Tragedia sfiorata e presunti intrighi internazionali a casa di Gianroberto Morazzi. E, intanto, sparisce un suo taccuino
Cesena. Famoso per la sua ombrosa riservatezza, lo scrittore Gianroberto Morazzi (che, tra l’altro, da anni tiene Corsi di scrittura creativa per LucidaMente), è stato protagonista di un bizzarro incidente che lo porrà, suo malgrado, al centro della scena pubblica. La notte di lunedì 31 marzo, sentendo dei rumori in casa, l’autore di 50 giorni col morto ha imbracciato il fucile e ha fatto fuoco contro un’ombra che si muoveva in cucina.
La cattiva notizia è che si trattava della sua compagna, la poetessa Cinzia Demiescu, per un singolare caso anche lei relatrice presso il suddetto corso. La buona è che, per fortuna, la donna se l’è cavata con una lieve ferita all’avambraccio. Residente a Cervia, era entrata di nascosto per fare una sorpresa al compagno. Secondo la sua ricostruzione, Morazzi, sconvolto dal suo stesso gesto, è rimasto in stato confusionale per dieci minuti ed è poi svenuto, battendo la testa contro il tavolo. Attualmente si trova all’ospedale Bufalini di Cesena per accertamenti. Una vicenda che ricorda quella del campione paralimpico sudafricano Oscar Pistorius. Per fortuna, con un finale meno tragico. A complicare il fatto, la donna si è recata il giorno dopo in questura a denunciare non l’aggressione armata (che pare aver subito perdonato), ma un furto avvenuto in casa di Morazzi circa due settimane prima.
Stando alle dichiarazioni della compagna, lo scrittore non ha mai reso noto l’avvenimento perché convinto che gli autori siano stati i servizi segreti tedeschi “inviati” da Angela Merkel. «So che preferiva non si sapesse – rivela la fidanzata –, ma dal giorno in cui sono venuti i ladri credo che Gianroberto sia diventato più paranoico del solito. Altrimenti non si sarebbe verificato questo spiacevole incidente». I sospetti di Morazzi troverebbero conferma nel fatto che, oltre al computer e al denaro contante, sembrerebbe scomparso dall’abitazione anche un taccuino manoscritto privo di valore economico. Nonostante le perplessità della compagna («Gianroberto perde sempre tutto. Il taccuino potrebbe essere ovunque»), lo scritto conterrebbe preziosi appunti per il nuovo romanzo di Morazzi, in lavorazione da almeno dieci anni.
Può essere che Morazzi abbia scritto qualcosa di così scomodo da catturare l’attenzione degli 007 tedeschi? «Le ricerche mi hanno condotto ad alcune intuizioni sconvolgenti su cos’è davvero internet e chi c’è dietro – confidava a la Repubblica nel novembre del 2013 – al punto che adesso faccio fatica a dormire. Ma quel che mi manca adesso è l’ispirazione per scrivere». Tra l’altro, poche righe dopo, scherzava sulla possibilità di uccidere la propria compagna perché «assillante come una madre nevrotica, è lei che complotta contro di me: controlla sempre la mia cronologia per scoprire se vado nei siti porno». Dichiarazione che in tribunale gli sarebbe potuta costare cara, se la donna – chiaramente molto innamorata – avesse scelto di agire legalmente contro di lui.
Superati gli ultimi avvenimenti, ci auguriamo che lo scrittore romagnolo ritrovi l’ispirazione. Ci ha raccontato gli scabrosi retroscena dell’industria musicale in La gloria dei perdenti e le furiose scorribande dei giovani della sua terra nel Libro dei peccati logici. Ora ci piacerebbe sapere di più sulle sue recenti, destabilizzanti profezie. Ritrovamento del taccuino permettendo.
Le immagini: l’inquietante aspetto di Morazzi e l’arma da lui imbracciata per sparare alla povera Demiescu.
L’articolo che avete appena letto è un pesce d’aprile, con qualche debito verso i ritratti immaginari di letterari creati da Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares. Gianroberto Morazzi è una sintesi dei nostri amici scrittori Gianluca Morozzi e Roberto Pazzi; Cinzia Demiescu è la “rumenizzazione” della poetessa Cinzia Demi. Di vero è che tutte e tre tengono i nostri Corsi di scrittura creativa. Ci scusiamo con loro per averli coinvolti. Cesena, invece, è davvero la città dell’autore del testo.
Michele Golinucci
(LucidaMente, anno IX, n. 100, aprile 2014)
Io voglio leggere “Il libro dei peccati logici”!