I Fernweh hanno pubblicato la colonna sonora di “Tríptiko”, concerto multimediale ispirato all’opera del grande pittore fiammingo
È possibile “musicare”, produrre una colonna sonora, per accompagnare l’opera di uno dei più misteriosi, visionari, bizzarri pittori di tutti i tempi? L’artista in questione è il notissimo Hieronymus Bosch. A realizzare la “folle impresa” sono stati i Fernweh, gruppo di musica elettronica e sound design formatosi nel 2015 a La Spezia.
I Fernweh incontrano Tagliafierro e Karmachina
A comporlo sono in tre: Emiliano Bagnato (chitarre e sintetizzatori), Lorenzo Cosci (batteria e percussioni) e Daniel Leix Palumbo (sintetizzatori e tastiere). Iniziano come gruppo di improvvisazione live, da cui la denominazione Fernweh, difficilmente traducibile dal tedesco. Infatti, si tratta quasi di un ossimoro, “nostalgia dell’altrove o della lontananza”, in contrapposizione al più consueto e comprensibile Heimweh (nostalgia, il desiderio della patria o della casa). E cosa c’è di più “altrove” dei dipinti del grande pittore fiammingo? Così, nel 2019, dalla collaborazione col video artista Rino Stefano Tagliafierro e con lo studio milanese di visual design Karmachina, è nata l’ideazione di un concerto multimediale, omaggio a Bosch. In particolare al Trittico del Giardino delle delizie (1480-1490 circa), olio su tavola di grandi dimensioni, conservato presso il Museo del Prado di Madrid.
Il concerto e il disco
La performance si è tenuta in live per la prima volta a Oviedo, in Spagna, ai Princess of Asturias Awards 2019 (vedi qui un breve estratto dell’evento) ed è stata più volte replicata. Ora i Fernweh hanno deciso di raccogliere in un cd le musiche della loro impresa. Il disco, perfettamente autoprodotto, è uscito lo scorso 24 febbraio 2023, e s’intitola, come le esibizioni davanti al pubblico, Tríptiko. A vision inspired by H. Bosch. L’opera contiene quindici tracce, per lo più brevi, con un leit-motiv: un tema, rielaborato dal gruppo, proveniente da uno spartito musicale presente proprio nel dipinto, attribuito allo stesso Bosch, e che quindi è stato definito come Tema di Bosch.
Un viaggio musicale-spaziale nelle ante del trittico
La loro successione non è casuale. La prima sezione (quattro brani) è dedicata all’anta sinistra del trittico, Il giardino dell’Eden. La seconda sezione (altri quattro componimenti) prende ispirazione dall’anta centrale, Il giardino delle delizie. La nona traccia è un intermezzo che raffigura un’altra grande opera del genio fiammingo (o a lui attribuita): I sette peccati capitali (dipinto a olio su tavola databile intorno al 1500-1525 circa e conservato sempre nel Museo del Prado di Madrid). La terza sezione (componimenti 10-14) è ispirata all’anta di destra, L’inferno musicale, per cui vi sono riferimenti a strumenti quali il liuto, l’arpa, la ghironda, la zampogna, ecc. Infine, la breve chiusura Cave Cave Deus Videt (traccia 15) riprende nel titolo l’iscrizione presente sul dipinto de I sette peccati capitali. Buon, allucinante e allucinato, quasi lisergico viaggio nell’immaginazione psichedelica di Bosch e dei Fernweh, laddove il suono diviene visione e la pittura diventa musica.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 207, marzo 2023)