Nel 1925 cinque persone, quasi tutte donne, furono uccise dalle forze dell’ordine in Calabria, a San Giovanni in Fiore. L’eccidio è stato rievocato da Salvatore Belcastro nei libri “Il silenzio dei lupi” (Iride) e “Sotto il selciato” (Città del Sole)
Il 2 agosto 1980 una bomba esplose nella sala d’aspetto di 2ª classe della stazione di Bologna, provocando l’eccidio più cruento della storia repubblicana italiana (85 morti e 218 feriti). Ben pochi, però, hanno memoria di un altro massacro che accadde, nello stesso giorno di agosto, 55 anni prima.
Ci riferiamo alla strage di San Giovanni in Fiore (Cosenza), avvenuta il 2 agosto 1925, allorché i carabinieri e la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale uccisero barbaramente Saverio Basile, Filomena Marra, Marianna Mascaro, Antonia Silletta, Barbara Veltri e ferirono altre diciotto persone. Nel centro silano era attivo un nucleo di militanti comunisti e socialisti, che già nel settembre del 1924 aveva organizzato dei tumulti contro i dazi sui consumi introdotti dal commissario governativo Giovanni Rossi. Quest’ultimo aveva sollecitato l’intervento dei carabinieri e della Milizia fascista, riuscendo a ristabilire temporaneamente l’ordine. Nell’agosto del 1925, tuttavia, l’agitazione riprese vigore e venne indetta una manifestazione di protesta contro il dazio sul grano, alla quale parteciparono circa duemila persone. A quel punto le forze di pubblica sicurezza non esitarono a sparare sulla folla inerme, provocando la carneficina.
L’eccidio di San Giovanni in Fiore s’inserì nel drammatico contesto storico degli anni Venti, segnato dallo squadrismo fascista, dall’assassinio di Giacomo Matteotti e dall’approvazione delle “leggi fascistissime” che posero fine allo stato liberale italiano. Nessuno dei responsabili venne processato e la strage del 1925 finì nel dimenticatoio per 85 anni, finché non l’ha rievocata lo scrittore calabrese Salvatore Belcastro, prima col romanzo Il silenzio dei lupi (Iride, pp. 218, € 16,00) e poi col saggio Sotto il selciato. Storia di una strage dimenticata (Città del Sole, pp. 126, € 12,00).
Il silenzio dei lupi, ambientato all’inizio del regime fascista, narra la storia d’amore di due giovani – Filomena e Gaetano – all’interno della quale si collocano i tragici eventi del 2 agosto 1925. Sotto il selciato ricostruisce nei dettagli la strage di San Giovanni in Fiore e analizza la cultura “magica” dei contadini silani, le loro tristi condizioni di vita durante il fascismo e le ragioni storiche che ne provocarono l’impoverimento. L’autore, in particolare, prende in esame la questione agraria, soffermandosi a descrivere le usurpazioni delle terre demaniali che furono perpetrate in Sila dai latifondisti ai danni dei contadini. I due libri di Belcastro hanno conseguito un importante riconoscimento nell’edizione 2013 del Premio Franz Kafka Italia di Gorizia: Il silenzio dei lupi ha vinto il primo premio per la Sezione romanzi, Sotto il selciato si è aggiudicato il premio speciale della giuria per la Sezione saggi.
Le immagini: le copertine dei libri Il silenzio dei lupi e Sotto il selciato.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno IX, n. 104, agosto 2014)