La Simav mette “in mobilità”. I dipendenti hanno deciso uno sciopero per il 19 aprile, auspicando un intervento della società Adr, che aveva assicurato che…
Martedì 19 aprile 2016, dalle ore 9 alle ore 11, i lavoratori Simav manutentori mezzi aeroportuali impiegati presso gli aeroporti romani hanno deciso di scioperare. Luogo della protesta sarà la zona fontana, proprio di fronte al terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. Con tale azione si chiede alla società Aeroporti di Roma di «assumersi le proprie responsabilità», come afferma Giovanni Ferrari, rappresentante Rsu.
Per capire la vertenza abbiamo parlato con lui e con altri lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Tutto ha inizio nel 2012, quando l’azienda Aeroporti di Roma (concessionaria di Stato per la gestione dello scalo di Fiumicino) ha ceduto il ramo d’azienda “Manutenzione mezzi verso terzi” alla società italiana Simav (del gruppo Siram). Secondo un comunicato appunto del lontano 2012, questa operazione «si inquadrava nel processo di progressivo sviluppo dell’aeroporto». E, ancora: «Con questa operazione Adr garantisce attraverso Simav la piena continuità occupazionale e delle risorse per il ramo aziendale “Manutenzione Mezzi verso terzi”».
Tali buonissimi propositi si sono però rivelati, secondo Ferrari, «assolutamente infondati». Infatti, a distanza di pochissimi anni, lo scenario è radicalmente cambiato. La direzione aziendale di Siram/Simav, si legge in una nota, «ha riconfermato la necessità di intervenire anche sul costo della manodopera (-8%) a fronte della forte perdita registrata nell’anno 2015».
La situazione si è dunque modificata radicalmente e, se qualcuno non interverrà, a pagare saranno i lavoratori, che affermano di sentirsi trattati «come pacchi e spostati da un’azienda all’altra con promesse “farlocche”». Il comunicato della direzione aziendale prosegue mettendo in chiaro i criteri d’azione e la assoluta volontà di «voler procedere con l’avvio della procedura di mobilità per 52 lavoratori, al netto degli 11 che sono stati riassorbiti dalla società aggiudicatrice delle attività Ansaldo Sts». L’azienda ha inoltre ribadito la volontà di agire in modo “celere”. Stando così le cose, 70 famiglie rischiano di finire letteralmente «in mezzo a una strada». Da qui la decisione dello sciopero del 19 aprile, del quale vedremo gli esiti.
(g.b.)
(LucidaMente, anno XI, n. 124, aprile 2016)