Anche quest’estate non sono mancati nel nostro football polemiche e colpi di scena, dalla contrastata elezione ai vertici della Figc al fallimento di Padova e Siena
Anche questa estate non sono mancati gaffe, polemiche e colpi di scena nel calcio italiano, che continua a inscenare uno spettacolo farsesco e indisponente. La disfatta ai recenti mondiali brasiliani (con conseguente retrocessione della nazionale azzurra al 14° posto nella classifica della Fifa) ha provocato le dimissioni dell’allenatore, Claudio Cesare Prandelli, e del presidente della Figc, Giancarlo Abete. Il fondo tuttavia si è toccato con le elezioni del nuovo presidente federale: il candidato più accreditato era il settantunenne vicepresidente Carlo Tavecchio, noto per le gaffe e le cinque condanne penali subite (per le quali comunque ha ottenuto la riabilitazione).
Tavecchio però si è lasciato andare a sconsiderate dichiarazioni di sapore razzista contro i calciatori di colore asserendo testualmente: «L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così» (cfr. Figc, scivolone razzista di Tavecchio: «Mangiava banane ora gioca nella Lazio», in www.ilfattoquotidiano.it). Il buonsenso avrebbe suggerito di scaricare l’imbarazzante personaggio che invece ha potuto contendere ugualmente a Demetrio Albertini la massima carica federale. Tavecchio è infine prevalso grazie al sostegno dei rappresentanti della Lega nazionale dilettanti (della quale è presidente), della Lega Pro, della Lega serie B e di vari club di serie A come Atalanta, Cesena, Genoa, Lazio, Milan, Verona. Contro di lui si sono schierati i rappresentati degli arbitri, i dirigenti di Cagliari, Empoli, Fiorentina, Juventus, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Torino e Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione italiana calciatori, il quale ha polemicamente dichiarato che nella Federcalcio «prevalgono spesso gli interessi personali, di piccoli gruppi, piuttosto che il progetto sportivo» (cfr. Calcio, Figc; Tommasi: prevalgono gli interessi personali, in www.repubblica.it).
A smentire i luoghi comuni sui presunti danni che arrecherebbe alla nostra nazionale di calcio la presenza di stranieri c’è il caso lampante della Germania, neocampione del mondo. La Federazione calcistica tedesca accoglie senza limitazioni di sorta i giocatori stranieri e ne naturalizza molti schierandoli anche in nazionale, a differenza del Belpaese che non riconosce neppure lo jus soli per gli stranieri nati in territorio italiano. La carenza di talenti non va attribuita alla concorrenza straniera, ma alle scarse risorse investite nei vivai e alla mancanza di coraggio degli allenatori troppo restii a inserire in prima squadra i giovani più promettenti (l’età media dei calciatori del campionato italiano è la più alta d’Europa).
Un’altra pesante tegola abbattutasi sul calcio nostrano riguarda il crac di Siena e Padova, due società blasonate che hanno a lungo militato nella massima serie. Insieme a esse è fallita anche l’Esperia Viareggio, mentre a stento si sono salvate dal default Aurora Pro Patria, Brescia, Grosseto, Ischia Isolaverde, Mantova, Pavia, Reggina, Varese. Proprio Brescia, Padova, Reggina, Siena e Varese nella scorsa stagione calcistica militavano in serie B, dove hanno avuto un rendimento stranamente molto “altalenante”. Non si potrebbe ipotizzare che tecnici e giocatori, essendo pienamente al corrente della gravità della situazione dei club nei quali militavano, non si siano sempre impegnati al massimo? Tutto ciò lascia seri dubbi sulla totale regolarità del torneo. Adesso Padova e Siena ripartiranno dalla serie D. In seguito all’esclusione del club toscano il campionato di serie B dovrebbe vedere ai nastri di partenza 21 squadre, ma sulla composizione del prossimo torneo cadetto pendono ancora le richieste di reintegro da parte delle retrocesse. Nel 2014 è fallita anche la Mens Sana Basket, la società di pallacanestro di Siena vincitrice di 8 scudetti, 7 dei quali consecutivamente tra il 2007 e il 2013. La crisi dello sport senese va messa in relazione con le gravi difficoltà del Monte dei Paschi: la banca toscana ha dovuto tagliare i finanziamenti ai due club più prestigiosi della Città del Palio e ha contribuito così a provocarne il tracollo.
Si attende ora la nomina del Commissario tecnico della nazionale italiana di calcio. In lizza pare siano rimasti solo Antonio Conte e Roberto Mancini, trainer di tutto rispetto: chiunque verrà designato avrà l’onere di dover costruire in poco tempo una squadra competitiva per affrontare le qualificazioni dei prossimi Campionati europei. Nel suo girone l’Italia troverà avversarie storicamente ostiche come Bulgaria, Croazia e Norvegia e dovrà rendere al massimo per conquistare l’accesso alla fase finale del torneo che si svolgerà in Francia dal 10 giugno al 10 luglio 2016.
LucidaMente si è occupata spessissimo delle vicende del calcio italiano e internazionale. Riportiamo di seguito gli articoli più recenti. Tavecchio è razzista, il Qatar è un paradiso Fair play: Tiro a segno-Calcio 3-0“Tiki-taken” tedesco e pianto brasiliano
Le immagini: foto di Carlo Tavecchio (fonte: www.thefrontpage.it); il Padova di Nereo Rocco, giunto terzo nel campionato di serie A 1957-58.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno IX, n. 104, agosto 2014)
Sì, ok, però non se ne può neanche più di questa storia del “razzismo”.
Ormai non si può più dire nulla nei confronti di neri, donne, animali e compagnia cantante, senza essere accusati di razzismo, sessismo, ecc.
Ma basta.
Gentilissimo Sandro, per capire quanto siamo d’accordo con lei, legga anche l’altro articolo a riguardo, a mia firma:
https://www.lucidamente.com/29713-tavecchio-e-razzista-il-qatar-e-un-paradiso-tripodi/.