Terzo disco per Lorenzo Nada, con ben 16 tracce morbidamente sofisticate
Non ci eravamo persi i primi due lavori di Godblesscomputers, alias Lorenzo Nada, e li avevamo puntualmente segnalati su LucidaMente. Sia Veleno (2014, etichette Fresh Yo! Label e White Forest) sia Plush And Safe (2015, La Tempesta International/Fresh Yo!).
Ora il sempre più creativo musicista ravennate attivo a Bologna, ancora per le etichette La Tempesta International/Fresh Yo!, si cimenta in Solchi, uscito a inizio settembre 2017. Titolo connotativo. Infatti, può far riferimento ai misteriosi quanto magici solchi dei dischi di vinile, oggi tornati prepotentemente di moda. Oppure a solchi tracciati nel terreno, in maniera più o meno profonda, per gettarvi un seme dal quale nascerà una nuova vita. O, ancora, a ciò che ci fa essere quello che siamo oggi, dalle suggestioni del passato ai ricordi, dai piaceri trascorsi ai traumi subiti. Nascono così, ben 16 tracce – ecco un altro termine suggestivo ‒ quasi tutte tra i tre e i quattro minuti, per circa un’ora di ottimo ascolto.
La ricchezza di generi e musiche, di ritmi e melodie, sempre accomunati dalla cura e dalla pulizia delle sonorità, rappresenta una sorta di summa dell’autore. Groove, elettronica avvolgente, jazz, campionature, voci sottili e sfumate. Per pervenire al proprio obiettivo Nada si è circondato di una moltitudine di musicisti e collaborazioni anche vocali, maschili e femminili.
Il risultato è un impasto vario di musiche dal mondo, ma sempre morbido, sofisticato, delizioso. Le composizioni si susseguono le une alle altre e, pur nella loro diversità, appaiono unitarie, senza soluzione di continuità. Se dovessimo scegliere qualche brano, vi indirizzeremmo verso quelli più eterei e incorporei, luminescenze che si agitano flessuosamente nel cielo come aurore boreali: l’incipit Brothers, ad esempio. O il puntillista Glue. O 1989, la traccia più breve, poco più di un minuto: un ricordo d’infanzia, forse irreale. O l’impalpabile e “acquatico” Disquietude. O l’arcano Freddo, che chiude degnamente i Solchi di Godblesscomputers.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XII, n. 142, ottobre 2017)
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