Ci scrive una lettrice riguardo la differenza di fondo tra le violenze perpetrate sugli omosessuali e quelle commesse su altre categorie
In data 2 agosto 2011, nella rubrica lettere di un notissimo quotidiano, riguardo alla legge contro l’omofobia, leggo: «Una violenza nei confronti di un disabile, di una donna incinta, di un bambino, è meno grave di quella nei confronti di un omosessuale?». Sconcertante ingenuità, o stupida malizia?
Possibile non capire che nessuno in Italia, grazie a Dio, fa violenza a un disabile perché ritenuto colpevole d’essere disabile, a una donna incinta perché incinta, a un bambino perché bambino, mentre qualcuno, grazie al diavolo, fa violenza agli omosessuali perché ritenuti colpevoli d’essere omosessuali? E che le legge mira semplicemente a togliere dalla testa ottusa di certi ottusi che un omosessuale meriti violenza perché omosessuale?
Elisa Merlo
(LucidaMente, 2 agosto 2011)