La città estense offre ancora una volta un appuntamento culturale di livello internazionale con una mostra sull’artista francese, in corso a Palazzo dei Diamanti
Ferrara si conferma nuovamente città d’arte e di bellezza. Oltre la facciata di bugnato bianco di Palazzo dei Diamanti il mondo si fa linea danzante, colore puro e vitale, corpo di donna coperto e svelato, tra pelli eteree e stoffe raffinate.
È l’universo di Henri Matisse quello ricreato dalla Fondazione Ferrara Arte grazie all’occhio attento e appassionato di Isabelle Monod-Fontaine (vicedirettrice del Centre Pompidou di Parigi ed esperta riconosciuta a livello internazionale della poetica del geniale artista francese), che ha curato la rassegna Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore. La mostra – aperta fino al 15 di giugno – si propone non solo di presentare la parabola artistica del grande pittore, ma anche di gettare uno sguardo nel suo atelier, per penetrare, per quanto possibile, il mistero di come nasceva una sua opera d’arte.
La sfida che il visitatore accetta lo conduce attraverso un percorso di oltre cento opere provenienti da musei di tutto il mondo (primo tra tutti il Centre Pompidou di Parigi, ma anche il Metropolitan Museum e il Museum of Modern Art di New York, la National Gallery di Washington, la Tate di Londra e molti altri), dal quale emerge, immediatamente, una qualità inaspettata dell’artista: l’orizzonte sconfinato della sua sperimentazione tecnica e materica. In effetti, come sacerdote del colore, Matisse è noto a tutti. Ma il Matisse maestro del disegno? Demiurgo della creta e del bronzo? Ecco che torna l’intento che da sempre anima le mostre di Palazzo dei Diamanti: far conoscere al grande pubblico gli aspetti più nascosti di un artista pur molto noto. E ci riesce benissimo.
Il percorso è tematico e cronologico, e rivela quella che fu per l’artista un’autentica ossessione: la figura umana. Sopra tutto, la donna. Una passione che emerge a partire dallo splendido carboncino Nudo in piedi dei primi studi, nel quale la figura femminile viene consegnata alla tridimensionalità grazie alla forza dello sfumato. Ritorna, attraverso nuove sperimentazioni di semplificazione e deformazione del corpo, nelle forme straordinariamente innovative della Serpentina, in quelle monumentali del bassorilievo bronzeo Nudo di schiena III, per approdare poi all’essenzialità del tratto di inchiostro nella serie Donna seduta in poltrona. E tutto si dispiega in un percorso di continua ricerca che coinvolge il corpo, il colore, la linea, e che conduce Matisse a sfiorare l’astrattismo (come in Nudo rosa seduto) senza però perdere mai il contatto con la realtà.
La mostra (Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I d’Este 21) è aperta tutti i giorni (feriali e festivi, lunedì incluso) dalle 9,00 alle 19,00, anche a Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Il biglietto di ingresso ha un costo base di 11,00 euro; è gratuito per i bambini fino a sei anni e ha un costo di 9,00 euro per i ragazzi dai 6 ai 18 anni, gli anziani oltre i 65 e gli studenti universitari. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito http://www.palazzodiamanti.it.
Le immagini: Giovane donna in bianco, sfondo rosso (1946, olio su tela, 92×73 cm, Parigi, Centre Pompidou) e La serpentina (1909, bronzo, 56×28,8×19,5 cm, Copenaghen, Statens Museum for Kunst) di Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 1869 – Nizza, 1954).
Irene Lamberti
(LucidaMente, anno IX, n. 99, marzo 2014)