Intervista in esclusiva a Tiziana Scimone, creatrice e interprete del commovente quanto coinvolgente brano musicale “Il lamento del mare”, dedicato alle migrazioni attraverso le acque marine, spesso finite in tragedia
Ha riscosso grande risonanza mediatica la canzone di Tiziana Scimone, Il lamento del mare, uscita lo scorso 10 febbraio. L’autrice, donna poliedrica e dalle spiccate doti artistiche, risulta ininterrottamente presente su radio, giornali e tv da quasi tre mesi, tra interviste, promozioni, recensioni e l’assegnazione di premi collegata anche alla scottante attualità del suo brano.
Anche noi di LucidaMente 3000 non siamo rimasti indifferenti a questo evento e abbiamo contattato l’autrice per conoscerla e per comprendere meglio storia e significato della sua canzone. Ecco la nostra intervista.
Chi è Tiziana Scimone?
«Sono una commercialista, ma insegno in una scuola primaria della Romagna. E lo faccio con molta passione, perché è importante educare i nostri figli, al fine di contribuire a formare una società pensante. Sono una vocal coach, specializzata in Cantoterapia e Musicoterapia. Sono altresì soprano nel coro Quadriclavio di Bologna, e mi piace scrivere per eventi di attualità, di cultura e su temi che riguardano i diritti umani, come un altro componimento dedicato alle le vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980».
Il lamento del mare parla di migranti. Come è nato e perché?
«Sono originaria di Roccella Jonica, un paese della provincia di Reggio Calabria, che, oltre ad essere famoso per il Festival jazz “Rumori Mediterranei”, è stato interessato da numerosi sbarchi che si riversano sulle nostre coste in questi ultimi decenni. Il brano è stato scritto in piena pandemia, proprio a Roccella Jonica, in un clima di terrore per il Covid e per la paura che i migranti potessero diffondere il virus. Per loro, all’incognita di toccare terra, si aggiunge la criticità dell’accoglienza con tutti i complicati risvolti».
E, immagino, gli abitanti del posto, nonostante i timori, hanno offerto grande solidarietà.
«Sì, a cominciare dal sindaco, Vittorio Zito, che ha dimostrato grande umanità, affrontando una situazione estrema, di vera e propria tragedia in quel preciso momento storico. Questa situazione di estrema solidarietà ha dato il “la” per realizzare il brano, del quale ho composto testo e musica. Le nostre radici magnogreche non mentono mai: l’ospite, il naufrago, lo straniero, sono sacri. Vanno accolti, ospitati, rifocillati, onorati. Se una madre mette su un barcone il proprio figlio, con tutti i rischi e le incognite che il viaggio comporta, vuol dire che è mossa dalla disperazione o dalla speranza di conquistare la libertà. Lo reputo l’ultimo, ma, di sicuro, il più grande gesto d’amore».
Il brano è di una scottante attualità. Pensi stia riscuotendo il successo che speravi?
«Il lamento del mare è uscito il 10 febbraio di quest’anno. Dopo 15 giorni, si verifica la nota tragedia al largo di Cutro. Forse questa tristissima coincidenza ha contribuito a far diventare virale la canzone, come se questa rappresentasse la voce di tutte quelle vittime. Quando scrivo un brano non so mai se avrà successo o meno. Io lo spero, naturalmente. Ci metto sempre tutta me stessa, investendo al massimo. Ad ogni modo, l’anno scorso ho partecipato a Sanremo rock-trend. Il testo della canzone è stato inserito nella raccolta di poesie dell’Aletti Editori; quest’anno il brano è stato selezionato per il Premio Voci per la Libertà di Amnesty International, e inoltre a Napoli ha ricevuto il premio Comunicazione Radio e Stampa».
Utilizzi musiche e lingue inusuali; vuoi spiegarci i motivi di questa scelta?
«Il mio brano è una preghiera che ha il linguaggio misto, quello di chi accoglie e quello di chi cerca la salvezza, il calabrese e l’arabo. Anche la musica è un mix; mi piacciono le contaminazioni che ho utilizzato nella melodia, una commistione di diversi suoni, tra il calabrese e l’arabo, tra la chitarra battente e il duk duk e il kaval. L’intento è di creare una sorta di sinergia tra i diversi Stati ed esseri umani che vivono il fenomeno della migrazione. La musica è una potente cassa di risonanza che arriva dritta al cuore della gente».
Dunque, non ci resta che ascoltare la tua canzone!
«Certo, ma prima compio un’ultima annotazione: Il lamento del mare è una melodia di speranza dove si sentono i suoni del mare, del cielo e della terra e che attraversa i confini linguistici. Ascoltatela e fatevi trasportare dalle emozioni».
Salutiamo Tiziana, ricordando che Il lamento del mare è arrangiato da Francesco Loccisano (chitarra battente) e Pasquale Morgante (pianoforte jazz) e lo si può ascoltare sulle piattaforme Spotify, YouTube, Apple music, Amazon music, Deezer.
Nicola Marzo
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 209, maggio 2023)