Lo sbarco di 667 richiedenti asilo e gli inquietanti sviluppi. Il Coisp spiega cosa è accaduto e sta accadendo: “E noi non sappiamo cosa fare…”
Riceviamo dal Coisp, Sindacato indipendente di Polizia, e volentieri pubblichiamo.
Chi può sapere come vanno davvero le cose nella gestione dell’immigrazione clandestina? Soprattutto considerate le bugie che continuamente vengono propinate alla gente… “Tutto va bene”, “tutto funziona”, “abbiamo retto all’impatto dell’emergenza senza alcuna conseguenza negativa” ha addirittura osato dire il ministro Angelino Alfano nei mesi scorsi. Se va tutto bene lo giudichino i cittadini, con il proprio spirito critico.
Noi appartenenti alle Forze dell’Ordine, attivamente impegnati a tentare di fronteggiare l’emergenza continua, sappiamo già bene che non è affatto così, tutt’altro. Ci sono situazioni che rasentano l’incredibile, e noi non sappiamo cosa fare, non possiamo fare nulla, non siamo nelle condizioni e non abbiamo gli strumenti legislativi e pratici per fare nulla. Quanto accaduto in questi giorni in Sardegna [21 marzo 2016, ndr] è la fotografia perfetta di quel chi diciamo. Qualcosa che nessuno racconterà mai ai cittadini. I quali invece devono ben sapere che, dei 667 clandestini sbarcati, solo 9 hanno accettato di farsi fotosegnalare, mentre tutti gli altri no, sono stati portati in tante zone dell’isola e la maggior parte di loro ha sùbito fatto perdere le proprie tracce. Altre tre persone sono state identificate in quanto arrestate come presunti scafisti dopo le indicazioni ricevute in tal senso dalla Polizia da parte di chi era a bordo.
Ma il giudice li ha prontamente rimessi in libertà perché, a suo dire, non esisterebbero elementi sufficienti per trattenerli in quanto “solo” cinque persone li hanno indicati come scafisti. Una decisione che lascia basiti: è un miracolo se riusciamo a trovare anche un solo clandestino che osa indicarci i suoi aguzzini, figurarsi quale importante risultato sia trovarne addirittura cinque! Dopo che nei mesi scorsi hanno rimesso in libertà altri scafisti sostenendo che erano spinti “da uno stato di bisogno”, non pensavamo di trovarci ancora una volta con un pugno di mosche in mano per decisioni così bislacche! I nostri vertici si vantano di come gestiamo il problema, degli arresti degli scafisti, della capacità di fotosegnalare quasi il 100% dei clandestini: ma di che accidenti parlano?
Ma i problemi non finiscono qui. Sul posto, dopo le prime visite istantanee, sono stati segnalati circa 400 casi di scabbia, e diverse altre situazioni igienico sanitarie preoccupanti. Nella notte un quindicenne è morto in ospedale presso il Reparto di malattie infettive, e il decesso è stato poi attribuito a polmonite… Inutile dire che, dopo una prima suddivisione fra chi appariva contagiato dalla scabbia e i pochi altri rimasti, in seguito i presunti profughi, che hanno rifiutato in massa di farsi identificare, sono stati ammassati tutti sugli autobus, malati o sani che fossero, e condotti nelle diverse province dove sono stati accolti in diverse strutture pubbliche (a Cagliari in un hotel a 4 stelle) da cui la maggior parte si è tuttavia subito allontanata scomparendo nel nulla! Ora il ministro Alfano e il capo della Polizia Alessandro Pansa ci devono spiegare: noi cosa avremmo dovuto esattamente fare per garantire al meglio la sicurezza dei sardi e dell’intero Paese?
Fotosegnalarli con la forza rischiando guai? E con quali presìdi a tutela della nostra salute, visto che ci manca tutto? E con quali prescrizioni esatte e puntuali? E con quali tutele giuridiche? E quando questa gente si dilegua, cosa dobbiamo fare? Seguirli a piedi nel loro peregrinare fino alle rispettive destinazioni? Queste e tante, troppe altre domande sorgono nella mente nostra e di chiunque capisca come stanno davvero le cose. Troppe domande senza risposta perché si possa davvero trovare il coraggio di dire che va tutto bene.
Franco Maccari – segretario generale del Coisp, Sindacato indipendente di Polizia
(LucidaMente, anno XI, n. 124, aprile 2016; editing e formattazione del testo a cura di Gabriele Bonfiglioli)