Intervento di Carmela Carnevale, tesoriera dell’Associazione LucidaMente, candidata al Consiglio comunale di Bologna e al Consiglio del Quartiere Navile nella lista civica Bologna Viva
In questa campagna elettorale non si è parlato abbastanza delle donne e dei problemi della condizione femminile nella nostra società. Le politiche di genere vengono spesso intese come esclusivamente concentrate sulle pari opportunità e sulla sicurezza delle donne.
In realtà, il campo di azione delle politiche di tutela della donna riguarda i vari e poliedrici aspetti della vita quotidiana. La mia idea è quella di promuovere progetti di cittadinanza attiva, coinvolgendo associazioni e collaborando con enti che già esistono e ai quali semmai va richiesto di più. Tra l’altro, vanno considerate le anziane che vivono sole e talora in condizione d’abbandono, il cui numero cresce anche a seguito del prolungamento della speranza di vita. Spesso tali persone rinunciano alle cure per risparmiare i pochi euro a disposizione, oppure sono vittime di truffe e raggiri.
Geriatri e sociologi concordano sull’opportunità di lasciare gli anziani nelle proprie abitazioni, evitando il più possibile i ricoveri nelle strutture. Attraverso gli sportelli sociali si può ottimizzare la mappatura di tutte le situazioni, per poi agire attraverso l’opera di associazioni e cooperative, allo scopo di supplire ai bisogni primari quotidiani (dalla spesa all’ascolto), creando tra l’altro nuovi posti di lavoro.
In evidenza ci sono pure i problemi connessi alla maternità. Le madri possono essere aiutate nel loro compito favorendo la proposta della “baby sitter della strada”, coinvolgendo anche istituzioni, associazioni e parrocchie per reperire spazi utili e personale idoneo. Bisogna mettere fine all’antagonismo fra maternità e lavoro. È necessario monitorare le associazioni e gli ambulatori sanitari che si occupano della cura alle donne, per migliorarne la funzionalità e quindi la fruibilità. Per quanto riguarda la sicurezza delle donne, non si può pensare alle forze dell’ordine utilizzate come guardie del corpo. È importante l’uso appropriato della Rete. È necessario sensibilizzare la popolazione sul valore dell’aiuto reciproco: “osservo e intervengo a favore della vittima”.
Ma non esiste soltanto la violenza in strada, esistono altre forme subdole di violenza: quella domestica, in ufficio, il bullismo. Bisogna essere in grado di informare e convincere le vittime a farsi aiutare, innanzitutto tramite il sostegno psicologico, poi attraverso percorsi di “ricostruzione” della personalità e per il reinserimento nel sociale. Si devono creare associazioni di supporto e sostegno per favorire forme imprenditoriali femminili, che diano opportunità e indipendenza economica alle vittime della violenza, perché, come recita un antico proverbio cinese, “se un uomo ha fame, non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare. Solo così non lo avrai sfamato per un giorno, ma per sempre”.
Concludo sottolineando che l’impegno per la parità nella famiglia e nel lavoro, quindi per la piena emancipazione femminile, è un processo ben lontano dall’essere concluso. Spetta alla società nel suo insieme ma, in primis, alla consapevolezza delle donne e alla loro risoluta volontà di agire per assegnare all’ “universo femminile” il protagonismo paritario che gli spetta. Ciò vale altrettanto nella politica: ci devono essere più donne elette nei Consigli comunali. Dovranno esserci più donne sensibilmente impegnate anche nel Consiglio comunale di Bologna, per realizzare una società giusta e moderna.
Carmela Carnevale – candidata al Consiglio comunale di Bologna e al Consiglio del Quartiere Navile nella lista civica Bologna Viva
(LM EXTRA n. 34, 19 maggio 2016, Speciale scomparsa di Pannella, supplemento a LucidaMente, anno XI, n. 125, maggio 2016, editing e formattazione del testo a cura di Gabriele Bonfiglioli)