Cinque giorni nella solare capitale del Portogallo, all’insegna della cultura e degli spettacoli di piazza
Lisbona è una bella città che gronda luce da ogni parte, come fece notare il suo cantore Fernando Pessoa: «Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole». Una città multietnica dai mille volti, dove si respira un’atmosfera ospitale e accogliente che affascina e coinvolge i turisti. L’ideale per una vacanza rilassante che unisca divertimento e intrattenimento culturale, come testimonia il reportage curato dai nostri redattori.
Lunedì si parte verso mezzogiorno dall’aeroporto di Fiumicino, ma gli auspici non sembrano buoni, perché dobbiamo aspettare un po’ troppo il volo per Lisbona: un’ora di ritardo del resto sembra essere il “minimo sindacale” della compagnia portoghese Tap. Il tragitto invece è confortevole: giunti sulla città, il pilota la sorvola a bassa quota prima di atterrare, permettendo ai passeggeri di godere di una vista abbagliante dei sette colli sui quali sorge la capitale lusitana e dell’estuario del fiume Tago. Bem-vindos a Lisboa! All’aeroporto lisbonese ci muniamo della carta ricaricabile Viva viagem che ci permetterà di usufruire di qualsiasi mezzo di trasporto: metro, tram, bus, elevador. Ci inoltriamo quindi nella pittoresca metropolitana lisbonese: ogni fermata è tappezzata dai tipici azulejos che si fondono con disegni da street art. Immersi nella folla pacata degli abitanti notiamo subito il loro temperamento accogliente e tollerante e ci sentiamo finalmente in vacanza. Siamo del resto nella città della pacifica Rivoluzione dei garofani del 1974.
Dopo una rinfrescata all’hotel passeggiamo lungo il viale della Libertà, l’ampia strada alberata che attraversa il centro storico. Ammiriamo piazze spaziose e assolate, mentre la brezza proveniente dall’Atlantico rende il tragitto piacevole e rilassante. Incontriamo alberghi, cinema, negozi, teatri, magici luoghi di ritrovo come piazza dei Restauratori o il Rossio, e giungiamo nel quartiere della Baixa costellato da viali che convergono in piazza del Commercio, cuore pulsante della città. Vi entriamo transitando sotto il maestoso Arco trionfale e la vista che si apre al nostro sguardo è splendida: immersi nella luce e nel colore azzurro, giallo e rosso dei palazzi ci appare imponente e placido l’estuario del Tago. È l’ora giusta per cenare, la piazza è circondata da tanti ristoranti. Il menu, a prezzi abbordabili, è a base di piatti tipici: pastéis de bacalhau (il baccalà a Lisbona viene cucinato in ben 365 modi), salada, pastéis de Belém, vinho do Porto.
La mattina seguente il tram n. 15 ci porta nella zona sud-occidentale di Lisbona, dove svetta la Torre de Belém, perfetto esempio di architettura manuelina, vale a dire lo stile tardo gotico portoghese, sontuoso ed eclettico, chiamato così in onore di Manuele I, regnante tra il 1495 e il 1521. Costruita tra il 1515 e il 1521, è ornata da merli, torrette e cupole che richiamano lo stile veneziano e quello arabo. La visita ci costringe a un bagno di folla perciò proviamo a rilassarci con una escursione in barca sul Tago, durante la quale possiamo ammirare Lisbona e il Ponte 25 aprile che collega la capitale lusitana con la città di Almada dove sorge la Statua del Cristo re. Ci ridà vigore una sosta presso la rinomata Casa pastéis de Belém dove assaggiamo gli omonimi pasticcini (piccole tortine di sfoglia farcite con una crema di panna e uova che durante la cottura in forno crea un goloso strato caramellato). Ci rechiamo poi ad ammirare il Monastero dei geronimiti, capolavoro di arte manuelina, e l’antistante Monumento alle scoperte, che celebra i grandi esploratori geografici del Portogallo.
Mercoledì visitiamo i quartieri lisbonesi più pittoreschi, l’Alfama e il Bairro Alto, che sorgono su due colli prospicienti. Sono le zone povere della città, da vedere per i caratteristici vicoli e le piazzette che ospitano tipici locali a conduzione familiare dove si può bere, mangiare e ascoltare il fado, la tipica musica popolare portoghese, la cui più celebre interprete è stata Amália Rodrigues. Nel punto più alto dell’Alfama ci inoltriamo dentro il Castello di San Giorgio, risalente all’XI secolo, dal quale si gode la vista dell’intera città. Per i meno temerari si consiglia di raggiungere la meta usufruendo del tram n. 12, piccolo e in legno giallo, che si abbarbica su per la salita sobbalzando e sferragliando davanti alle soglie delle case. Dopo una lunga passeggiata nel Bairro Alto nel pomeriggio ci spostiamo nel quartiere di Madragoa, dove si trovano la Basilica della stella e il Palazzo di San Benito, sede del parlamento portoghese.
Giovedì ci rechiamo all’Estádio da luz dove gioca il “mitico” Benfica, la più blasonata squadra portoghese. L’impianto, ricostruito nel 2003 secondo criteri moderni e funzionali, comprende al proprio interno il campo di calcio, alcune palestre, due negozi di articoli sportivi e il Museo Cosme Damião dove sono esposti i trofei vinti dal club rossobianco. Dopo aver acquistato qualche gadget andiamo in “doveroso pellegrinaggio” presso la statua di Eusebio – il più grande calciatore portoghese della storia, morto pochi mesi fa (vedi il nostro ricordo) – situata davanti allo stadio. Verso mezzogiorno una graziosa e gentile guida ci fa accomodare in tribuna per le consuete foto panoramiche del campo, poi ci scorta negli spogliatoi e infine ci consente di calcare i bordi del prato erboso. Segue quindi l’ingresso nel museo del Benfica dove possiamo ammirare, oltre alle coppe, le splendide foto che ne raccontano la storia. Trascorriamo la serata nel quartiere preferito da Pessoa, il Chiado, ricco di gente, bar, librerie, e animato da artisti che si esibiscono fino a tarda notte, stazionando a lungo nei dintorni della statua del poeta.
La mattinata dell’ultimo giorno è dedicata all’escursione nel Parco delle nazioni: saliamo sulla funivia che consente di ammirare dall’alto la zona orientale di Lisbona e il lunghissimo Ponte Vasco da Gama, poi esploriamo l’Oceanario, un grande acquario che ospita un’ingente quantità di specie marine, e altri padiglioni del parco. Nel pomeriggio facciamo un salto al Museo Calouste Gulbenkian, immerso in un lussureggiante giardino, nel quale sono esposti reperti artistici di ogni epoca della storia occidentale e pregevoli esempi di arte egizia, islamica e mesopotamica. La passeggiata serale ci consente di rivedere i luoghi più incantevoli del centro storico di Lisbona e di degustare un ultimo calice di Porto al Chiado. Purtroppo l’indomani si ritorna in Italia, dopo la consueta partenza in ritardo dell’aereo della Tap. Adeus Lisboa!
Le immagini: veduta del Tago; Arco trionfale; Torre di Belém; statua di Pessoa; Estádio da luz; piazza dei Restauratori (foto degli autori).
Mariella Arcudi e Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno IX, n. 104, agosto 2014)