Intellettuale reggina raffinata e dalla calda umanità, è stata anche una preziosa amica della nostra rivista
Sabato 29 maggio 2021 si è spenta a Reggio Calabria, dopo una lunga malattia, Gaetanina Sicari Ruffo, già docente di Lettere nei licei, giornalista pubblicista, scrittrice e collaboratrice di numerose riviste come Altritaliani.net, Bottega Scriptamanent, Calabria Sconosciuta, Excursus.org, Nuovo Umanesimo, ecc. nonché eccellente amica di LucidaMente. Donna dotata di raffinata cultura e di profonda umanità, è stata tra le promotrici del movimento culturale calabrese Nuovo Umanesimo e ha pubblicato raccolte di racconti, sillogi poetiche e saggi a carattere storico, tra i quali segnaliamo due volumi dedicati alla questione femminile: Le donne e la memoria. Un contributo unico di solidarietà femminile (Città del Sole), Il voto alle donne. La lunga lotta per il suffragio femminile tra Ottocento e Novecento (Mond&Editori). Quest’ultimo saggio è stato recensito da Jessica Ingrami sul n. 54 della nostra rivista (vedi Storie di donne e diritti negati). Nell’esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia, la nostra redazione intende ricordarla con affetto e onorarne la memoria ripubblicando (vedi «Profili sconosciuti di cabale segrete») di seguito tre sue belle poesie tratte dalla raccolta Ascoltando il mare (Pungitopo).
Tra pergamene consumate
icone ingiallite
la memoria disfa
cesure di tempi
corone di vita
nell’arco del giorno
che muore.
Filamenti di parole sopite
scorrono su binari invisibili
per ignoti destinatari
di lune, di soli remoti
sotto fregi d’oro
il mistero
di solitari eremi
di ignoti guardiani
interpreti di sogni spezzati.
La polvere bianca di millenni
con mani pure
di incontaminato sacerdote
le ferite risana.
Giochi di luce
Arabeschi appena tracciati
nel riquadro d’una porta a vetri,
alfabeto misterioso di segni
che non ha l’eguale,
profili sconosciuti di cabale segrete
che niente dicono, ma fanno sognare
primavere di luce
fervidi prodigi celesti.
Sogno-realtà, aspetti difformi
d’un teorema impossibile
senza soluzione
con un rovescio inquietante
dagli occhi medusei.
Le tue mani sottili ed agili
sulla tastiera
candidi voli di gabbiani
per sconosciute chimere.
Fugge come l’onda
rifratta sugli scogli
la voce,
incanto momentaneo
d’un lungo, atteso preludio.
Già un tumulo sfrenato
di sciolti puledri
invade e scompone
il quieto mistero d’attesa.
Lontano un nembo
di polvere
srotola secoli
di pergamene incognite
con segni indecifrabili
di sacri riti e parole.
Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 185, maggio 2021)