricostruzione deriva forse da una deformazione professionale; infatti, io lavoro nell’azienda di telecomunicazioni più importante in Italia, che ha messo in cassa integrazione (chiamandola “solidarietà”) trentamila dei suoi dipendenti, su un totale di cinquantamila, e la notizia è passata a malapena su tv e giornali. Certo, continuando a parlare di Ruby, di Mara, Veronica, Noemi, e di chissà quale altra peripezia psicologico-sessuale del premier, si risolveranno i problemi di questo Paese. (Antonio Di Furia)
IL POPOLO DEI BUNGA BUNGA – «L’unico modo per evitare le tragedie dell’Italia» – ha scritto qualcuno – «era soffocare il piccolo Mussolini quand’era ancora in fasce». Supponiamo sia così, ma in un contesto diverso, una logica di questo tipo potrebbe valere anche per il nostro premier Berlusconi? In altre parole, è Berlusconi la causa dei mali che stanno affliggendo l’Italia? Il sociologo Stanley Cohen scrive che i contenuti rimossi di un popolo-nazione tendono sempre a riaffiorare e a manifestarsi sotto forme diverse nella coscienza collettiva. Più si evita il confronto più si rafforzano e diventano ossessionanti. Si tratta della versione politica dell’idea di Freud che il nevrotico è condannato alla ripetizione. Si parla di una “malattia” del presidente. Se di malattia si tratta, è senz’altro una malattia collettiva. Ad Anno Zero Mieli dice sia conturbante il fatto che il presidente frequenti “certa gente” e “certi ambienti”. Direi che è alquanto più inquietante il fatto che un personaggio politico sia ripetutamente eletto dopo esser stato riconosciuto responsabile di vari reati più o meno gravi. Piuttosto di chiedersi perché il presidente “continui a farsi del male” frequentando “certa gente”, sarebbe più opportuno chiedersi perché continui a riscuotere popolarità. Questo però richiederebbe un’analisi approfondita delle cause che hanno radici in una coscienza collettiva dove tutti hanno una qualche responsabilità. E riconoscere le proprie responsabilità dà troppo fastidio. Meglio demonizzare uno solo, che d’altra parte ha un’attitudine caratteriale a prestarsi a questo tipo di gioco. (Alla fine riesce a trarne anche un profitto). Quali sarebbero allora questi contenuti rimossi, nodi irrisolti ai quali ci richiama irrimediabilmente e con sempre più insistenza la figura di Berlusconi? Uno è l’onestà e il senso di giustizia, l’altro, strettamente collegato a questo, è lo sdoppiamento morale fra vita privata e pubblica, con implicita una forte componente sessuale. Vista la reticenza in politica a iniziare ad affrontare certi temi, mi verrebbe da dire che la favorita per un discorso di questo tipo potrebbe essere la filosofia. Però, con l’intervento sull’argomento di Gianni Vattimo, che è considerato il (o perlomeno, uno dei) climax della filosofia, in Italia naturalmente, intervento in cui dice che “i puttanieri” gli “fanno schifo”, al momento l’approccio più realistico e serio per iniziare ad affrontare le suddette tematiche mi sembra quello dei comici, partendo magari dalla vignetta di Vauro accompagnata dalla dicitura: «Siamo il popolo dei bunga bunga». (Adam Seli)
LE DONNE DEL 13 FEBBRAIO? NEOPURITANE DEL TERZO MILLENNIO – Domenica 13 febbraio in 230 città italiane 200.000 femmine hanno accusato chi ama la donne più dei gay e dei trans di calpestare la dignità femminile. Le neopuritane del terzo millennio, tra birre, barzellette e slogan, si sono scordate di auto ricordarsi che le colleghe che si sono liberamente offerte a Berlusconi lo hanno fatto in ossequio alla loro “bibbia”: l’utero è mio e lo gestisco io. Invece di gioire per l’applicazione di tale emancipato principio, se la sono presa con l’innocuo e munifico utilizzatore finale. Onestà intellettuale e soprattutto sindacale (alle manifestazioni erano presenti molti comitati in difesa delle prostitute) non avrebbe piuttosto voluto che le perbeniste se la prendessero con i maschi che usano le lucciole a prezzi da sottocosto piuttosto a chi le accoglie a fior di quattrini, musica e champagne? Perché dunque prendersela unicamente con chi ha permesso una maggiore capitalizzazione delle “risorse umane”? È meglio un peccatore confesso come Berlusconi, o dei sepolcri imbiancati belli fuori ma corrotti dentro? (Gianni Toffali – Verona)
MANIFESTANTI DI PROFESSIONE – È dal 1994 (cioè da quando la sinistra con la via giudiziaria ha liquidato i partiti del vero centrosinistra che avevano difeso la democrazia e la libertà dell’Italia dal salto nel buio del comunismo criminale) che i sinistri, eredi dell’ideologia comunista, ora ammantata dal cattocomunismo (utili idioti di ieri) violento e giustizialista che tenta di far fuori il Berlusca. Berlusconi ha commesso il grave peccato o reato di essere sceso in campo ed avere impedito la comunistizzazione del Paese con la meravigliosa macchina da guerra di Occhetto. La sinistra con la via giudiziaria al potere (promessa a suo tempo da Togliatti) strumentalizza tutto: sindacati, PM ideologizzati, organi costituzionali d’emanazione sinistra, giornali e tv (la maggioranza d’orientamento sinistrorso e comunque antiberlusconiana). Poi con la tecnica della menzogna e della mistificazione (i comunisti spacciavano per paradiso dei lavoratori il comunismo sovietico e chiamavano compagni che sbagliano i terroristi rossi, che si addestravano in Cecoslovacchia). Le manifestazioni di piazza: anche l’ultima delle donne sinistre del 13 febbraio? Se qualcuno avesse la pazienza di fotografare, la maggior parte si trovano in tutte le manifestazioni, sindacali, parasindacali, pacifiste, ecologiste, ecc. ecc., sempre promosse dalla sinistra. Uno zoccolo duro di manifestanti professionali è sempre disponibile a scendere in piazza strumentalizzato dalla sinistra postcomunista o cattocomunista. Senza parlare di centri sociali, no global, popolo viola, girotondini, grillini, dipietrini sempre pronti a chiedere la testa dell’avversario-nemico (secondo lo stile del comunismo sovietico di un tempo di cui molti di loro sono degni e fedeli eredi, o se vogliamo, nostalgici, visto che il comunismo (che ha prodotto 100 milioni di morti nel mondo; a fronte dei 25 milioni di morti fatti dall’altro flagello del Novecento che è stato il nazifascismo) ha fallato su tutti i piani: morale, politico, economico, democratico, civile, sociale, culturale, ecc. Perciò Berlusconi ha vinto e vincerà sempre. Saluti dal liberale anticomunista ed senza tessera di partito. (Ruggiero)