Il Parlamento europeo ha appena stanziato oltre 70 miliardi di euro per finanziare la ricerca etica, affinché farmaci e prodotti chimici non siano testati sugli animali
Una buona notizia giunge finalmente dal fronte della lotta contro la vivisezione e in difesa dei diritti degli animali. Il Parlamento europeo ha approvato il programma quadro per la ricerca Horizon 2020, con il quale ha stanziato 70,2 miliardi di euro per finanziare gli enti pubblici e privati che intendano adottare metodi di ricerca etici, ponendo cioè fine ai test in laboratorio sugli animali.
Anche all’interno degli stati dell’Unione europea, pertanto, sarà possibile sostituire le cavie animali con riproduzioni robotiche e di microingegneria, a imitazione di quanto già avviene negli Usa, dove da qualche tempo si stanno utilizzando tecniche alternative alla vivisezione per testare medicine e sostanze chimiche. Il programma pluriennale Horizon implementa l’articolo 13 del Trattato di Lisbona, nel quale è formalmente sancito l’obbligo di tutelare la salute degli animali: «Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione nei settori dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale».
Michela Kuan, esponente della Lega anti vivisezione, ha commentato positivamente la notizia, facendo però notare che in Italia «i pro-sperimentazione scendono in piazza e discutono sui giornali la necessità e l’utilità della vivisezione come metodo unico di ricerca» (cfr. Michela Kuan, Sperimentazione animale, 70 mld dalla UE per la ricerca etica!, in www.lav.it). Nel Belpaese, infatti, molti ricercatori si sono arroccati in difesa del metodo di sperimentazione dei farmaci sugli animali, anche se risulta ormai evidente la sua inattendibilità scientifica per l’uomo, come ha posto in rilievo Gaia Angelini, membro di Humane Society International, in un suo articolo: «L’uomo non è un ratto di settanta chili. E testare sostanze chimiche sugli animali non ci aiuta a comprendere il loro impatto sulla salute umana» (cfr. Gaia Angelini, Svelare i rischi delle sostanze chimiche senza test sugli animali, in Valori, n. 100, giugno 2012).
Il primo novembre 2013 si è conclusa la raccolta delle firme necessarie per presentare la proposta di legge popolare europea Stop vivisection, sottoscritta da oltre un milione di cittadini europei, i quali chiedono l’abrogazione della Direttiva 2010/63 Ue del Parlamento europeo e del Consiglio: questa norma, pur dichiarando a parole di voler tutelare gli animali, consente la vivisezione in molti casi, in deroga alla legge. Dopo la verifica delle firme da parte delle competenti autorità nazionali, la Commissione europea dovrà incontrare André Menache e Gianni Tamino, rappresentanti del comitato promotore, per consentire loro di esporre dettagliatamente i contenuti della proposta di legge. La Commissione, quindi, formulerà una risposta scritta illustrando, con le dovute motivazioni, se intende o meno dare seguito all’iter legislativo: se decidesse di farlo, presenterà poi un’apposita bozza di legge al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione, che dovranno infine ratificarla.
LucidaMente ha dedicato alla difesa dei diritti degli animali numerosi articoli, tra i quali ricordiamo: La “zoomafia”, una terribile iattura che incombe sull’Italia; Sperimentazione animale: strage vana, crudele, infinita; Una strage di innocenti; L’orribile strage che insanguina le vacanze estive; Contro lo sgozzamento lento degli animali da macello senza stordimento.
Le immagini: foto di un cane e un pulcino (fonte: http://it.wikipedia.org; autore: Johan Michaëlsson); il logo della Lega anti vivisezione (fonte: www.lav.it).
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VIII, n. 96, dicembre 2013)