Il nuovo album (produzione Marte Label) di UNA è un inno alla persona e alle sue molteplici sfaccettature
Femminista, emancipata, fiera: la pugliese Marzia Stano (in arte UNA) ci serve la sua essenza su un piatto d’argento e lo fa con un disco sincero, privo di sovrastrutture. L’artista ha capito che è il momento di parlare chiaro e lo fa raccontandosi con la più totale naturalezza e leggerezza, su sonorità ballabili e, soprattutto, lasciando intendere che non le interessa il giudizio altrui: lei è così e basta.
Prodotto da MarteLabel e realizzato con Sergio Altamura (chitarre e programmazioni), AcidaBasicaErotica vede UNA al fianco di musicisti internazionali: dalla canadese Frennie Holden, al duo rap Random Recipe, dal dj esordiente Opposit, al duo femminile di street artist To/Let. L’album, uscito da poche settimane e marchiato Puglia Sounds Record 2018, è uno specchio puntato sull’artista e sulla società in cui vive e riflette perfettamente la complessità di entrambe. Musica dance, elettronica, con tocchi di cumbia e ritmi arabeggianti, tessono un variopinto arazzo di un’attualità altrettanto variopinta, ricca di culture e diversità, che in queste nove tracce vengono difese a spada tratta.
A basi leggere e sognanti vengono, infatti, accostati argomenti spinosi e impegnativi: in Eretica si scatta una fotografia della realtà italiana, fra giovani disoccupati e inciviltà; in Baci a Vanvera si parla di razzismo e di libertà di amare; in Marie si canta il triste e straziato addio di una donna uccisa dal marito geloso. Insomma: un’aspra critica rivolta a una società che ha disimparato l’amore, cedendo all’odio e al bigottismo e allevando giovani perennemente (dis)connessi, che non sanno più relazionarsi e si chiudono nel silenzio rassicurante delle loro camerette (hikikomori). Una società che non accetta eterogeneità e reprime le differenze.
E allora UNA si fa ambasciatrice delle diversità e rompe la convenzione con il suo eretico grido di libertà, dichiarando la sua omosessualità, le sue origini “terrone”, la sua autodeterminazione in quanto donna: la sua voglia di essere ed esistere senza vincoli. Indipendente anche nella creazione musicale, nella realizzazione di questo lavoro Marzia ha suonato tutti gli strumenti (batterie, percussioni, bassi, sintetizzatori e voci), dando vita, con i suoi echi alla Loredana Bertè, a un disco da ballare ma anche da ascoltare. La melodia elettro-dance di Per sempre chiude l’album, esortando coloro che sono bersagliati da giudizi e attacchi a rispondere godendosi la vita, assaporando una perenne «adolescenza che prende in giro il tempo». Provocante, scanzonata ancella dell’amore fluido, UNA ci lascia con la sua musica un prezioso invito: quello a essere orgogliosamente e testardamente se stessi.
Alessia Ruggieri
(LucidaMente, anno XIII, n. 156, dicembre 2018)