Esaltazione della libertà dei sensi e della potenza dell’eros nel nuovo romanzo di Roberto Pazzi, “La trasparenza del buio” (Bompiani)
«“Giunti verso la fine, invece di diventare più saggi e prudenti, si giocano tutta la posta, per paura di perdere l’ultima occasione”. E corrono precipitosamente proprio verso quel che dovrebbero evitare». Così Milena, riferendosi ai gay «maturi», avverte Giovanni, del quale è stata in passato l’amante, anzi, l’unico vero amore femminile della sua vita, e che ora ne è divenuta fedele confidente.
Giovanni Caonero, 65 anni ben portati, docente universitario di Letteratura a Padova, omosessuale, è, infatti, il protagonista de La trasparenza del buio (Bompiani, pp. 288, € 18,00), nuovo romanzo di Roberto Pazzi, uno dei maggiori narratori della letteratura italiana contemporanea, del quale abbiamo più volte parlato su LucidaMente (vedi: Il papa in crisi di Roberto Pazzi; Tornare a casa e trovare un altro se stesso; «Fino al cuore dell’eros»; Potere e passione in epoca longobarda). Per uno strano destino, a Giovanni capita di vivere, pressoché contemporaneamente, tre coinvolgenti, passionali, storie d’amore; con il giovane rappresentante di commercio Luca Siviero, con lo stilista di moda della jet society Pierre Giudici, di mezza età, e col proprio studente Eros Brunori. Le vicende erotiche si dipanano nel quadrilatero padano Padova-Verona-Bologna-Ferrara.
La narrazione e descrizione delle “relazioni pericolose” del protagonista sono rese leggiadre e deliziose dalla raffinata penna di Pazzi. Il romanzo appare come un colto minuetto, tra passioni, seduzioni, inganni, scavi interiori: «Quel procedere alla cieca, sul filo dell’equivoco, del proibito, del non detto, quando la seduzione si alimenta dell’incertezza, che piacere sottile! Che mistero è la forza dell’eros! Quanti muri invalicabili infrange, più forte, per fortuna, di ogni paura, di ogni differenza». Il tutto sviluppato con acume, sottigliezza e sensibilità psicologiche straordinarie: «Si fa sempre prima a toccare l’anima, se si tocca il sesso. È la vera formula magica capace di far crollare paure e maschere».
Nel complesso il romanzo appare come un vero e proprio inno al piacere dei sensi, all’abbandono all’infinita potenza dell’eros, alla libertà sessuale. Ancora Milena, su Giovanni e sulla sua costante “infedeltà”: «“Sei innamorato della vita, e non di una persona! Il sentimento più sincero lo riservi solo a lei, alla Vita, tutta intera. Sono fatti così quelli che hanno un’anima di artista”». La trasparenza del buio è anche un invito a superare schemi precostituiti e a lasciarsi andare alle vere passioni, che non si possono incanalare nel conformismo: «La favola della vita non va a finir bene soltanto se ci si sposa». Sebbene il tono generale del libro di Pazzi sia gioioso e quasi leggero, quasi come in un antico romanzo d’amore, anche se coi sobbalzi delle ansie, dei palpiti e degli affanni dell’eros, a volte l’autore non riesce a contenere i riferimenti all’Italia bigotta (soprattutto i politici) e la propria indignazione verso la sessuofobia e i pregiudizi, in particolare cattolici.
Ecco i pensieri, ancora di Milena, in un suo dormiveglia: «Questi strafottuti preti quanti ne hanno rovinati! Gli cacciano nel tenero cervello, fin da bambini, la frusta del senso di colpa che non li lascerà mai, così accarezzeranno per tutta la vita pensieri suicidi… Loro poi, che sono i primi a farsi i ragazzini nei collegi e negli oratori, quanti milioni di infelici nevrotici, di pazzi e di depressi han seminato nei secoli…». Infine, come in un cerchio perfetto, la conclusione del romanzo si rivelerà nient’altro che l’origine, la fonte del libro.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 103, giugno 2014)