Probabilmente per la prima volta nella storia del Belpaese, cani e gatti vengono rispettati e a volte adorati
La società italiana è cambiata moltissimo nel Secondo dopoguerra e, poi, dopo il boom industriale e il consumismo di massa, il Sessantotto e, ancora, in questi ultimi anni di globalizzazione e di grande crisi economica. Nel corso del tempo, molti ne sono stati i segnali e i mutamenti che hanno coinvolto tutta la società.
La famiglia, la condizione delle donne, il rapporto genitori-figli, le coppie, la scuola, la partecipazione alla politica, i costumi, i gusti, la musica, gli stili di vita, i rapporti interpersonali, la sessualità… Eppure, a opinione di chi scrive, vi è un atteggiamento degli italiani che si è modificato in modo ancora più appariscente degli altri negli ultimi decenni e con velocità progressiva: l’attenzione, la cura, l’amore per gli animali. Da una società contadina che li maltrattava, li usava solo per fini economici e spesso sopprimeva senza alcuna ragione cagnolini o gattini appena nati, si è passati a una società urbana – nel doppio senso – che li adora. Forse proprio perché chi vive in un centro cittadino non ha più alcun contatto con la natura, se non l’amico a quattro zampe che gironzola per casa. Il fenomeno è trasversale. Non fa differenza essere di destra, di sinistra o di centro. Laureati o con la licenza elementare. Professionisti o operai o casalinghe. Uomini o donne, bambini o adulti.
Le statistiche affermano che sono 60 milioni gli animali domestici presenti nelle nostre case. Dunque, ogni famiglia ne possiede in media più di uno. Inoltre, le partecipate campagne contro la vivisezione (vedi Jessica Ingrami, Sperimentazione animale: strage vana, crudele, infinita), gli allevamenti irregolari, i combattimenti criminali, i canili-lager, ecc., evidenziano una travolgente sensibilità verso i maltrattamenti e una tenera attenzione verso gli animali (vedi Lucilio Santoni, La sofferenza senza perché degli animali). Per strada, se una signora ne vede altre due, una con un bimbo in carrozzina, una con un cane al guinzaglio, è probabile che si intrattenga di più con la seconda per chiedere della bestiola.
Poniamoci due domande. Come valutare il fenomeno? Da dove nasce? Senz’altro l’aumento della sensibilità verso le bestiole è positivo. Indica un avanzamento della civiltà, un affinamento dei costumi, maggiore umanità. Basti fare il confronto con come vengono trattati gli animali in buona parte di Asia (vedi Simone Jacca, La terribile tortura degli orsi della luna), America latina, mondo islamico (vedi Paolo D’Arpini, Contro lo sgozzamento lento degli animali da macello senza stordimento)… Aggiungiamo che anche la cultura cattolica non ha mai, tranne rari casi, amato gli animali: per la Chiesa romana la Terra è stata fatta per gli uomini, gli animali sono “inferiori” e servono solo per il lavoro e per essere trasformati in bistecche, e via di questo passo. Ma, ormai, l’Italia è acculturata e secolarizzata, anche se con molti limiti e ipocrisie. Tuttavia, oltre che grazie all’evoluzione culturale e sociale, perché gli italiani rivolgono sempre più cure, attenzioni e affetti verso cani, gatti, coniglietti, ecc.? La società contadina lasciava poca libertà individuale, ma non abbandonava le persone sole; la società urbana è più colta, permette il pluralismo, le diversità e le libertà individuali, però… si è più soli nelle metropoli, circondati da milioni d’individui, che in una frazioncina di un paese.
Inoltre, la gente è delusa dai rapporti interpersonali, non ha fedi, ideologie o certezze e vede attorno a sé un mondo orribile, caratterizzato da potentati economici incontrollabili, precarietà occupazionale, fanatismi medievali, ambiente naturale rovinato. Come consolarsi, se non con un ingenuo, fedele, batuffolo di morbido pelo, che ci ama e ci amerà sempre? O, al contrario, abbiamo bisogno, più che di amore, di qualcuno da amare che non ci deluda, non ci tradisca. O, ancora, vogliamo proteggere un essere che resterà bambino per sempre, un innocente senza malizia.
Certo, non mancano contraddizioni e spiacevoli risvolti nascosti nello stesso fenomeno. Gli italiani sono sempre più carnivori, con un grave impatto ambientale. A Pasqua c’è ancora la barbara pratica di divorare animali, come gli agnellini, dotati di una sensibilità simile a quella di gatti e cani. D’estate si gettano in autostrada gli ex beniamini, divenuti “scomodi” (e, dato che luglio-agosto sono vicini, vedi anche Dario Lodi, L’orribile strage che insanguina le vacanze estive, e Sara Del Dot, Estate: sole, mare, castelli di sabbia. E il cane? In autostrada). I cibi per animali – che sarebbero commestibili anche per gli umani – costituiscono una ricaduta sgradevole del nostro amore per cani e gatti e stimolano un mercato che può apparire scandaloso, se pensiamo che intere popolazioni sono sottonutrite. Eppure, vogliamo sperare – forse illuderci – che il maggiore amore per gli animali sia il segnale di una società migliore e più progredita e di una civiltà superiore…
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno X, n. 114, giugno 2015)
LucidaMente ha pubblicato numerosi articoli dedicati alla difesa dei diritti degli animali. Segnaliamo, in particolare: Rino Tripodi, Animaletti vivi schiacciati sotto tacchi a spillo Sara Del Dot, Estate: sole, mare, castelli di sabbia. E il cane? In autostrada Dario Lodi, L’orribile strage che insanguina le vacanze estive Giuseppe Licandro, “Zoomafia” e iniziazione dei giovani delinquenti Jessica Ingrami, Sparare a un cane per noia Dario Lodi, I cani e i gatti ucraini e gli Europei di calcio Lucilio Santoni, La sofferenza senza perché degli animali Jessica Ingrami, E se la scelta vegetariana riguardasse anche gli animali? Paolo D’Arpini, Contro lo sgozzamento lento degli animali da macello senza stordimento Guido Monte, “Un eroe giapponese” Paolo D’Arpini, Dieta vegetariana e spiritualità Paolo D’Arpini, Animali domestici fuori natura Valdo Vaccaro, Il significato di essere vegani e il relativo stile di vita Simone Jacca, La terribile tortura degli orsi della luna Jessica Ingrami, Quella connessione tra uomini e animali Jessica Ingrami, Sperimentazione animale: strage vana, crudele, infinita Rino Tripodi, Uno spontaneo inno a libertà e natura Diego Salimbeni, Una strage di innocentiGiuseppe Licandro, La “zoomafia”, una terribile iattura che incombe sull’Italia