In “Fuego” (Elliot edizioni) nuovi omicidi da indagare per l’eroina creata da Marilù Oliva
La Guerrera è tornata. Agguerrita, anche se un po’ disillusa, ma sempre conturbante, capoerista per passione, danzatrice per vocazione, coi suoi capelli neri e lisci lunghi fino al sedere e gli occhi rubati a una notte turca. La Guerrera, al secolo Elisa Guerra, è in Fuego (di Marilù Oliva, Elliot edizioni, pp. 256, € 15,00) ancora una volta spalla dell’ispettore Basilica, uomo solo apparentemente tutto d’un pezzo.
Il primo omicidio descritto nel nuovo libro della Oliva è così insolito che nemmeno gli inquirenti si sbilanciano. L’unico indizio conduce agli ambienti delle notti bolognesi latino-americane: traffici strani di pastiglie fucsia e di donne straniere sono il viatico per esaudire desideri perversi. Ma non sono le indagini ad accentrare la storia, sebbene l’acribia delle procedure sia spia della preparazione criminologica dell’autrice, che già col precedente ¡Tú la pagarás! (sempre edito da Elliot) aveva messo in campo medici legali (la deliziosa e maldestra dottoressa Virginia) e iter polizieschi plausibili. Non sono le indagini a farla da padrone, dicevamo, e alla fine i misteri si sciolgono.
La città è in fiamme, il caldo di luglio la immobilizza, un piromane semina incendi e personaggi surreali si muovono accanto a individui che ognuno di noi incontra nella vita quotidiana, tutti credibili, tutti con una storia alle spalle che trapela dai dialoghi, dai rovelli interiori, dalle azioni, dai flash quasi filmici anche di pochi secondi.
La Guerrera continua la propria lotta per la sopravvivenza: gli ostacoli sono il precariato, i vuoti dell’animo, la meschinità di un mondo frivolo. L’occupazione momentanea (consegne a domicilio in una pizzeria da asporto gestita da un pachistano) le fa scoppiare l’inadeguatezza da sempre covata e da sempre tenuta a bada con sogni e progetti. Quando inciamperà, sarà per l’incapacità di riconoscere gli imprevisti mascherati e poco conta che si presentino sotto forma di sconosciuti, di debiti insoluti, di una bellissima voce nera giunta dall’oltreoceano. Lei cadrà ma subito dopo si rialzerà. Ecco spiegata l’essenza profonda del suo soprannome: l’importante non è vincerle subito, le guerre. L’importante è non soccombere.
Non è del tutto sola, questa lottatrice di capoeira (arte marziale brasiliana forse di origine africana) che conosce segreti e corruzioni di ballerini e insegnanti di danza: l’amica Catalina, con la sua dolcezza azzurra e i suoi studi da alchimista, l’aiuterà nell’interpretazione esoterica del fuoco e Dante le coprirà le spalle con la saggezza sempre attuale dei suoi versi indelebili. La funzione di Dante è stata chiarita dall’Oliva nei ringraziamenti: il Poeta è «insostituibile collante tra l’infinito cui alcuni personaggi anelano e la dannazione cui sono incatenati, nonché figura paterna per la protagonista». Ma Dante è anche la soluzione che farà quadrare il cerchio con una raffinata interpretazione che dalla Commedia passa per l’alchimia e per l’astrofisica.
Marilù Oliva è nata a Bologna, è appassionata di Letteratura ispanica (ha scritto un saggio su Gabriel García Márquez edito da Clueb) ed è docente di Lettere alle scuole medie superiori, collabora per diversi web-magazine e nel suo passato ha fatto diversi lavori, tra cui l’insegnante di salsa. È pertanto ovvio che ci trascini dentro le pagine prendendoci per mano come se volesse invitarci a ballare, con uno stile definito “ipnotico” da un maestro come Valerio Evangelisti.
L’immagine: la copertina di Fuego.
Serena Todaro
(LM MAGAZINE n. 19, 15 settembre 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 69, settembre 2011)
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