In viaggio su rotaia alla scoperta dell’Europa, per giovani e non: una scelta economica ed ecologica
Il mese scorso mi trovavo nella stazione di Milano Centrale; mentre aspettavo che arrivasse il treno per Genova, ho notato che tra la folla spuntavano come torrette degli enormi zaini, caricati sulle spalle di giovani con i capelli chiari e la carnagione bianca, un po’ arrossata dal sole. Per usare un termine cool, li si può definire backpackers, coloro che si spostano con lo zaino (in inglese appunto backpack), condizione tipica dei viaggiatori itineranti. «Staranno facendo l’Interrail», ho pensato, con quel misto di malinconia e rimorso che caratterizza tutte le cose che avremmo voluto/potuto/dovuto fare e che non abbiamo mai fatto né probabilmente faremo.
L’Interrail è un biglietto ferroviario che permette ai cittadini europei e non (ma che risiedono legalmente in Europa) di viaggiare con 38 compagnie di treni e traghetti di 31 Paesi del continente. In sintesi: si acquista il pass, il cui costo varia essenzialmente in base ai giorni in viaggio – da un minimo di tre a un massimo di novanta – e all’età, e ci si sposta con i mezzi degli Stati che aderiscono al progetto (maggiori info sul sito). L’iniziativa è nata nel 1972 con lo scopo di favorire la conoscenza del nostro continente attraverso un contatto diretto con le diverse nazioni. Inizialmente rivolto agli under 21, poi allargato ai minori di 23 anni e di 26, dal 1998 non ha più limite di età. Oggi infatti esistono tre tipi di pass: Giovani, dai 18 ai 27 anni; Adulti, dai 28 ai 59; Senior, dai 60 in su. Una volta stabilita la categoria di appartenenza, rimane da scegliere che tipo di viaggio fare: se un tour che tocchi diverse capitali, per esempio, o un itinerario che approfondisca un solo Paese. Nel primo caso si acquisterà un Global pass valido in 30 Stati (tra i quali Danimarca, Grecia e Turchia), nel secondo un One country pass, utilizzabile in uno solo (Italia, Francia e Spagna sono tra i più richiesti).
Secondo il sito ufficiale, più di 280mila europei usano il biglietto per viaggiare attraverso il continente. In aggiunta, l’anno scorso è nata una nuova iniziativa dedicata ai giovanissimi: con il progetto Discover EU, infatti, chi ha compiuto 18 anni può iscriversi e venire selezionato per ottenere un pass gratuito, con il quale viaggiare fino a trenta giorni. Dall’inizio del programma, nel giugno 2018, quasi 50mila giovani hanno avuto l’opportunità di ricevere un biglietto gratis, di cui più di 2.300 solo in Italia.
Tra loro Alessia Luzzati, classe 2000, originaria di Genova. Il 1° agosto scorso lei e alcune amiche sono partite dall’Italia e hanno visitato, nell’ordine, Vienna, Bratislava, Budapest, Praga, Berlino e Monaco di Baviera. «Ci è sempre piaciuto viaggiare e visitare nuovi posti, per cui l’idea dell’Interrail e di spostarsi liberamente da un Paese all’altro ci ha da subito attirato», dice Alessia. «L’anno scorso, non appena abbiamo scoperto la possibilità di vincere un biglietto, abbiamo fatto domanda. Per ora ci siamo trovate benissimo! Abbiamo visto luoghi stupendi e la cosa bella è che non si fa in tempo a stufarsi di una città, che si è già in partenza per la successiva. Cerchiamo di conoscere il maggior numero possibile di persone e ogni sera abbiamo un appuntamento con qualcuno. È bello passare il tempo in compagnia di coetanei, scoprire da dove vengono e farsi raccontare le loro esperienze in viaggio. Con alcuni abbiamo trascorso delle piacevoli serate, con altri abbiamo proprio legato e abbiamo già deciso che dovremo assolutamente rincontrarci».
Uno dei punti di forza dell’Interrail è ovviamente quello economico. Nel pass sono comprese le spese degli spostamenti e, alloggiando negli ostelli, di cui soprattutto nell’Europa del Nord c’è una vera e propria cultura, si può risparmiare parecchio. In più c’è anche la possibilità di viaggiare sui treni notturni godendo di un doppio vantaggio: quello di non perdere tempo durante il giorno e di evitare un pernottamento.
Il treno, poi, rispetto ad altri mezzi ha tutta una sua poesia e permette di assaporare meglio i luoghi che si attraversano. Certo, a differenza della macchina non si ha la possibilità di sostare dove si vuole, ma in compenso si può dormire, mangiare, leggere, guardare un film, conoscere persone nuove, sgranchirsi le gambe… tutte cose che in auto è meglio evitare! Inoltre, il treno permette a chi è più sensibile verso i temi ambientali di non provare la cosiddetta flyskam: dallo svedese, alla lettera, “vergogna di volare”. Non è mai stato un segreto, infatti, che il prezzo da pagare per la velocità e la comodità dell’aereo sia l’impatto ambientale. Gli aeroplani sono in assoluto i mezzi più inquinanti, con il loro costo di 140 grammi di CO2 per km: basti pensare che una tratta breve come Milano-Roma “costa” 70 kg di anidride carbonica, una delle principali cause del riscaldamento globale. Spinti dalla buona volontà di Greta Thunberg, i suoi connazionali sono tra i primi a far parte del neonato movimento no-fly, ora di nicchia ma in probabile espansione. Con buona pace delle compagnie aeree.
Chiara Ferrari
(LucidaMente, anno XIV, n. 165, settembre 2019)