Manifestazioni-presidio in varie città italiane per denunciare l’assoluto stato di illegalità di Cie e Cara. Il comunicato dei promotori
I lager si somigliano: dietro al filo spinato ci sono sempre uomini e donne che spaventano la “purezza” di qualcuno. I nostri si chiamano CIE, Centri di Identificazione ed Espulsione. E chi sta qui dentro è colpevole del reato di fuga non autorizzata dalla miseria. Un inferno dove puoi marcire per 18 mesi, così ti passa la voglia di scappare dalle carestie. Niente avvocati, niente giornalisti, nessun contatto con l’esterno, perché il Governo non vuole che l’opinione pubblica sappia di quanta disumanità è capace la destra leghista.
Allora tocca a noi far sapere, dare voce a chi non ce l’ha.
Presto ci organizzeremo, perché la sofferenza di donne e uomini innocenti ci riguarda.
Teniamoci pronti.
Massimo Marnetto (Libertà e Giustizia di Roma)
CIE (Centri di Identificazione) e CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), sono da tempo OFF LIMITS per l’informazione, luoghi interdetti alla società civile e in cui soltanto alcune organizzazioni umanitarie arbitrariamente scelte riescono ad entrare. Una circolare del Ministro dell’interno, la n. 1305 emanata il 1 aprile 2011, ha reso ancora più inaccessibili tali luoghi, fino a data da destinarsi, in nome dell’emergenza nordafricana. Giornalisti, sindacati, esponenti di associazionismo antirazzista umanitario nazionale e internazionale, presenti nel territorio in cui sono ubicati, sono considerati secondo detta circolare “un intralcio” all’operato degli enti gestori e per questo tenuti fuori. Questo si traduce di fatto in una sospensione del diritto-dovere di informazione che si va ad aggiungere alle tante violazioni già riscontrate in questi centri. Non potendo entrare, diviene legittimo pensare che in essi si determinino condizioni di vita inaccettabili e ripetute violazioni dei diritti.
Le poche fonti reperibili di notizie diventano i video registrati da cellulari, dagli immigrati trattenuti nei centri, le lettere che riescono a partire dall’interno, le telefonate e le testimonianze rese da chi esce o fugge, e quanto arriva non è certo dimostrazione di trattamento rispettoso dei diritti umani. Il prolungamento votato nei giorni scorsi dal parlamento, che consente di trattenere le persone non identificate nei Cie fino a 18 mesi, aumenta il disagio e la sofferenza in cui si ritrovano persone che non hanno commesso alcun reato.
Gravi lacune si registrano poi nell’esercizio del diritto alla difesa. A tale scopo chi opera nell’informazione ritiene fondamentale avere modo di poter far conoscere alla pubblica opinione quanto in questi luoghi avviene, le ragioni dei continui tentativi di fuga e rivolta, dell’aumento dei casi di autolesionismo che spesso sfociano nel tentativo di suicidio. L’informazione deve poterne parlare, la società ha il diritto di sapere. Così come migranti e i cittadini stranieri hanno il diritto di essere informati ed assistiti dai legali, dalle associazioni e dai sindacati.
Per questo il 25 luglio, parlamentari di numerose forze politiche, consiglieri regionali, giornalisti, sindacalisti, associazioni e attivisti della società civile saranno davanti ad alcuni CIE e CARA italiani per reclamare il diritto ad accendere i riflettori su queste strutture e sulle persone che vi sono trattenute.
Comitato promotore:
FNSI, ORDINE DEI GIORNALISTI, Art. 21, ASGI, PRIMO MARZO, OPEN SOCIETY FOUNDATION, EUROPEAN ALTERNATIVES e i Parlamentari Jean Leonard Touadi, Rosa Villecco Calipari, Savino Pezzotta , Livia Turco, Fabio Granata, Giuseppe Giulietti, Furio Colombo, Francesco Pardi.
Adesioni fin qui ricevute:
ANSI, CGIL, ACLI, ARCI, MIGREUROP, AMSI, COMAI, LIBERTA’ E GIUSTIZIA, FCEI, , FORUM IMMIGRAZIONE PD NAZIONALE, CIR, TERRE DES HOMMES, Ass. Nazionale GIURISTI DEMOCRATICI, LIBERAL, LIBERAZIONE, L‘UNITA’, IL MANIFESTO, LiBERACITTADINANZA, LOOKOUT.TV, LEFT, AVVENIRE, MOVEON, POPOLO VIOLA, ANTIGONE LOMBARDIA, RIFONDAZIONE COMUNISTA, Gruppo al Consiglio Regionale del Lazio della Federazione della Sinistra, Gruppo al Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia di Rifondazione Comunista, Rete Immigrati Autorganizzati Milano.
Parlamentari ad oggi confermati che parteciperanno all’iniziativa:
Touadì (PD), Villecco Calipari (PD), Turco (PD), Colombo (PD), Gozi (PD), Sarubbi (PD), Pardi (IDV), Zampa (PD), Monai(IDV), Strizzolo (PD), Rossomando (PD), Marcenaro (PD), Messina (IDV), Pezzotta (UDC), Fiano (PD), Pes (PD), Di Stanislao (IDV), Formisano (UDC), Perduca (RADICALI) , Orlando (IDV), Luongo (PD), Giambrone (IDV), Granata (FLI), Ginefra (PD).
Presso i centri dislocati in:
Roma, Bologna, Modena, Gradisca, Torino, Milano, Bari, Cagliari, Santa Maria Capua Vetere, Trapani, Catania, Lampedusa, Porto Empedocle.
Chiunque voglia partecipare o richiedere ulteriori informazioni può mettersi in contatto con:
Gabriella Guido – Rete PRIMO MARZO – ggabrielle65@yahoo.it – 329.8113338
Renzo Santelli – FNSI – renzo.santelli@fnsi.it – 335.5325534