Nella sperduta isoletta nel nord del paese scandinavo, avrebbero eliminato lo stress del tempo. Ma si trattava solo di una trovata pubblicitaria
Una delle massime di Albert Einstein recita: «Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando». Detta altrimenti, sempre da Einstein, il concetto suona più o meno così: «Quando un uomo siede un’ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività».
Che cosa ne deduciamo? Intanto, che il noto fisico doveva avere un ottimo humour e poi che la misura del tempo non è oggettiva, ma dipende da molte variabili: dove siamo, cosa facciamo, se siamo fermi o in movimento… Il tempo scandisce le nostre vite in svariati modi: c’è quello lavorativo, quello scolastico, quello libero… Viviamo la giornata secondo una precisa timeline, all’interno della quale ci spostiamo come trottole da un’attività all’altra in base all’orario che leggiamo sul quadrante dell’orologio o sullo schermo dello smartphone. Sveglia alle sette, colazione alle sette e mezza, alle otto fuori di casa, dalle otto e mezza alle cinque e mezza in ufficio, alle sei in palestra, happy hour alle sette e mezza, cena alle nove, alle nove e mezza Netflix e a mezzanotte tutti a letto. Ma che cosa succederebbe se di punto in bianco ci svegliassimo e non ci fossero più orologi a scandire le nostre vite? Se dedicassimo alle attività il giusto tempo e non quello che la società impone?
Questa è l’utopica proposta di una sperduta isola a nord della Norvegia: Sommarøy. Si tratta di un antico villaggio di pescatori i cui trecento abitanti trascorrono oltre due mesi senza notte d’estate e altrettanti di buio tra novembre e gennaio. Sarebbero stati loro a proporre di diventare la prima time-free zone, alla lettera “la prima area libera dal tempo”. Decisamente accattivante e, infatti, al riguardo sono usciti qualcosa come 1.650 articoli a opera di quasi 1.500 media, dalla Cnn a The Guardian, The New York Times, El País, la Repubblica e Der Spiegel (fonte Time.is).
Tutti con titoli “acchiappa-clic”, come: Norvegia. Sommarøy, l’isola artica che vuole fermare il tempo (la Repubblica); Sommarøy, l’isola norvegese che ha deciso di eliminare il tempo (Huffington Post); Sommarøy, l’isola che ha deciso di vivere senza il tempo (Vanity Fair). Peccato che praticamente si tratti di un fake. Ma andiamo con ordine. Verso la metà di giugno esce la notizia che gli abitanti di Sommarøy, il cui portavoce è un certo Kjell Ove Hveding, chiedono che all’interno dell’isola vengano abolite le tradizionali forme di misurazione del tempo. Sui giornali si leggono dichiarazioni di questo genere: «Per molti di noi, ottenerlo per iscritto significherebbe semplicemente formalizzare qualcosa che pratichiamo da generazioni». Ciò che pare abbastanza fondato, infatti, è che, proprio a causa dei lunghi periodi di luce totale, e degli altrettanti momenti di buio completo, da anni i locali avessero già adottato una scansione temporale più naturale, regolata sulla particolare alternanza luce/buio dell’isola. Così le immagini di orologi appesi al ponte che collega Sommarøy alla terraferma hanno iniziato a fare il giro del mondo.
Non c’è che dire, una gran bella pubblicità. Perché di questo, alla fin fine, si è trattato. E non ci sarebbe neppure niente di male: basta chiamare le cose con il loro nome. Il 26 giugno scorso sono arrivate infatti le scuse officiali di Innovation Norway, l’agenzia stampa di Stato che, in un comunicato, chiarisce che si trattava di una campagna promozionale e che avrebbero dovuto esplicitare il loro ruolo. Si specifica poi che, non essendo più efficace la réclame tradizionale, stavano sperimentando nuove modalità di lancio. Verrebbe quasi da chiamarlo marketing aggressivo.
In tutto ciò non è chiara la posizione degli abitanti di Sommarøy. La Cnn dà credito all’ipotesi di una loro preesistente abitudine di non affidarsi alla scansione temporale convenzionale, troppo rigida; si tratterebbe quindi, in sostanza, di aver messo in risalto una reale volontà degli isolani di “eliminare il tempo”. Pare infatti che essi abbiano addirittura firmato una petizione per un fuso orario libero e che la stessa sia stata consegnata in Parlamento. Ad alcuni media, tra cui Forbes, ha fatto comunque storcere il naso la giustificazione di Innovation Norway, rilevando che la reputazione da leader della Norvegia nell’affrontare le fake news sia a pezzi dopo che un’agenzia governativa ha ammesso pubblicamente di aver inventato una storia e fabbricato foto diventate poi virali in tutto il mondo. Il rischio, neanche troppo velato, è quello di far passare una campagna pubblicitaria per informazione.
Le immagini: vedute di Sommarøy, isola nel nord della Norvegia.
Chiara Ferrari
(LucidaMente, anno XIV, n. 165, settembre 2019)