BASTA CON BERLUSCONI E LA SUA CRICCA… E SOLIDARIETÀ A MAGISTRATURA E SCUOLA PUBBLICA – Siamo stufi di un presidente del Consiglio così ingenuo da credere che Ruby sia davvero la nipote di Mubarak o così credulone da pensare che noi ci si caschi o così menefreghista da non credere in nessuna delle due cose. Siamo stufi di un ministro della Difesa che offende il presidente della Camera con intollerabile linguaggio da caserma. Siamo stufi delle volgarità dialettali, di bassa lega, ovvio, di Bossi, contro gli immigrati, e sulla loro pelle, per far cassa di voti a buon mercato. Siamo stufi di un deputato della Lega Nord che offende i diversamente abili. Siamo stufi di un ministro della Giustizia che scaglia il suo tesserino parlamentare contro un altro deputato. Siamo stufi di un governo dello spettacolo che sarebbe una farsa se non si trattasse di una tragedia. Siamo stufi di leggi ad personam, ormai troppo care per l’economia in crisi, dato il loro esorbitante inarrestabile numero. Basta! Inoltre desidero esprimere la mia più profonda solidarietà e convinto sostegno alla Magistratura e alla Scuola pubblica, così ingiustamente attaccate con inaudita violenza da Berlusconi. Non è tollerabile che il presidente del Consiglio riversi il suo disprezzo su istituzioni fondamentali dello Stato, cercando di renderle invise ai cittadini, dopo che sono anni che fa votare leggi per evitare i processi. Ma come si può insinuare che la magistratura sia una banda a delinquere e gli insegnanti dei facinorosi che negano la verità? Se ricorre a questi toni evidentemente Berlusconi si sente mancare il terreno sotto i piedi, vede buio. La recente designazione di Alfano come proprio successore e di Letta per il colle, anziché placare gli animi, ha accentuato i conflitti nel Pdl, insieme alle critiche della Marcegaglia e di Montezemolo e alla improvvisa eliminazione di Cesare Geronzi, che vanno ad aggiungersi a tutti gli altri malumori che covano sotto le ceneri. Ma il Pdl è interamente d’accordo col cavaliere? Davvero crede che i magistrati siano una banda a delinquere e gli insegnanti pericolosi comunisti in rivolta? E se non lo crede cosa aspetta a manifestarlo? Cosa deve fare il premier per suscitare la sua critica? Il problema è che se i membri di Forza Italia non si oppongono, di fatto, sono complici di tutto quanto sta accadendo, complici conniventi e consapevoli. E non mi si parli, per cortesia, di estremismi verbali elettorali, perché da tempo non si tratta più di forma, ma di sostanza. (Paolo Tranchina – Firenze)
MEGLIO LE “CANNE” O IL DUO ALFANO-BERLUSCONI? – Se il Lombroso risorgesse dalla tomba non avrebbe dubbi sul significato delle caratteristiche stampate in faccia al ministro della “giustizia” Alfano Angelino (faccia d’angelo). Bene fece Giannelli, il vignettista del Corriere della Sera a riprenderlo come guardia del corpo del cavaliere Silvio Berlusconi, in atto di proteggerlo con una mano sulla cervice… Ora Al Capone, pardon Alfano, è stato pure nominato delfino e successore in pectore del cavaliere… per i buoni servigi a lui resi. Il servigio maggiore è quello di essere riuscito a iniettare una buona dose di eroismo nelle vene fiacche delle truppe pidielline e degli ascari responsabili. Con il flash ricevuto, ministri compresi, hanno potuto compiere l’opera meritoria di scardinare le fondamenta della costituzione e della giustizia… Il processo breve è oggi realtà… Un numero considerevole di reati economici e penali viene depennato dal codice in modo che sia garantita l’impunità a chi comanda… Solo a chi comanda beninteso… e solo per certi reati… perché quelli che invece si fanno le canne (senza far male a nessuno), quelli, moralmente e penalmente reprobi e colpevoli, potranno continuare ad affollare le carceri… anzi prossimamente potranno essere condannati ai lavori forzati per costruire nuove e più solide carceri per contenervi i par loro e i debitori insolventi… (che sono costretti a rubare per pagare le tasse)! Perdonate l’ardire… potete sempre non pubblicare questa lettera, magari però leggetela… (Paolo D’Arpini)
I MERITI DEL LIBERTARISMO CHE LA SINISTRA DOVREBBE CAPIRE – Quando si parla di libertarismo (a volte viene utilizzato anche il termine anarcocapitalismo che rappresenta una delle tendenze del libertarismo) si pensa subito e giustamente a una società completamente privatizzata e libera dalla presenza dello stato. Questo modello sociale provoca terrore nelle logiche mentali di chi analizza e studia gli effetti disastrosi del capitalismo attuale. Ma la teoria e la pratica anarco-capitalista non possono essere visionate così superficialmente, soprattutto se scrutiamo questo modello, come ho fatto, partendo da “sinistra”. Tutti i libertarian seri sanno e riconoscono che l’attuale neoliberismo non è quello profetizzato, dimostrando scientificamente come l’attuale distorsione del capitalismo, che è all’opposto del libero mercato, sia frutto delle interferenze e dei monopoli dello stato nell’economia e nelle scelte politiche. Chiunque analizzi il modello libertarian o anarco-capitalista e si riscontri con studiosi, sconosciuti ai più, come Bruno Leoni si ritrova a contatto con elaborazioni teoriche come l’individualismo metodologico. Tutta la scuola austriaca basa i propri modelli su tale individualismo che auspica una visione sperimentale della società e della politica, o meglio, come scrisse uno degli austriaci più conosciuti, F. A. Hayek, «solo laddove sia possibile sperimentare un gran numero di modi diversi di fare le cose si otterrà una varietà di esperienze, di conoscenze e di capacità individuali tali da consentire, attraverso la selezione ininterrotta delle più efficaci fra queste, un miglioramento costante», la sperimentazione di tanti modelli sociali, politici ed economici, qualunque essi siano, l’importante che vengano scelti volontariamente e che non aggrediscano corpo e proprietà altrui. Una società privatizzata ma soprattutto liberalizzata che da forza alle capacità individuali, diffondendo sovranità e consapevolezza delle proprie scelte, non-violenta e che lascia sperimentare e far applicare tutti i modelli sociali alternativi, antiautoritari e democratici che l’attuale monopolio statale non fa fiorire e distrugge. Alla “sinistra” attuale la libertà fa paura, ma per chi è di sinistra (se per sinistra intendiamo i principi della giustizia e della libertà) il libertarismo antistatalista diviene il modello ideale in cui confrontarsi applicando e rispettando un principio di tolleranza. A conferma di ciò basti pensare che certe formulazione teoriche della New Left come le teorie volontariste, neomutualiste (Kevin Carson) e per l’autogestione hanno conforto e presupposti proprio nell’economia austriaca, che è alla base del modello anarcocapitalista e libertarian. Insomma, il libertarismo come sinistra estrema liberale? Superare certe paure dovute a termini ed etichette è il presupposto iniziale, anche perché molto va modificato e rivisto dell’attuale libertarismo. La parola cane non morde, questo attuale autoritarismo statalista, sì. (Domenico Letizia)
LE TELEVISIONI DEL BERLUSCA COME IL CAVALLO DI TROIA – Ai miei tempi, io sono sulla sessantina, durante l’austerity – così si chiamò ai miei tempi la crisi economica che colpì la nostra nazione – dovevamo risparmiare su tutto. Al Berlusca, con sfacciato servilismo, nessuno ha fatto osservare che in tempi di austerity doveva essere il presidente del Consiglio a dare il buon esempio del risparmio e a non ostentare di comprare tutto quando il suo popolo non può comprare quasi più nulla. Ma è qui che entra in campo la nostra società che asserisce, e lo dicono pure anche le vecchiette baciapile, che lui a casa sua fa bene a far quello che fa. Ma che questo Principe abbia anestetizzato l’intera Nazione con le sue televisioni e con le sue volgari sortite? Se tutto un popolo che non vede quello che fa e non comprende quello che dice vuol dire che il senso della realtà e del pudore sono perduti e la nostra società coi nostri figli è a rischio di estinzione. La nostra classe politica ha la sua colpa laddove non ha lottato con forza contro il conflitto di interessi di costui e accettando che un uomo così ricco capace di acquistare quello che gli pare, compreso l’intero Palazzo del Governo, fosse una persona da tenere sotto controllo. Essa, la classe politica, non aveva previsto che le televisioni del Berlusca sarebbero diventate come il cavallo degli ateniesi che distrusse la città di Troia. Ora ce l’abbiamo le televisioni del Berlusca, in ogni stanza, e aspettiamoci che da esse escano ad ogni momento i guerrieri che assalteranno la nostra entità. Il cavallo di Troia è una macchina da guerra che fu usata dai greci per espugnare la città di Troia e la espugnarono davvero. Quindi ora aspettiamoci il peggio. Ma basta questo servilismo a colui che non ha pudore quando dopo discussioni in aule di potere finisce un discorso politico invitando l’intero popolo italiano di andare tutti a giocare con lui al bunga bunga: ma il popolo italiano affamato di pane come fa ad accettare simili volgarità? Solamente per aver invitato il popolo ad andare a ballare con lui il bunga bunga in tempi di fame, ci sarebbe da sentirsi terribilmente offesi. Scendiamo in piazza anche tutti i giorni per svegliare le coscienze addormentate dalle dosi anestetizzanti che il Berlusca ci propina attraverso le sue televisioni milionarie che simili alla polvere di stelle, ci sovrasta e ci distrugge. (Giuliana di Pescia)
RIMUOVERE TUTTI I BOIARDI DI STATO – Il fiume d’inchiostro, in questa fase della vita del Paese, non “macina farina”. Sono anni, ormai, che leggo, ascolto, iniziative democratiche in contrapposizione all’attuale sistema politico, ciononostante nulla e successo, anzi: l’apparato politico-istituzionale si è maggiormente consolidato ed insediato nel tessuto cultura, sociale, di molti italiani convinti, profondamente, di essere autonomi interpreti, ahimè!, del buon senso comune! Credo, invece, manchi il coraggio reale, concreto, di procedere al cambiamento, ovvero, il coraggio di mettere in gioco la propria esistenza, il proprio (per chi ancora ne gode) benessere, attraverso un vero scontro sociale. Ci sono momenti, nella storia dei popoli, nei quali occorre concepire la lotta come inevitabile processo di sviluppo democratico, sopravvivenza, di una comunità. Bisogna rimuovere, fisicamente, i boiardi di stato: tutti, senza distinzione d’appartenenza partitica. Maggioranza e minoranza parlamentare sono funzionali al medesimo scopo politico: potere, agiatezza sociale, privilegio, prestigio, cura di se e dei propri intimi, antropologico narcisismo. (Alfonso Bonavita)
DISLESSIA DI MASSA – Dopo tanti anni di insegnamento è veramente frustrante e deludente vedere che la nostra scuola non solo non è stata migliorata, ma si avvia verso un lento e sicuro declino deludendo le aspettative degli studenti che vedono in essa un’opportunità e per molti di loro forse l’unica opportunità. Il colpo di grazia è stato la Legge sulla dislessia recentemente approvata in sede di commissione deliberante, non con votazione democratica nelle due camere parlamentari. Don Milani non ha mandato i suoi studenti che erano stati bocciati più volte, ritenuti stupidi e incapaci di apprendere nella scuola pubblica, dal neuropsichiatra infantile per verificare il loro quoziente intellettivo o per una diagnosi di dislessia. Dopo anni di scuola elementare non leggevano fluidamente e senza errori, né scrivevano correttamente con una buona grafia, e probabilmente sbagliavano anche i calcoli, eppure lui con il suo impegno e soprattutto credendo nelle loro capacità ne ha fatto delle persone istruite, ne ha fatto delle persone che amavano la scuola e insegnavano ai bambini più piccoli. Perché dobbiamo dare credito a teorie psichiatriche fallimentari che stanno buttando nello sconforto e nello scompiglio alunni e genitori e non recuperare gli insegnamenti e l’esperienza di grandi pedagogisti? Ritengo di far parte di una generazione di persone fortunate, per aver vissuto in un periodo in cui avevi il diritto di sbagliare, l’opportunità di correggere gli errori, un’insegnante che mi segnava di rosso o di blu i miei elaborati, di avere avuto il tempo che mi serviva per correggermi, esercitarmi per apprendere e imparare, e soprattutto la serenità e tranquillità con la quale ho vissuto il mio percorso scolastico. (a.m.p. – insegnante)
IL PROBLEMA NON È LA DISLESSIA – Credo di poter parlare a nome dei tanti genitori di bambini e ragazzi dislessici/dsa, ma anche dei molti insegnanti già sensibili al tema, nel ribadire ancora una volta che il problema non sono i nostri figli dislessici e non è la dislessia. Il problema è piuttosto l’incapacità di capire cosa essa sia e come si debba serenamente affrontare, senza pregiudizi, all’interno di un sistema didattico finalmente flessibile alle differenze. I nostri figli non sono malati, stupidi, pigri, svogliati. Sono invece ragazzi intelligenti, capaci e creativi che hanno semplicemente modalità di apprendimento diverse da quelle rigidamente standardizzate e che hanno pertanto bisogno di metodologie didattiche flessibili nonché di strumenti consoni alle loro peculiarità. È vero che oggi, finalmente, possiamo contare su una legge che tutela i diritti degli studenti dislessici, approvata alcuni mesi or sono all’unanimità, ma sappiamo anche che si tratta di un cambiamento culturale il cui decorso non sarà così immediato e scontato. Giocano “contro” i pregiudizi e l’abituale resistenza al cambiamento, ben supportati dall’altisonante campagna negazionista che trova spesso breccia sui media proprio per i suoi toni allarmistici (scuole come ospedali, malati anziché somari, scuole in declino ecc.). Ora il Comitato tecnico-scientifico è al lavoro per definire i decreti attuativi della legge sulla dislessia ed ecco, come in ogni momento delicato dell’iter legislativo, far capolino un nuovo attacco, lanciato a spron battuto sui media a mo’ di comunicato stampa. Non credo certo che gli autorevoli componenti del Comitato si lascino condizionare da argomenti così poco qualificati. In ogni caso, si sappia, noi genitori di ragazzi dislessici, sostenuti dai numerosi insegnanti e tecnici che hanno a cuore il loro futuro, sorridiamo ormai nel leggere le solite accozzaglie di banalità e procediamo instancabili nel portare avanti con determinazione questa battaglia di civiltà. (Laura Ceccon, con altri 150 genitori e insegnanti)
LISTE DI PROSCRIZIONE PER I POLITICI CORROTTI DEL SUD ITALIA – Ogni anno circa sessantamila giovani (in gran parte del Sud) lasciano l’Italia per lavorare all’estero. Perché solo loro? Avanzo una proposta indecente. Si allestiscano liste regionali coi primi cento nomi di politici indegni (o ritenuti tali) da spedire all’estero, vietandone il ritorno in patria. Queste liste di proscrizione sarebbero utili in particolare per le regioni del Mezzogiorno: Campania, Calabria e Sicilia, in primis. (Giuseppe C. Budetta)