La serie britannica arriva su Netflix con una terza stagione di sei conturbanti episodi. L’ideatore e sceneggiatore Charlie Brooker si conferma geniale interprete dei profondi e pericolosi meccanismi che regolano la nostra società
Schermo nero, il nostro volto riflesso da uno smartphone, da un tablet, da un pc, da un televisore. Tra pochi secondi, quando sarà acceso, uno di questi dispositivi ci metterà in comunicazione con miliardi di altre persone. Eppure, in un mondo “a portata di pollice”, ci sentiamo sempre più distanti e sempre più soli. Black Mirror, la serie ideata da Charlie Brooker e ora disponibile su Netflix, riflette sulle conseguenze di questo nuovo rapporto con la realtà, mettendo lo spettatore di fronte a disturbanti scenari di profonda crisi spirituale.
Era andata in onda per la prima volta nel dicembre 2011 su Channel 4, emittente televisiva pubblica inglese. Dal settembre 2015 Netflix ne ha acquistato i diritti per poi rendere visibile in esclusiva la terza stagione il 21 ottobre di quest’anno. Filo conduttore dell’intera serie è il rapporto dell’uomo con la tecnologia e i danni che questa può causare. Il filone sci-fi (science fiction) raccoglie al suo interno sia grandi capolavori del cinema sia molte delle innumerevoli e proverbiali trashate. Di qui il rischio di cadere nella banalità e nel già visto. Il formato della serie antologica fa sì che ciò non accada, permettendo di esplorare un ampio ventaglio di generi e fornendo punti di vista sempre innovativi. Si tratta infatti di “minifilm” della durata che va dai 45 minuti all’ora e mezza, in cui personaggi e trama si esauriscono nello spazio di un episodio.
Dalla fantascienza alla satira, dal war film fino alla commedia dolceamara, la serie restituisce una visione corale di un futuro distopico e inquietante. In Black Mirror, infatti, è fondamentale il messaggioche l’episodio vuole comunicare. Ogni storia si fa portavoce di un’analisi lucida e disincantata di un aspetto della nostra società. Grande spazio trovano le riflessioni sui mezzi di comunicazione di massa e sui social media (Torna da me, Caduta libera, Odio universale) e sui devastanti effetti che possono avere in politica (Messaggio al primo ministro, Vota Waldo!).
Si ragiona sul tema della giustizia da una prospettiva molto particolare in Orso Bianco e nella speciale puntata di Natale, Bianco Natale. Ci sono poi episodi le cui tematiche sono impossibili da sintetizzare in breve e per cui ci riserviamo dal dirvi altro, se non i titoli: 15 milioni di celebrità (prima stagione) e San Junipero (terza stagione). La sceneggiatura segue ritmi serrati, talora ansiogeni, in cui non mancano colpi di scena sempre credibili e fondati. Chi guarda assiste al decadimento morale e spirituale di personaggi ignari, illusi, alienati, mai completamente positivi e mai capaci di una vera reazione. L’assunto di partenza è quindi di stampo pessimista; però Brooker, autore della sceneggiatura di quasi tutti gli episodi, ha il talento tipicamente inglese di ironizzare anche nella più profonda disperazione.
Il “riso” di pirandelliana memoria affiora spesso sulla bocca dello spettatore, ma dura giusto il tempo di arrivare al finale. Non vi roviniamo nulla se vi diciamo che l’happy ending è totalmente incompatibile con la filosofia di Black Mirror. La serie è un grande affresco di una società in cui la tecnologia ha sconvolto la scala dei valori morali, modificando in modo irreversibile persino le istituzioni. Per questo si pone in continuità con i grandi romanzi distopici del secolo scorso, come 1984 di George Orwell o Farenheit 451 di Ray Bradbury.
Tuttavia, rispetto a questi, e qui sta l’elemento di novità, Black Mirror non accenna mai a regimi dispotici o a imposizioni autoritarie. Quando i personaggi sono messi di fronte alla possibilità di cambiare la propria condizione, essi finiscono sempre per cedere all’allettante quanto fittizia felicità offerta dalla tecnologia. Certo, alcuni episodi sono meno riusciti di altri, ma, in ogni caso, alla fine della puntata sentirete la necessità di parlarne subito con qualcuno. In attesa della quarta stagione, composta di sei episodi e prevista per il 2017, vi lasciamo con un’avvertenza: evitate la visione di più di un episodio al giorno. Potrebbe avere gravi conseguenze sul vostro umore.
Le immagini: locandina della serie e fotogrammi degli episodi Orso bianco e Caduta libera.
Enrico Tassi
(LM MAGAZINE n. 29, 16 dicembre 2016, Speciale Eventi culturali, supplemento a LucidaMente, anno XI, n. 132, dicembre 2016)