Dopo il caso dj Fabo, un sabato pomeriggio di dibattito, organizzato da LiberaUscita. Al centro, l’autodeterminazione terapeutica, con l’intervento di numerosi relatori, per approfondire la questione e sostenere una buona legge. Tra gli sponsor dell’evento, anche la nostra rivista
L’ennesimo, doloroso, caso, quello di Fabiano Antoniani (dj Fabo), ha costretto ancora una volta i media e l’opinione pubblica a confrontarsi col tema del fine vita e delle volontà ultime delle persone. Il clamore suscitato, però, ha causato anche molta confusione tra testamento biologico, eutanasia, suicidio assistito.
Occorre fare chiarezza su termini così importanti e arrivare a una buona legge che eviti altre tragiche vicende. Sono questi alcuni degli obiettivi del convegno nazionale che si terrà a Modena sabato 8 aprile, dalle 15 alle 19, presso la sala Ulivi, in viale Ciro Menotti 137. Il suo titolo è Testamento biologico: la legge che vogliamo. A organizzarlo è LiberaUscita, «associazione nazionale laica e apartitica per il diritto a morire con dignità». E, tra gli sponsor, anche LucidaMente (vedere il nostro logo in fondo alla locandina a sinistra). L’incontro intende fare il punto sulla legge per il testamento biologico al vaglio del Parlamento. Di questo tratterà in particolare l’intervento della deputata Pia Elda Locatelli, capogruppo del Partito socialista alla Camera e coordinatrice dell’intergruppo sul tema. All’appuntamento recherà un contributo speciale Beppino Englaro, il padre di Eluana, che ha combattuto una lunga battaglia per ottenere che la propria figlia venisse lasciata morire, nel rispetto delle volontà da lei stessa espresse.
Nel corso del pomeriggio interverranno inoltre Rossana Cecchi, Franco Toscani, Giorghi Pighi, Donato Carusi ed Erica Preisig, dell’associazione svizzera LifeCircle, che sarà intervistata dalla giornalista Claudia Benatti. Il convegno (per il programma completo, clicca qui) sarà suddiviso in tre sessioni che avranno rispettivamente come argomento centrale una Medicina che ruoti intorno alla persona e alle sue scelte, il perché in Italia non si sia ancora arrivati a una legge sul testamento biologico e l’esempio svizzero. La partecipazione all’incontro è libera e gratuita.
«Morire bene è un obiettivo davvero importante per cui lavorare» spiega Maria Laura Cattinari, presidente di LiberaUscita, che invita alla riflessione e alla pacatezza e secondo la quale è «meglio nessuna legge che una cattiva legge». Idee sulle quali certamente si dibatterà nel corso dell’evento modenese. Intanto, nel corso di un incontro-dibattito sulla questione, tenutosi il 3 marzo presso l’istituto De Gasperi di Bologna, Donata Lenzi (deputata Pd, prima firmataria e relatrice della legge) ha confermato che proprio il giorno successivo riprenderà la discussione alla Camera. L’esame del disegno di legge, minacciato da ostruzionismo e migliaia di emendamenti presentati dagli oltranzisti di stampo cattolico, avrà tempi contingentati, per un totale di 18 ore.
Quindi, sempre secondo la Lenzi, «potrebbe essere approvato e passare all’esame del Senato in tempi utili perché la legge sul biotestamento possa essere approvata entro questa legislatura». Vari sono però i punti del ddl sui quali dissentono nettamente alcune parti politiche (che, peraltro, al momento appaiono in minoranza al Parlamento), come la possibilità che il soggetto disponga nelle Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento) anche l’interruzione dell’alimentazione e idratazione artificiali nel caso si venisse a trovare in condizioni di malattia gravi e nell’impossibilità di esprimere la propria volontà in merito.
Per ulteriori informazioni: tel: 333 6141706 – 366 4539907; info@associazioneliberauscita.it.
Carmela Carnevale
(LucidaMente, anno XII, n. 136, aprile 2017)