Dopo la calendarizzazione alla Camera, prevista per il prossimo marzo, più sfiducia che speranze nei commenti di Maria Laura Cattinari ed Emilio Coveri, presidenti di due tra le associazioni più impegnate sul tema
A quanto pare, è stata calendarizzata per il prossimo marzo 2016, presso la Commissione Giustizia della Camera, la discussione sull’eutanasia. Si arriverà a una legge? In tempi rapidi? Sarà una “buona legge” o un compromesso al ribasso? Al riguardo abbiamo sentito i presidenti di due delle associazioni che, assieme all’Associazione Luca Coscioni e ad altre realtà, sono maggiormente impegnate sul tema, anche raccogliendo più di centomila firme per una legge d’iniziativa popolare.
«Nell’apprendere che probabilmente a marzo la Camera, in Commissione Giustizia, affronterà il tema che ci sta a cuore non possiamo che esprimere tutta la nostra soddisfazione, non nascondendo però alcune perplessità» afferma Maria Laura Cattinari, presidente di LiberaUscita, associazione nata nel 2001 per la depenalizzazione dell’eutanasia. «In tanti anni d’impegno e militanza per il diritto di morire con dignità, crediamo di aver compreso che prioritario sia il pieno riconoscimento giuridico dell’autodeterminazione terapeutica nel fine vita (quelli di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro non sono stati casi di eutanasia). Nella precedente legislatura il Parlamento discusse per ben tre anni per dare anche all’Italia non l’eutanasia (anticipazione del decesso con sostanza letale), ma semplicemente una legge sul testamento biologico (autodeterminazione terapeutica anche nel fine vita). E si riuscì nell’incredibile risultato di giungere ad approvare un testo che, se fosse diventato legge, ci avrebbe sottratto totalmente il diritto all’autodeterminazione terapeutica, costringendoci per legge al sondino di Stato! Come noto, solo la fine anticipata della legislatura pose la parola “fine” a quello scandalo».
Ancora più acre il presidente di Exit-Italia, il medico Enrico Coveri: «Qualcuno si è accorto di avere nel cassetto i fogli, pur se impolverati, delle nostre firme, firme di cittadini che, come detta la Costituzione italiana, hanno chiesto a una politica irresponsabile e deficitaria, ma soprattutto insensibile ai diritti dei cittadini e alla sofferenza esistente che ci circonda, di avere una normativa che regolamenti l’eutanasia nel nostro paese. Dare quel diritto di libera scelta a ognuno di noi affinché si possa decidere liberamente sulla fine della nostra esistenza e soprattutto che questa fine possa essere dignitosa e senza inutili sofferenze, è il principio che ci ha sempre animato. Indro Montanelli diceva: “Se abbiamo un diritto alla vita, abbiamo anche un diritto alla morte! Sta a noi, deve essere riconosciuto a noi, il poter decidere del quando e del come della nostra morte”. Noi aggiungiamo: “Eutanasia è decidere per se stessi… non per gli altri!”».
Cosa augurarsi e cosa aspettarsi da marzo in avanti? Ci dice la Cattinari: «Non possiamo che augurarci e augurare al Paese che i nostri politici riescano a fare ciò che ancora non si è riusciti a fare né in Inghilterra né in Germania né in Francia. L’ultima cosa, però, di cui abbiamo bisogno è uno scontro, un dibattito tra posizioni inconciliabili che per l’ennesima volta porti a un niente di fatto. Oggi in Italia si muore ancora troppo male. È urgente, per cominciare, una buona legge che legalizzi il testamento biologico prevedendo che tutte le terapie, idratazione e alimentazione artificiale comprese, siano rinunciabili, che le direttive personali siano vincolanti per i medici e che sia possibile la sedazione palliativa terminale. Non meno importante per la diffusione del tb, sarebbe la possibilità, come previsto dalla legge svizzera del 2013, di indicare nel proprio tb semplicemente il nome della persona di nostra fiducia che nominiamo nostro fiduciario affinché sia la nostra voce per quando noi non avremo più voce o saremo in uno stato di volontà debole. Una simile legge è indispensabile per subito, così come lo è il potenziamento delle cure palliative domiciliari, giustamente inserite nei Lea (livelli essenziali d’assistenza) dall’ottima Legge 38/2010, di cui si vedono ancora troppo pochi effetti positivi».
Ci certo non si attende una legislazione molto libertaria il dottor Coveri: «Siamo certi che questi parassiti di politicanti non facciano il solito papocchio di legge per accontentare Vaticano, preti, medici parcellari e soprattutto case farmaceutiche? Siamo certi che le nostre volontà messe per iscritto sul nostro testamento biologico saranno rispettate o ci costringeranno a continuare, così come stiamo facendo ora, ad aiutare la gente che soffre a rivolgersi alla Svizzera? [Vedi il commovente video Vogliamo il diritto di morire con dignità, prodotto da Exit-Italia, a cura di Sacha Viazzo, con le testimonianze di chi ha scelto l’eutanasia, ndr].Ci permetteranno di morire a casa nostra, vicino ai nostri affetti famigliari più cari senza costringerci, come fanno ora, ad andare a morire in esilio? Staremo a vedere; ma vi dico fin d’ora: non illudiamoci! Purtroppo abbiamo a che fare con politicanti e non politici! Costoro stiano però attenti: a noi, le leggi-papocchio non interessano. Se non fanno ciò che serve per terminare i giorni di una persona che lo ha richiesto, con dignità, la legge se la possono tenere».
Antonella Colella
(LucidaMente, anno XI, n. 121, gennaio 2016)
Sulle tematiche del fine vita LucidaMente ha pubblicato numerosi articoli, tra i quali ricordiamo, in particolare: Ci sarà una legge italiana sull’eutanasia? Consegna delle firme per l’inserimento del testamento biologico nella card sanitaria Per inserire il testamento biologico nella tessera sanitaria Due lettere al potere politico sul fine vita La via francese al fine vita Bene eutanasia, meglio ancora vivere e assistere Il dolore e l’eutanasia Appello-petizione on line di Mina Welby per la legalizzazione dell’eutanasia Per una legge pro eutanasiaQuando Martini difese Welby Diktat di Bagnasco sul testamento biologico «…e alla fine / ce l’hai fatta, / l’hai liberata, / e quel purosangue d’una puledra / ha saltato gli steccati / e via!» Il testamento biologico? Intanto, fallo on line! “Testamento biologico. Istruzioni per l’uso. Il punto della situazione in Italia e a Bologna” Un 2011 in LiberaUscita “Sospesi tra terra e cielo” Sul testamento biologico un’operazione antidemocratica Corpo, potere, idea, testamento biologico Alla fine, “L’ultimo gesto d’amore” Temi di fine vita: un nuovo metodo Da Luca Coscioni a Eluana Englaro Il dominio del potere su anime e corpi Prepotenza “cattolicista” e carte di autodeterminazione Andarsene con dignità
Da Luca Coscioni a Eluana Englaro
Inoltre, a cura della nostra rivista e dell’associazione LiberaUscita, nel 2007 è stato dato alle stampe Non sono un assassino. Il caso “Welby-Riccio” francese (Prefazione di Mario Riccio, Introduzione di Giancarlo Fornari, inEdition editrice/Collane di LucidaMente, pp. 176, € 15,00) di Frédéric Chaussoy, traduzione di Je ne suis pas un assassin, edito in Francia da Oh! Editions. Per saperne di più: La vicenda di un giovane, della madre e di un medico; “In Francia affetto e simpatia, in Italia…”; “Non sono un assassino”: quando prevale l’umanità; “Occorre rispettare il volere dei malati”; Il caso Humbert e l’anomalia italiana; Video della presentazione in prima nazionale di “Non sono un assassino” di Frédéric Chaussoy.