Intervista a Cristina Penco, autrice del libro “Meghan Markle. Una Duchessa ribelle” (Diarkos edizioni). Passato e presente – aneddoti di corte compresi – raccontati da un’esperta di reali britannici
Dal 19 maggio 2018 il gossip sulla famiglia reale inglese è decollato ancor di più. A quella data infatti risale il matrimonio tra la ex attrice americana Meghan Markle e il principe Harry, figlio minore del principe Carlo e della compianta lady Diana Spencer. Seguire le avventure riguardanti i novelli sposi – ma anche il loro rapporto con i parenti più prossimi – è compito arduo. Cristina Penco, giornalista professionista freelance esperta di dinastie europee, ha riunito il tutto nella biografia Meghan Markle. Una Duchessa ribelle (Diarkos edizioni, pp. 256, € 16,00 in versione cartacea, € 9,99 in ebook). Noi l’abbiamo intervistata e abbiamo scoperto un particolare lato “rivoluzionario” della royal family, talvolta inimmaginabile, raccontatoci dall’autrice stessa con coinvolgente competenza.
Com’è nata l’idea di scrivere un libro sulla nuova duchessa di Sussex e in che modo ti sei documentata?
«Si tratta di un personaggio molto discusso e attuale. Nella primavera 2018, Meghan è stata inserita dalla rivista Vogue UK tra le 25 protagoniste della scena pubblica internazionale. Un riconoscimento che, per esempio, la cognata Kate Middleton non è riuscita a guadagnarsi. In veste di giornalista freelance per periodici [il settimanale Vero e il mensile Lei style, ndr], sono stata attratta dalla sua figura fatta di luce e di ombre. Ho pensato così di indagare soprattutto la donna che si cela dietro all’immagine pubblica. Per lavoro, oltre che sulla base dei miei interessi personali, da circa tre anni scrivo articoli sui reali inglesi. E, grazie alla pubblicazione dei miei pezzi, segnalati da alcuni colleghi, sono stata contattata da una casa editrice. Dopo alcune vicissitudini, è stata pubblicata questa “biografia romanzata”. Così amo definire il mio libro, ricalcandone la descrizione emersa in occasione di una sua presentazione: è in evidenza come lo stile narrativo conferisca colore e personalizzazione alla storia, accanto alla sua ricostruzione giornalistica».
L’opera vanta collaborazioni con esperti storici dei Windsor. Come si sono sviluppate?
«Si tratta di contatti presi in precedenza, per via della mia professione, e che ho desiderato riprendere in occasione della stesura del libro. Credo che i tre pareri autorevoli coinvolti nel progetto abbiano da un lato conferito maggior spessore al testo, dall’altro, tuttavia, non abbiano tradito la mentalità e la cultura italiana dei miei lettori. In particolare, Antonio Caprarica è un’icona del giornalismo che tutti conosciamo e ricordiamo quale corrispondente da Londra. Analogamente, anche Diego Dalla Palma e Giusi Ferré, maestri di stile ed eleganza, hanno accettato a “scatola chiusa” le mie richieste, con mia grande gioia. I restanti osservatori e commentatori della famiglia reale citati nell’opera sono invece stati attinti da altre fonti, quali un mio studio bibliografico e vari documentari della Bbc».
Ai tempi in cui lady Diana Spencer sposò il principe Carlo, i requisiti imprescindibili per entrare nella casata Windsor erano la verginità, l’appartenenza all’aristocrazia, la religione protestante, l’essere anglosassone e di pelle bianca. Oggi molte cose sono cambiate…
«Non v’è alcun dubbio che, riguardo a Meghan, tutti i criteri siano stati sovvertiti in un colpo solo. Di origine afroamericana con padre caucasico, ha alle spalle il divorzio da un matrimonio durato due anni con il produttore Trevor Engelson. All’anagrafe è più anziana di tre anni del marito Harry e, per sposarlo, ha detto addio a una carriera di attrice hollywoodiana. Tra i ruoli da lei recitati in passato, uno fra i più noti non ha convinto i conservatori britannici: quello della seducente Rachel nella serie televisiva Suits, che non ha risparmiato agli spettatori scene ad alto tasso erotico. E sembra proprio che Markle continui a impegnarsi nel trasgredire l’etichetta di corte, nonostante l’assenso di queen Elizabeth al suo matrimonio con il figlio minore di Carlo».
Assenso che ai conservatori britannici è probabilmente parso anomalo…
«Secondo le testimonianze raccolte a palazzo, la sovrana avrebbe da subito provato un’istintiva simpatia per Meghan, cogliendo, per la prima volta, la felicità nel cuore dell’amatissimo nipote che l’aveva fatta penare in passato. In lei, la regina ha visto la donna con cui Harry ha deciso di impegnarsi in un serio progetto di famiglia, oltre a onorare gli impegni di corte legati agli eventi di beneficenza. Ai più sfugge il fatto che Elizabeth sia amante delle cosiddette “battute di spirito” e del buon cibo: per questo ha presto simpatizzato con la personalità calda e solare di Meghan. Harry stesso ha avuto modo di raccontare un aneddoto: in occasione della prima visita della futura moglie, gli adorati cagnolini della nonna le sono corsi immediatamente incontro facendole una grande festa. E la regina ha apprezzato. Soltanto Meghan saprà mai quanto di vero e quanto di recitato – da brava ex attrice – vi sia stato in quel momento. Di certo si sa che, in vista della prima occasione a palazzo, si era preparata recandosi in un’esclusiva sala da tè a Pasadena. E la regina ha gradito pure questo».
I duchi di Sussex provengono da mondi e origini molto lontani tra loro. Potrà mai l’amore, quello sincero tanto auspicato da lady Diana quale elemento fondamentale in un matrimonio, colmare questa distanza?
«I media e alcuni osservatori reali avrebbero notato un cambiamento nella figura di lui, precisamente nei giorni in cui la coppia era impegnata in Sudafrica con il primogenito, il piccolo Archie Harrison Mountbatten, al seguito. Il neopapà sarebbe stato colto con sguardo cupo e fronte corrucciata, come se temesse, da un momento all’altro, un colpo di scena da parte della moglie. Queste probabilmente sono soltanto malelingue. Lo abbiamo infatti visto, sempre in Africa, mentre ballava con le donne del luogo in un rito gioviale, allegro e colorato: ci è sembrato tutt’altro che un principe triste e scontento della sua nuova vita. E, alla fine, il loro tour è stato un successo a livello di immagine e consensi».
Quali lati del carattere hanno in comune Meghan e Harry?
«Entrambi sono persone molto votate – lo erano già prima del loro incontro – al prossimo e alle cause umanitarie e sociali. Amano profondamente gli animali e hanno una spiccata attenzione verso l’ecologia. Sono due anime inquiete con personalità forti e ribelli: è pertanto ipotizzabile che non manchino frizioni fra loro, così come momenti di intensa passione. Inoltre, per il duca non sarà facile stabilire e mantenere un equilibrio fra la tendenza reale superconservatrice e l’emancipazione femminile che contraddistingue la moglie».
L’indole libera e ribelle e, pare, piuttosto capricciosa di Meghan avrebbe anche creato un “fuggi fuggi” fra il personale storico impiegato a corte. In soli sei mesi si sono licenziati la sua guardia del corpo, una poliziotta di Scotland Yard e, dalla nascita del figlio, ben tre tate. È così difficile essere alle dipendenze della duchessa del Sussex?
«Di recente si è parlato della defezione anche di una quarta tata. A Londra si vocifera che lei abbia un carattere fortemente autoritario, che sia una stacanovista e che – lo faceva anche in gravidanza – si svegli alle cinque del mattino. Prima della sua sessione quotidiana di fitness, sembra invii svariate e-mail ai propri collaboratori assegnando compiti da svolgere immediatamente. Non è semplice gestire queste richieste e simili ritmi. A proposito della difficoltà nelle relazioni personali, da indiscrezioni che circolano a corte pare che anche con la cognata Kate Middleton i rapporti non vadano meglio. Il loro primo attrito risalirebbe alle festività natalizie del 2017, in occasione della visita di Harry e Meghan a William e consorte nel loro cottage: il motivo sarebbe stato l’approccio di Markle verso la servitù, ritenuto dalla padrona di casa lontano dall’etichetta. Tra le due donne vi è innanzitutto un problema culturale: più formali i britannici, decisamente più diretti gli americani. Fatto sta che Kate si sarebbe risentita del comportamento di Meghan e le avrebbe così ricordato, senza mezzi termini, chi delle due è la moglie dell’erede al trono e quindi la futura regina».
Del resto, si tratta per Meghan della stessa indole che l’ha spinta, il giorno del suo matrimonio, a entrare in chiesa con la sola compagnia del suo sguardo fiero e a rifiutarsi di recitare la tradizionale formula dell’obbedienza al marito…
«Il 19 maggio 2018 Markle ha compiuto un grande atto di affermazione di sé e della propria indipendenza, dovuto anche alle circostanze. Prima delle nozze, suo padre era stato colpito da uno scandalo: dietro il pagamento di una somma ingente, l’uomo si sarebbe fatto fotografare da alcuni paparazzi mentre provava abiti per il gran giorno. Scoperto l’inganno, i rapporti – già fragili – fra i due si sono compromessi definitivamente. Thomas Markle, in seguito, è stato ricoverato in ospedale per un attacco di cuore. Tale è stato il motivo ufficiale della sua assenza al matrimonio della figlia, che ha così deciso di entrare in chiesa da sola, mettendo in campo le proprie doti recitative, e di farsi accompagnare, nel solo tratto finale, dal futuro suocero».
Le immagini: la copertina del libro Meghan Markle. Una Duchessa ribelle e una foto dell’autrice, la giornalista esperta di famiglie reali europee Cristina Penco.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XIV, n. 167, novembre 2019)