Il romanzo “Una mattina qualunque” (edito da Avagliano) di Giovanni Gazzanni narra il complicato eppure arricchente rapporto tra due uomini, divisi (ma non del tutto) dall’età e dalla malattia
Nell’emozionante romanzo Una mattina qualunque (Avagliano Editore, pp. 144, € 16,00) di Giovanni Gazzanni si racconta la storia di due uomini diversi ma uniti da un profondo legame: Antonio ha ottantacinque anni e purtroppo soffre di Alzheimer; Michele è invece il giovane che si prende cura di lui e che vive sotto il suo stesso tetto.
L’autore narra di una loro giornata tipo, scandita da ritmi sempre uguali che sono dettati dalle piccole, grandi manie di Antonio e dalle rimostranze che ogni mattina esprime nei confronti di Michele, in quanto spesso non ricorda chi sia quella persona che gli sta accanto. Il giovane cerca di farsi forza e di spiegare ogni giorno con gentilezza il perché si trovi in casa sua: ci sono mattine in cui Antonio è più consapevole, altre in cui è difficile ragionare con lui. Il giorno raccontato dall’autore appartiene alla seconda categoria: l’anziano è confuso e nervoso, non vuole accettare Michele e si ribella a lui. Sono momenti drammatici in cui, però, emergono anche sprazzi di ironia e di leggerezza: l’autore ci mostra l’affetto del giovane per quell’uomo così fragile e smarrito, e la sua tenerezza ci fa emozionare profondamente. Michele, poi, non è sicuramente nel pieno della sua serenità, e quindi è ancora più ammirevole la sua dedizione ad Antonio: egli, infatti, non fa che leggere e rileggere dei fogli scritti dalla sua ex fidanzata, Carolina, che ha dovuto abbandonare quando la depressione della quale ella era affetta era diventata una minaccia alla sua sopravvivenza. Il giovane vive con dei forti sensi di colpa per la scelta compiuta, e soffre molto per la mancanza della donna che amava.
«Ormai Michele non può farne a meno. Passa sempre più spesso le notti a leggere e rileggere queste righe, fin quando non riesce poi ad addormentarsi. All’inizio sapeva perché lo faceva, adesso non più. Prima cercava risposte. Adesso si limita a leggere parole che ormai ha imparato a memoria. Le avrà lette centinaia di volte. Tra quelle righe cerca una soluzione, una risposta a una domanda che non conosce». L’antidoto per la sua malinconia diventa proprio il prendersi cura di Antonio: quell’anziano, quando è lucido, riesce a riportarlo alla realtà e a farlo riflettere sulla sua vita e sulle sue scelte. Ed è così che non è solo Michele ad occuparsi di Antonio ma avviene anche il contrario: Giovanni Gazzanni, attraverso la loro storia, ci ricorda quanto sia importante prendersi cura degli altri, e ci invita a non rispondere alla sofferenza altrui con l’indifferenza.
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Emilio Lonardo
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 204, dicembre 2022)