Una realtà ignota o sottaciuta, “Il maschicidio silenzioso”, viene denunciato da Barbara Benedettelli nel suo agile ma documentato pamphlet edito da “il Giornale” nella collana “fuori dal coro”
«Il rapporto Eures sulle Caratteristiche e profili di rischio del femminicidio del 2015 rileva per il quinquennio 2010-2014 un totale di 923 vittime di omicidio avvenute nel contesto familiare o di coppia (578 femmine e 345 maschi). Posto che la rilevazione riguarda tutte le età e i diversi ruoli (coniugi, fidanzati, ex, figli/e, parenti), perché quei trecentoquarantacinque esseri umani di sesso maschile non devono meritare attenzione?».
È una delle tante domande poste all’interno del pamphlet Il maschicidio silenzioso. Perche l’amore violento è reciproco e le donne non sono solo vittime (pp. 50, € 2,50), edito nella collana fuori dal coro de il Giornale e attualmente in vendita nelle edicole. L’artefice è Barbara Benedettelli, nata a Rimini, saggista (tra i suoi scritti Vittime per Sempre, Aliberti, 2011) e autrice televisiva, nonché attivista per i diritti delle vittime. Di qualunque tipo. Opera meritoria, visto che in Italia politica, magistratura, servizi sociali, Chiesa cattolica, pensano a giustificare e “recuperare” i colpevoli e nient’affatto alle vittime e alle loro famiglie, che spesso rimangono senza affetti e sostegno economico… Nelle sue agili 50 pagine Il maschicidio silenzioso non si limita ad argomentare controcorrente sull’argomento centrale trattato, ma, sempre con pacatezza, sciorina fatti, dati, cifre (vedi anche La violenza è solo degli uomini?).
Ad esempio, nel 2012 alcuni autorevoli ricercatori, in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena, hanno presentato sulla Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza un’Indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile, dalla quale emerge che «sarebbero oltre 5 milioni gli uomini che, nell’arco della vita, avrebbero subito violenza, fisica o psicologica, all’interno di una relazione intima». In altri paesi occidentali da anni le ricerche sono in uno stato più avanzato: «Da una meta-analisi statunitense è emerso che nel 61% dei casi di tutti gli studi trasversali (uomo-donna) fatti dal 1996 al 2006, gli uomini e le donne iniziano la violenza nei confronti di un partner approssimativamente con la stessa frequenza, in una percentuale relativamente bassa le donne hanno colpito per auto-difesa e la violenza bidirezionale sarebbe più la norma che l’eccezione».
Molti sono i documenti internazionali e nazionali che prendono atto di tale realtà bidimensionale. Anche la cosiddetta Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata dall’Italia nel 2013, e la stessa legge italiana n. 119 del 15 ottobre 2013, addotte come testi solo antifemminicidi, in realtà riguardano tutti gli atti di violenza commessi in ambito familiare, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale. Poi c’è il lunghissimo elenco di fatti di cronaca che hanno visto per protagoniste le donne che uccidono i propri uomini. Accoltellamenti, soffocamenti, avvelenamenti, acido, fuoco, investimenti con autovetture… E ci fermiamo qui, non proseguendo con la macabra lista ed evitando i dettagli per non disgustare lettrici e lettori deboli di stomaco. Ma gli uomini tendono, pudicamente, a non denunciare le violenze subite da donne. Si “vergognano”. Al contrario di tante donne, che usano i figli (questione dei padri separati) ed escogitano false accuse che vanno dalla violenza privata allo stalking fino alla peggiore: la pedofilia. Nessuno sa, però, che la maggior parte delle vittime della pedofilia sono comunque maschi e che il 12,3% di loro è abusato proprio dalle madri.
Insomma, al contrario del luogo comune tratto dal titolo del celebre film femminista (e sequel), esistono tante donne che odiano gli uomini. Proprio mentre il povero maschio italiano sembra stia prendendo del tutto la propria virilità (vedi “Ciao Maschio” a PresaDiretta: “I maschi si stanno femminilizzando. Aumenta la sterilità e il pene è più corto”). Eppure, resta la colpevolizzazione e l’autocolpevolizzazione a senso unico (vedi, in questo stesso numero di LucidaMente, la nostra intervista Uomini… ma non cattivi ad Alberto Leiss dell’Associazione nazionale Maschile Plurale). Invece, afferma la Benedettelli, le radici della violenza nei rapporti di coppia «non va cercata solo nel patriarcato, nella discriminazione, nella cultura androcentrica, sessista, misogina o misandrica, ma anche nel nostro stesso modo di amare, nell’analfabetismo emotivo, nell’immaturità psico-affettiva» (vedi anche I cosiddetti delitti per “amore”: “femminicidi” e dintorni).
Per uscire da ogni equivoco e per cercare una soluzione al problema della violenza nei rapporti uomo-donna, la Benedettelli propone «un’azione politica cosciente e costante, che però non deve invertire i ruoli sociali dominante/dominato, ma deve contribuire a creare un nuovo modo di essere umani. […] Tessere di uno stesso immenso puzzle che si chiama vita». In conclusione, Il maschicidio silenzioso è un libretto da leggere per scoprire di quante discriminazioni al contrario, discordanti con quelle cui comunemente si pensa, di quanti luoghi comuni, di quanti pregiudizi, sia impregnata la nostra attuale cultura di massa, pervasa da quell’ottusa e totalitaria ideologia del politicamente corretto. E, particolare non secondario, il prezioso pamphlet è scritto da una donna intelligente e coraggiosa. E non faziosa.
Le immagini: le copertine del pamphlet Il maschicidio silenzioso e di Vittime per Sempre e la loro autrice.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XII, n. 136, aprile 2017)
I giornali dell’idiota sinistra che più idiota non si può non pubblicherebbero mai un libro del genere. Invece mi sembra una riflessione importante in questo tempo di imbecillità collettiva.
L’Italia è un paese sessista femminista ormai da 50 anni perciò l’uomo è sottomesso alla donna, punto e stop!
Perciò tutte le violenze femminili a danno del sesso maschile vanno sempre ignorate, censurate oppure devono essere classificate come semplici angherie o innocenti atti di bullismo un po’ violento femminile a danno di un maschio.
Per esempio se un maschio senza alcun motivo viene colpito a tradimento con un violento e pericoloso calcio nei testicoli da una femminuccia e mentre è a terra in preda a terribili dolori ed è pure paralizzato ed indifeso il maschio può venir tranquillamente pestato a sangue con terribili calci e pugni dalla femminuccia che lo ha stuprato in maniera violenta con un calcio terribile nei testicoli ed infine la femminuccia può perfino tentare di stuprare il maschio a terra indifeso con nuovi violenti calci è pugni nei suoi già terribilmente lesionati e doloranti testicoli.
Questo stupro violento femminile ai danni di un maschio che nemmeno la conosce con annesso duro pestaggio violento può tranquillamente avvenire anche in pubblico; nessun maschio interviene a mettere fine a questo stupro-pestaggio di un maschio preso di mira da una femminuccia poiché noi maschi siamo tutti individualisti tra di noi; poi, infine, qualche maschio non interviene perché pensa che il maschio stuprato e pestato abbia fatto qualcosa di male alla sua picchiatrice stupratrice.
Tutte le femminuccie o donne (si fa per dire) per solidarietà femminile si comportano tutte quante da criminali maniache squilibrate affette da folle misandria; nessuna di queste blocca il pestaggio violento con annesso stupro violento di un maschio che forse perderà pure la sua virilità a causa di una femminuccia criminale.
Queste maniache di donne pure istigano la criminale ragazza-donna violenta stupratrice a colpire il maschio sua vittima indifesa ancora più forte e possibilmente a colpirlo con tutta la forza che ha nei suoi organi genitali maschili già lesionati ed infine queste stronze di donne denigrano il maschio picchiato e stuprato che urla e chiede disperatamente aiuto.
“Dai, comportati da uomo, non urlare come una femminuccia stuprata, anche se hai ricevuto qualche calcetto nei testicoli non è nulla di grave, fa un po’ male e basta e anche i calci in faccia o in testa che hai ricevuto da una femminuccia non ti faranno nulla di male!
Alla fine del pestaggio e stupro violento di un maschio da parte di una femmina il maschio pestato a sangue e stuprato resta disteso a terra e sputa sangue, vomita ed è incapace di rialzarsi e finisce in ospedale per 50 giorni con gravi lesioni ai suoi testicoli e corre il rischio pure di perderli. Tutte le donne stronze e criminali che hanno assistito a tale stupro violento e pestaggio difendono la criminale femmina e danno una visione distorta dei fatti!
Infine al maschio vittima di tale crimine viene pure impedito ed è ostacolato da tutte le donne criminali coinvolte in questo fattaccio di denunciarlo; addirittura il maschio vittima di violenze femminili di questo tipo che viene letteralmente STUPRATO SELVAGGIAMENTE E PICCHIATO A SANGUE per mano femminile viene pure IMPEDITO di aver giustizia nei tribunali criminali femministi italiani e viene pure minacciato di morte o ingiuriato.
Sono stato testimone oculare di ben 5 casi tutti simili a quelli che ho descritto e tutti e 5 i maschi rimasti vittime di pestaggio e violento stupro femminile immotivato ed ingiustificabile. Il più fortunato si è fatto 22 giorni di ospedale con i testicoli gravemente offesi e ha corso il rischio di perderne pure uno; il più sfigato si è fatto quasi 60 giorni di ospedale perché era stato stuprato da una femmina che gli ha lesionato volutamente i testicoli.
Su 8 femmine criminali che hanno compiuto sui 5 maschi tale violenza fisica e sessuale solamente due femmine sono state condannate a meno di 10 giorni di galera e a pagare qualche spesa medica irrisoria.