Il nuovo romanzo (Marlin editore) della scrittrice catanese è ancora una volta ambientato nell’antico Egitto. Tanti affascinanti personaggi, tra i quali due intraprendenti figure femminili
La regina di Tebe (Introduzione di Dacia Maraini, Marlin editore, pp. 272, € 16,00) è il nuovo romanzo storico di Annamaria Zizza, docente catanese profonda conoscitrice dell’antico Egitto. In esso ritroviamo in parte gli stessi personaggi della sua precedente opera, Lo scriba e il faraone. In questa si narrava dell’amicizia tra il giovanissimo Tutankhaton, poi divenuto il celeberrimo faraone Tutankhamon, e il suo maestro Menthuotep, uno scriba e medico babilonese.
In questo primo romanzo si presentava anche una storia parallela ambientata nel XIX secolo, con protagonisti Howard Carter, lo scopritore della tomba di Tutankhamon e dei tanti segreti che conservava, e il suo mecenate, Lord Carnarvon.
La strana proposta di Ankhesenamon
In questa nuova opera Tutankhamon è da poco morto, appena diciottenne, e lo scriba Menthuotep diviene testimone e cantore degli straordinari eventi che seguiranno alla sua dipartita, e che verteranno su un’audace decisione assunta dalla vedova del faraone, la regina Ankhesenamon.
Il libro ha ricevuto l’apprezzamento anche della celebre scrittrice Dacia Maraini, che ha affermato: «Una narrazione suggestiva che si avvale di dialoghi serrati nei quali si delineano i personaggi con mano sicura e tagliente. Un romanzo singolare sulla storia di due imperi e di due donne, Ankhesenamon e Malnigal, storicamente lontane da noi, ma vicine per coraggio e determinazione».
Ne La regina di Tebe si racconta un episodio poco noto: la regina egizia, tramite Menthuotep, fa una proposta al re ittita Suppiluliuma che lo sorprende non poco, in quanto l’impero egizio e quello ittita non erano mai stati in buoni rapporti. Ella chiede di sposare uno dei figli del re, per generare quell’erede che non aveva potuto avere col suo amato marito, e unire quindi i due popoli che avrebbero finalmente vissuto in pace.
Una storia avvincente e intricata
Suppiluliuma, seppur tentato dall’ottenere senza guerre e spargimenti di sangue il controllo delle Due Terre tramite un matrimonio di convenienza, non crede alla buona fede della regina: per questo motivo viene inviato ad Hatti lo scriba Menthuotep, attraverso i cui occhi osserviamo lo sviluppo dell’avvincente e intricata storia.
Annamaria Zizza si sofferma anche sulla figura di un’altra donna intraprendente: è Malnigal, la moglie del re ittita; versata nelle arti oscure e con una propensione per l’inganno, è simbolo dell’oscurità mentre la regina egizia lo è della luce. Molto interessante è anche il personaggio di Menthuotep, le cui abilità nel campo della medicina sono centrate sulla narrazione psicologica dei malanni: egli è in fondo uno scriba, e per lui la parola è la sola che «placa le tempeste e dona la pace».
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Emilio Lonardo
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 210, giugno 2023)