Denunciato il ministro della Giustizia per maltrattamenti e abuso di autorità contro arrestati o detenuti
Piergiorgio Morosini, Gip a Palermo e segretario di Magistratura democratica, ha affrontato la delicata questione delle responsabilità oggettive del giudice che pronuncia una sentenza di condanna e costringe una persona a entrare in un penitenziario dove le condizioni di vita sono, di per sé, un reato. Parole pronunciate durante la conferenza stampa di presentazione di una lettera inviata a tutti i senatori e i deputati: «Noi magistrati, se non si pongono rimedi a questa situazione nelle carceri di oggi, dobbiamo iniziare a pensare anche a forme istituzionali di obiezione di coscienza». E ancora: «Senza interventi da parte della politica, alla coscienza del giudice penale non resta che una sola strada: quella di astenersi dal mandare in carcere le persone» (fonte: la Repubblica, 14 luglio 2011).
È da anni che sostengo che la legalità prima di pretenderla bisogna darla e che il carcere nel nostro Paese è uno dei luoghi più illegali, persino più di “Scampia” a Napoli. In carcere lo Stato non è assente, non esiste proprio. E le poche volte che esiste, non rispetta le sue stessi leggi. Uno Stato che mette quattro persone in una cella singola è uno Stato fuorilegge.
Qui in carcere niente è giusto. Non puoi vivere, puoi solo pensare di vivere. E, se riesci a sopravvivere, rischi di diventare più criminale di quando sei entrato. Il carcere in Italia è la terra di nessuno, dove lo Stato delinque più di qualsiasi altro fuorilegge.
Bene hanno fatto gli avvocati Guariente Guarienti e Fabio Porta di Verona che hanno denunciato il ministro della Giustizia per maltrattamenti e abuso di autorità contro arrestati o detenuti (art. 572 e 608 del codice penale) con questa motivazione:
«L’articolo 27 della Costituzione è sistematicamente violato in tutte le carceri italiane nel comma che testualmente dichiara “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità”. Ci chiediamo come possa essere rispettato il senso di umanità quando le persone sono costrette a vivere in una gabbia, dormire in quattro letti a castello, alternarsi, due in piedi, due a letto, perché in quattro non possono stare in piedi contemporaneamente; ciascuno ha disposizione tre metri quadrati. Pensiamo a come possano vivere in questi giorni d’estate quando la temperatura può arrivare a 35-40 gradi».
Ricordo che solo incentivando l’inserimento dei detenuti si può sconfiggere sia la piccola che la grande criminalità, ma la P2, la P4 e tutti i poteri forti non vogliono, perché poi a chi darebbero la colpa che tutto va male? E i mass media parlerebbero anche di loro.
Signori giudici, mi raccomando, non arrestate per davvero il ministro della Giustizia perché qui in carcere non abbiamo posto anche per lui.
Signor ministro fuorilegge, stavo dimenticando di dirle che nelle carceri nel primo semestre 2011 ci sono stati 34 suicidi, 532 tentati suicidi, 2583 autolesioni, 3392 proteste (fonte: Uilpa penitenziari).
Per avere un quadro completo del dramma-carcere, con tabelle e considerazioni varie, si legga Pianeta Carcere: un sistema vicino al collasso totale di Antonio Antonuccio, apparso in due parti nei numeri 33 e 34 (aprile e maggio 2012) di Excursus: http://win.excursus.org/attualità/AntonuccioPianetaCarcerePartePrima.htme http://win.excursus.org/attualità/AntonuccioPianetaCarcereParteSeconda.htm.
L’immagine: tavola XVI (Il muro con le catene) de Le carceri d’invenzione (1745-1750, incisioni) di Giambattista Piranesi (Mogliano Veneto, 1720 – Roma, 1778).
Carmelo Musumeci (Carcere di Spoleto, agosto 2011)
(LucidaMente, 5 agosto 2011)
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