Proclami e demagogia senza fine sui tagli ai costi della politica. Alcune proposte della Cvdp
Il gran parlare sui tagli ai costi della politica, non si sa fino a che punto in fase di effettiva esecutività, e da cui traspare un’affannosa rincorsa al recupero di credibilità da parte di tutta la classe politica, lascia il tempo che trova di fronte alle responsabilità oggettive della stessa nell’avere impiantato un sistema autoreferenziale, costoso, addirittura dannoso per la società e non rispettoso della sovranità dei cittadini.
La funzione sovrana del popolo, notoriamente scippata dalle élites partitocratiche, non può essere ripristinata e garantita da tagli annunciati e forse destinati a non avere mai seguito, poiché è fin troppo evidente che la classe politica italiana è ormai vittima del suo stesso marcio sistema. Per riformare efficacemente la politica, invece di poche sterili “potature”, che tuttavia lasceranno intatti gli impianti centrali del sistema, bisogna partire da una profonda azione di bonifica capace di rilanciare, fino in fondo, la credibilità e l’autorevolezza dei partiti.
La Cvdp (Commissione di vigilanza per la democrazia partecipativa), movimento astensionista politico per il rilancio della sovranità popolare, che intende il servigio politico esclusivo dovere civico e non “affarismo”, da tempo indica nel taglio delle attribuzioni dei rimborsi elettorali la prima mossa strategica da mettere in campo contro lo strapotere assoluto dei partiti politici italiani, fondamentale per una loro “rimessa in carreggiata” sul terreno della legalità e della trasparenza, addirittura spingendoli alla restituzione degli importi da essi indebitamente percepiti grazie a leggi truffaldine, preconfezionate ad hoc.
In conseguenza di ciò, l’affermazione del principio che «i rimborsi elettorali devono essere elargiti esclusivamente in base al numero dei voti andati a segno e alle spese ben documentate» farebbe scattare subito dopo anche quel ridimensionamento nel numero dei parlamentari, da rapportare ai voti effettivamente espressi, quindi direttamente alla sovrana volontà popolare (se per esempio alla Camera si esprime il 50% del corpo elettorale, deve scattare la nomina per il 50% del numero previsto di onorevoli). Questo sì sarebbe rispetto per la democrazia e la sovranità popolare! Tale principio, inoltre, se applicato, darebbe validi frutti anche per la composizione delle amministrazioni pubbliche, che vedrebbero così finalmente arginata l’invadenza della politica, esasperata generatrice di sperperi e carrozzoni clientelari, deleteri per gli stessi interessi della pubblica amministrazione e dello Stato. Infine, così facendo, si riconsegnerebbe al popolo sovrano, togliendolo dalle grinfie dei partiti, il controllo diretto delle istituzioni, della politica, della democrazia, delle priorità economiche e degli stessi conti pubblici.
Antonio Forcillo – portavoce della Cvdp
(LucidaMente, 21 agosto 2011)
Comments 0