Resoconto della kermesse di Salerno: con lo slogan “Il futuro è adesso”, un ideale sempre in difesa dei più deboli
Il 4° Congresso nazionale, svoltosi dal 15 al 17 aprile 2016 aprile a Salerno, ha segnato la tappa 4.0 del Partito socialista italiano. Settecento delegati si sono dati convegno nella bella città campana per dibattere di politica nazionale e internazionale e per rinnovare le massime cariche dirigenziali del partito. Slogan centrale: “Il futuro è adesso”.
Emozionante l’apertura dei lavori, accompagnata dalle note dell’Internazionale, alle quali si è accodato il canto dei presenti, balzati tutti in piedi dai loro posti. Si è respirato immediatamente un antico senso di comunità fra gente convinta di mantenere in vita un’idea, che nella storia ha significato il riscatto sociale di classi meno privilegiate di altre. Oggi non si parla più di classi sociali, ma sussistono pur sempre delle categorie di uomini e donne disagiate. È a queste categorie che è stata riservata gran parte del dibattito congressuale, a cominciare dal fenomeno degli immigrati e di tutte le problematiche a essi connesse. In effetti, il respiro internazionale della discussione è stato il tratto caratteristico del congresso. La folta rappresentanza degli ospiti stranieri, infatti, la dice lunga su quanta attenzione sia stata riservata agli spinosi aspetti della politica mondiale.
Uno fra tutti, il presidente dell’Internazionale socialista, Luis Ayala. Nel suo intervento ha ribadito un concetto semplice come le sue parole pronunciate in madrelingua e agevolmente comprese dai presenti: «Noi non siamo semplicemente progressisti. Noi siamo socialisti!», come a voler rimarcare la particolare vocazione di un movimento, che fa della lotta contro la povertà e della lotta per la democrazia a favore di tutti i popoli la propria ragion d’essere. Il tema del disagio sociale è stato centrale anche nella relazione del segretario, Riccardo Nencini, che ha toccato molteplici aspetti della politica italiana intersecati con il contesto internazionale.
Da qui il proposito di impegnarsi, in sede europea, a sollecitare la rinegoziazione degli Accordi di Dublino e la revisione del Trattato di Maastricht, dimostratisi inadeguati di fronte all’impatto di portata biblica del fenomeno migratorio, cui quotidianamente il Vecchio continente viene sottoposto. Il segretario nazionale ha poi spronato l’esecutivo a giocare un “secondo tempo” più determinato della partita governativa. Anche la laicità, i diritti civili, il maggior sostegno economico alle fasce più deboli, la lotta all’evasione fiscale, l’impegno ad arginare lo spreco del denaro pubblico, la riduzione del debito, l’impegno a favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e la tutela del lavoro a tutto tondo, le riforme costituzionali, insieme a tanti altri argomenti, sono stati oggetto della ricca discussione, che ha visto susseguirsi più di settecento interventi nei tre giorni della kermesse socialista.
Al dibattito non è mancato il contributo dei socialisti emiliano-romagnoli rappresentati dal segretario regionale, Francesco Castria, che nel proprio intervento ha parlato di argomenti concreti, lasciando da parte frasi di rito ed entrando subito nel vivo di proposte fattive. Proposte che hanno dei destinatari ben precisi: «Tra chi parla in maniera grezza e chi parla in maniera superficiale, i socialisti devono parlare all’Italia consapevole, fatta di persone attente e preparate, che della politica vorrebbero leggi e proposte chiare», ha scandito dal palco il segretario.
Castria non ha risparmiato critiche all’azione un po’ troppo evanescente del Governo, rilanciando con una formula di abbattimento del debito pubblico, che lo riduce di 30-40 punti in percentuale, «in un’unica soluzione, subito, valorizzando parte del patrimonio pubblico, il cui valore attuale oscilla, secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, a circa 1.800 miliardi. Ciò consentirebbe di presentarci ai mercati internazionali senza il pesante fardello del debito pregresso». E, ancora: «Passare dalla spending review, semplice politica di tagli lineari, alla spending analisis, vale a dire a un’analisi della spesa che superi il limite della spesa storica e porti a fare delle valutazioni sul tipo di servizi da offrire e della qualità dei medesimi, in base ai quali poi allocare le relative risorse, eliminando sprechi, inefficienze, corruzione».
Imprescindibile anche il passaggio su una politica sociale tesa a favorire il rilancio delle famiglie e delle imprese: «Aiutare le famiglie, i piccoli imprenditori, le libere professioni, permettendo loro, dopo otto anni di crisi, di sanare le proprie pendenze fiscali e previdenziali pregresse – generatesi in maniera incolpevole – peraltro difficilmente superabili al 100%, come affermato dal presidente di Equitalia in audizione parlamentare, e consentendo a questi soggetti di versare solo una parte di tale somma, agevolandoli in una ripartenza dopo la crisi».
Insomma, per i socialisti italiani non c’è tempo da perdere. “Il futuro è adesso” è il motto che campeggia sulla politica socialista come una necessità di un’azione incisiva da parte di chi, a distanza di più di un secolo, non si rassegna alla società odierna in cui il più forte diviene sempre più forte e il più debole soccombe. Meritoria la votazione unanime del Congresso per proporre Marco Pannella quale senatore a vita. Un omaggio che si vuole offrire a un pezzo di storia del nostro Paese, al cui fianco i socialisti da sempre hanno combattuto per una società più libera, più laica, più giusta e più plurale.
Le immagini: alcuni momenti dell’assise socialista, col segretario Riccardo Nencini, e Marco Pannella.
Nicola Marzo – candidato al Consiglio Comunale di Bologna con la lista civica Bologna Viva
(LucidaMente, anno XI, n. 125, maggio 2016)