Da poche settimane è uscito, per l’etichetta O’Disc/Pineta Produzioni, “Tilt”, il quinto album dell’artista romano
Tilt è il lavoro che Pino Marino ci dona per celebrare i suoi vent’anni di carriera, iniziata nel lontano 2000 con l’album Dispari. Il disco, pubblicato nello scorso ottobre da O’Disc/Pineta Produzioni, è composto da dieci tracce dalla sonorità moderna e intensa, con testi suggestivi e taglienti, e vanta collaborazioni importanti: gli ospiti in voce sono infatti Tosca in Roma bella, canzone scritta per lei in questa occasione, Ginevra Di Marco in Maddalena e Vinicio Marchioni in Tilt, l’ultimo brano. Altre presenze importanti sono Roberto Angelini (chitarra), Giovanna Famulari (violoncello), Fernando Pantini, Vincenzo Vicaro e Agnese Valle.
Il singolo che ha anticipato l’uscita del disco – e che apre l’album – è Calcutta. Nel componimento la magnificenza della Città Eterna si mescola col degrado: «Stelle basse e luci fioche in Campidoglio / una testuggine di scarti / conservati con orgoglio». I temi della contraddizione e del bivio sono i leitmotiv di questo lavoro e riaffiorano in tutti i brani di Tilt. L’artista ci pone di fronte a bivi culturali, sociali e interpersonali, dei veri e propri cortocircuiti che hanno dato il nome al disco. Come possiamo aspettarci da un cantautore del calibro di Marino, la parola è il perno centrale attorno a cui ruotano liberamente gli arrangiamenti. La copertina dell’album è la celebre foto dal titolo Gaza, l’ora del bagnetto, che è stata scattata dal giovane palestinese Emad Nassar nel 2015. Questa immagine ha vinto il premio Sharjah, patrocinato dall’Unesco.
Lo scatto, molto evocativo, mostra un padre intento a lavare la figlia e la nipotina: uno spaccato di quotidianità mentre intorno ci sono distruzione e macerie, in un paradossale contrasto di sorrisi e calcinacci. Secondo l’artista, che su Instagram si definisce ironicamente una «conifera sempreverde», «noi siamo giunti ad un Tilt epocale, sociale e culturale. Siamo evidentemente ad un bivio collettivo di rottura e ogni bivio di questa natura, implica una scelta che non preveda il solo singolo aumentato […]. O si riprende il gioco avendo cura di altre e necessarie modalità oppure si accetta la fine della corsa procurata dalle stesse modalità da cui è stata generata». Il periodo che stiamo vivendo esemplifica molto bene questo concetto di “tilt”; chissà se saremo capaci di riprendere il gioco.
Le immagini: la copertina del disco Tilt e il musicista romano Pino Marino.
Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 181, gennaio 2021)