La raccolta degli interventi del direttore nel primo trimestre del nono anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Marzo 2014 (n. 99) – Il dinamico, energico, infaticabile Renzy
Sperare nel fiorentino non nuoce… quanto i refusi di Umberto Eco
La primavera (astronomica e climatica) è arrivata. E noi ci avviamo velocemente verso il n. 100. Intanto seguiamo le evoluzioni di Matteo Renzi con speranza, se non con simpatia. Il gioco al massacro, la logica del “tanto peggio, tanto meglio”, non solo non ci appartengono, ma sarebbero manifestazione di incoscienza nei confronti dell’Italia, dei nostri figli, delle generazioni future. Speriamo. Non ci resta altro.
Anche per augurare un futuro migliore a quella schiera difficile da definire, fatta di collaboratori e consulenti senza condizioni lavorative certe, sempre più schiava della propria apparente autonomia, come scrive Antonella Colella, nel suo La “libertà” dei freelance. Oltre a disoccupati, sottoccupati e precari, un altro nodo italiano è rappresentato dalla scuola. Dora Anna Rocca ha intervistato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale del sindacato autonomo Gilda, su I problemi dell’insegnamento in tempi di tagli. E sempre la nostra Rocca ha toccato un altro punto focale del nostro Paese, la criminalità organizzata, in un suo aspetto particolare, partendo dal nuovo libro di Nicola Gratteri e di Antonio Nicaso (Mondadori): “Acqua Santissima”, i legami tra Chiesa e ’ndrangheta, ovvero luci e ombre di un intricato rapporto di potere.
Più orientati in senso positivo i contributi di Maria Daniela Zavaroni, che ci parla della scoperta di un gruppo di ricercatori italiani che apre la strada alla possibilità di curare i bambini dislessici attraverso lo studio della musica, che stimola e attiva tutti e due gli emisferi cerebrali (Quando l’arte aiuta la medicina) e di un cittadino bolognese di via Fondazza che ha creato un gruppo su Facebook per familiarizzare con i vicini di casa, attirando l’attenzione su quella che è diventata la prima social street italiana (A Bologna l’amicizia scende in strada).
Chi vi scrive si è cimentato in una serie di scritti “di varia umanità”. Storia italiana: vecchia, contemporanea, recente. Ci siamo chiesti: un’Italia più “luterana” (nel Cinquecento) uguale Italia più moderna (oggi)?; ovvero, quali sono state le conseguenze del mancato sviluppo del protestantesimo in Italia? Abbiamo reso omaggio, nell’anniversario della sua “misteriosa” morte, a un grande personaggio dell’Estrema sinistra storica (L’ultimo duello di Felice Cavallotti). E, recensendo il romanzo Una vita bizzarra (Città del Sole Edizioni) di Elisabetta Villaggio, ci siamo chiesti se durante gli anni della Contestazione giovanile: eravamo bellissimi. Anzi, no: non erano tutte rose e fiori… Tuttavia il nostro contributo che pare riscuotere maggiore successo tra gli internauti è la segnalazione di una serie di gravi sviste formali commesse dal nostro maggiore semiologo (Caro Eco, quanti errori!) nella Prefazione vergata da lui stesso al suo ultimo libro (Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Bompiani).
Come abbiamo scritto, «dispiace comunque che anche il volume di un autore e studioso apprezzato come Eco cada nella sciatteria e nella sbadataggine ormai tipica dell’editoria dei nostri tempi, tutta presa dallo sfornare con noncuranza – per non dire con vera e propria trascuratezza – migliaia di brutti libri (magari di autori a pagamento)…». Arrivederci ad aprile, con LucidaMente ormai “centenaria”.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 99, marzo 2014)
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Febbraio 2014 (n. 98) – Dalle boldrinate alla non resistibile ascesa di Matteo
Mentre, sotto i nostri occhi più o meno disattenti, storiche tragedie si consumano in Ucraina, in Siria, in Africa e altrove, in Italia è sempre Sanremo. E poveri marò…
È molto triste dover vedere immagini di violenze e di morti. Come sempre. Dall’Ucraina (la cui crisi potrebbe aggravarsi) alla Siria (alla quale neanche le affannose trattative offrono uno spiraglio per uscire dall’inferno), dall’Egitto alla Nigeria a realtà ancora più lontane e sconosciute, quali il Mali, la Repubblica centrafricana, il Sud Sudan. La mostruosa madre della violenza umana è sempre gravida e sforna orrori senza fine. Sicché scopriamo che nel XXI secolo poco è cambiato rispetto a epoche di barbarie che credevamo ormai superate. Invece… Tutto si perpetua, per lo più nel segno dell’indifferenza – o dell’impotenza – da parte della minoranza di Paesi “civili” e dei loro cittadini, che non rischiano giornalmente la morte, la fame, l’insicurezza.
È quindi una fortuna risiedere in Italia, soprattutto a febbraio, il mese del Festival della canzone italiana, di Sanremo (o Sanscemo), che coinvolge tutti gli italioti, tenendoli attaccati alla tv. E si è ancora più fortunati nel vivere la nostra bellissima fase politico-economica-sociale. Così, il mese di gennaio si è concluso con la rissa alla Camera dei deputati scatenata dal Movimento 5 stelle per protestare nei confronti della decisione della presidente dell’aula, Laura Boldrini, di interrompere – con la cosiddetta “ghigliottina” – l’ostruzionismo dei grillini contro il discutibile decreto cosiddetto Imu-Bankitalia, che rischiava di decadere. L’ineffabile Boldrini, però, domenica 2 febbraio, nel corso della trasmissione Che tempo che fa, non ha perso l’occasione per mostrare – vedi il filmato in (Chi non la pensa come me) è un «potenziale stupratore» – quanto vittimismo, intolleranza, arroganza e criminalizzazione “sessista” degli avversari persista nella politica italiana (di sinistra e non).
Come rispondere all’intolleranza e alla stupidità, se non con la satira e con l’ironia? Così abbiamo scritto di nostro pugno un articolo per proporre Una legge contro i «potenziali stupratori». Subito e pubblicato una falsa lettera («Sono la mamma di un potenziale stupratore»). Ovviamente, per questo motivo, la nostra rivista ha ricevuto molteplici insulti e richieste di “cancellami” dalle newsletter, di parte soprattutto Pd, “femminista” e “politically correct”. Alla faccia della tolleranza, del senso dell’umorismo e di Voltaire.
A risollevarci il morale ci ha pensato però Matteo Renzi, che, bruciando le tappe, ha completato (forse) la sua non resistibile ascesa al potere. Ed eccolo presidente del Consiglio con una splendida squadra di ministri. Tutti/e validi/e. Avete qualche dubbio? Sciocchi. Essere giovani e, magari, anche donne (e addirittura “carine”) non è forse una garanzia di competenza, onestà, efficienza, dedizione alla patria, al bene comune e ai cittadini? Ecco, con 8 ministri donna (o ministresse, o ministre, o minestre… care femministe bipartisan, diteci come dobbiamo chiamarle) su 16, un primo assaggio di quante saranno le prossime “nominate” con le “quote rosa”. Così si finisce una “discriminazione di genere” e un “sessismo”, per iniziarne altri. Ah, quando vigeranno finalmente uguaglianza e meritocrazia?
Ci rincuorano anche la magistratura e la politica dell’India. Sì, perché, nella vicenda dell’imprigionamento da due anni senza alcuna imputazione (o ipotetiche folli accuse) dei due sottufficiali della Marina italiana Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, con le proprie lungaggini, opportunismi, attenzione alla “ragione di stato”, sono riusciti a farci valutare con occhio meno scandalizzato le carcerazioni preventive, la durata epocale dei processi, l’assurdità di certe incriminazioni, così care alla magistratura del Belpaese. Grazie, India, nazione di spiritualità, di netta, classista separazione di caste, di miseria endemica, di superstizione, del grande, santo, Gange nel quale andavano/vanno ad abbeverarsi i nostri fricchettoni e i viziati figli di papà di sempre. E intorno al quale compiono le proprie gesta immondi stupratori (quelli veri), persino su bambine.
Infine, comunicazioni di servizio… Da questo mese Maria Daniela Zavaroni affianca Giuseppe Licandro nel coordinamento editoriale di LucidaMente. È iniziata con successo la quarta edizione del nostro Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, febbraio-aprile 2014). Grazie agli iscritti al corso e auguri di buon lavoro a Maria Daniela.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 98, febbraio 2014)
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Gennaio 2014 (n. 97) – L’album LM della Memoria
Un “LucidaMente” speciale, ricchissimo di immagini inedite, con volti e scenari persi nel passato, eppure vividissimi, forse più di quelli del nostro fatuo presente. Per non dimenticare
Ogni giorno dovrebbe essere una “Giornata della Memoria”. Non solo la ricorrenza del 27 gennaio, quando, nel 1945, le truppe sovietiche liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, trovandovi l’orrore assoluto. E non si dovrebbero ricordare soltanto il genocidio del popolo ebraico, le vittime del nazismo e coloro che aiutarono i perseguitati.
In una società e in un mondo nei quali la violenza, lo sfruttamento, l’ingiustizia, le persecuzioni, sono in aumento e in cui, al contempo, travolta dall’incalzare di cronaca quotidiana e dal chiacchiericcio, dall’effimero e dalla volgarità, la memoria storica non esiste più o si riduce a quella del breve volgere di qualche settimana, il ricordo è un esercizio vitale per proteggere l’umanità da ulteriori tragedie. La violenza sembra non aver mai fine, sembra appartenere intrinsecamente all’umanità. «La purga dura da sempre, senza un perché», scriveva Eugenio Montale nella poesia Il sogno del prigioniero. E George Orwell, nel romanzo distopico 1984, immaginava il futuro come «uno stivale che calpesta un volto umano – per sempre».
La nostra Bologna, in particolare, è stata massacrata dalla Storia, e non solo quella relativa agli eventi della Seconda guerra mondiale. Non dimentichiamo, non perdoniamo: la strage alla stazione di Bologna (1980), gli attentati ai treni fatti esplodere due volte a San Benedetto Val di Sambro (Italicus, 1974; Rapido 904, 1984), l’abbattimento a Ustica dell’aereo Bologna-Palermo (1980) e l’aereo militare “precipitato” sull’Istituto scolastico Salvemini di Casalecchio (1990), gli assassini della Uno Bianca… Come si possono definire questi eventi, che nella loro diversità, hanno tanti aspetti in comune? Usiamo il termine giusto, adoperato subito e sempre da persone senza paraocchi, e inviso alle caste odierne: stragi di Stato. Non smettiamo mai di indignarci.
Spesso si ha la sensazione che prevalga, il male, anzi il Male, assoluto, metafisico, destino appartenente alla legge di natura. «E tuttavia si lavora, si narrano storie, si plasma la realtà e si diverte così un mondo miserando, nell’oscura speranza, quasi nella fiducia, che verità e serenità di forma abbiano efficacia liberatrice sull’anima e valgano a preparare il mondo a un’esistenza migliore, più bella, più legata allo spirito», scriveva Thomas Mann in un saggio redatto qualche mese prima della morte (1955) e dedicato ad Anton Cechov. Il contributo che questo mese LucidaMente può dare per «un’esistenza migliore, più bella, più legata allo spirito» consiste nel rievocare fatti, persone, volti. Ecco, quindi, l’LM MAGAZINE n. 28, all’interno del quale il tema centrale è la memoria storica e le immagini – quasi tutte inedite – pubblicate sono talmente tante che possiamo definire il numero come un Album LM della Memoria.
Storie di partigiani, di carabinieri e di soldati consapevoli del valore dei propri giuramenti e delle proprie divise indossate con onore. Già a fine dicembre avevamo recuperato l’ultima, commovente lettera alla mamma di Novello Bianchi, condannato a morte della Resistenza italiana il 25 dicembre 1943, una copia della quale ancora oggi è amorevolmente custodita, di generazione in generazione, da una famiglia bolognese (La Valdossola, il partigiano e la custodia della memoria). Abbiamo ricomposto, anche col trailer del documentario Caserme Rosse. Il lager di Bologna (di Danilo Caracciolo e Roberto Montanari, 2009), la vicenda, ignota ai più, de Il campo di concentramento sotto le Due Torri: Il lager (dimenticato) delle Caserme Rosse. E, al suo interno, l’azione di due eroi: don Giulio Salmi e Antonino De Biase, Il medico calabrese che salvava i partigiani ingannando i nazisti. Abbiamo ricostruito anche gli orrori commessi nella costellazione di lager nazisti operanti durante la Seconda guerra mondiale in Bassa Sassonia, ai confini con l’Olanda, tra i quali Fullen, “il campo della morte”, grazie a un’inedita, sconvolgente testimonianza («Fui catturato dai tedeschi, trasportato in Germania e internato…»). E, attraverso la recensione di tre libri, abbiamo fatto rivivere Resistenza e lotte sociali nel profondo Sud, i “movimenti giovanili” (Italia, popolo di volontari e contestatori…) e le minoranze “virtuose” del nostro Paese (Se in Italia
avessero avuto più spazio i riformisti…).
Ubi sunt? Viene spontaneo esclamare questo antico refrain delle poesie medievali, osservando le decine di “vecchie” foto pubblicate nei servizi di questa specialissima uscita della nostra rivista telematica. A partire da quelle legate alle Tragedie di guerra, per proseguire con quelle che rievocano L’Italia che non c’è più: come eravamo (mestieri, luoghi, costumi, manifestazioni, calcio), per andare ancora più indietro nel tempo, in un Paese caratterizzato dalla triade “di lunga durata” Dio-patria-famiglia. Altrettanto naturale vien da pensare che le persone raffigurate, ormai morte da tempo, appaiano più vive dei vivi di oggi, inseriti come sono, questi ultimi, in un contesto artificiale e inerte, nel quale si fatica a rintracciare l’individualità, l’umanità, lo spirito, il coraggio. Volti antichi, più vividi di quelli odierni, ipocriti, atteggiati, rifatti chirurgicamente, o fotogenici (?) volti televisivi. Insomma, rovesciando l’assunto iniziale, verrebbe da dire che i vivi di oggi siano più morti dei morti appartenuti ad altre epoche, nelle quali le idealità e l’amore per l’umanità, la libertà, la giustizia e la patria non si erano spente.
Completano LucidaMente di gennaio alcuni singolari servizi. Di Marco Cappadonia Mastrolorenzi sull’Eccitazione sessuale persistente: un disturbo femminile da non confondere con la cosiddetta ipersessualità femminile; di Maria Daniela Zavaroni, che ha intervistato la scrittrice Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani, la quale denuncia la Caccia alle “streghe” in Papua Nuova Guinea e lancia un appello mediante la nostra rivista; di Emanuela Susmel sull’ottantenne protagonista dell’attraversamento dell’Italia in 45 giorni (Alessandro Bellière e la sua camminata lunga 1.759 km). E la proposta di Raffaello Morelli su Come uscire dall’emergenza carcere.
Infine, come abbiamo fatto nello scorso editoriale, invitiamo tutti a due nostre proposte per l’inizio del 2014. Per la prima volta i corsi di LucidaMente aprono le porte anche alla recitazione con la Prima edizione del laboratorio intensivo di teatro Il battito della parola (Bologna, gennaio-febbraio 2014), un percorso finalizzato al potenziamento delle proprie capacità espressive, sia vocali che fisiche. Docente sarà l’attrice e autrice Alessandra Merico, diplomata all’Accademia internazionale di Teatro di Roma. Ormai una tradizione è, invece, il Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, febbraio-aprile 2014), giunto alla quarta edizione. A rivederci presto.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 97, gennaio 2014)