Un brano su quiete, spiritualità e salute, tratto da “Le non parole” (inEdition editrice) di Agostino Secondino
Nella nostra epoca caratterizzata dai rumori, dai futili chiacchiericci, dalla disarmonia, un tema appare fondamentale: la riscoperta del silenzio, ossia della vera Parola e del nostro sé celato e offuscato da una società folle e materialista. Se ne occupa Agostino Secondino, parroco di Castel di Sasso (Caserta), nel suo nuovo libro: Le non parole. Il fascino del silenzio (inEdition editrice, Bologna, 2013, pp. 132, € 12,00), quarta uscita della collana Le illuminazioni dell’anima. L’autore distingue i vari tipi di silenzio e le sue risorse interiori, anche a fini terapeutici, per star meglio o guarire. E, infine, riscoprire la vera Parola. Un’opera ricca di suggestioni culturali e di vaste citazioni che andrebbe letta da tutti: credenti, non credenti, comunque esseri umani alla ricerca della spiritualità e della profondità. Il tutto attraverso uno stile particolare (spesso basato sulle sospensioni, sulle pause, al contempo problematiche e stimolanti), in grado di riprodurre mimeticamente la nascita del pensiero, il suo fluire, le riflessioni, le illuminazioni, le rivelazioni.Del libro – già segnalato dal nostro direttore Rino Tripodi con la recensione La divina bellezza del silenzio – proponiamo di seguito ai nostri lettori alcune parti dell’Introduzione intitolata La parola… scavata nel silenzio.
L’uomo di oggi dà molta importanza alla parola e alle immagini, non ama tacere per riscoprire e gustare la bellezza del silenzio, così relegandolo alla mistica o alla spiritualità eppure… il tacere è paragonabile a una dieta equilibrata, entrambi sono salutari al corpo e alla psiche.[…]
Il silenzio ha tanti volti: c’è un silenzio funzionale… un silenzio necessario e… dovuto in certi luoghi, un silenzio inscritto con segni d’interpunzione all’interno della scrittura stessa… un silenzio… tra le note musicali… C’è un silenzio che “pesa”, che rende inquieti… che spaventa… che opprime… un silenzio di morte… un silenzio di ostilità che paralizza la comunicazione… un silenzio di solitudine sofferta… Un silenzio… irrinunciabile… rispettoso della parola dell’altro nella consapevolezza che «c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare»… un silenzio dell’amicizia e dell’amore, che è il più eloquente, il più intenso di qualsiasi parola… un silenzio di presenza e di pienezza, in cui il semplice stare insieme è fonte di gioia… un silenzio… attento… contemplativo… raccolto…C’è un «silenzio sottile» che si fa voce come per Elia sul monte Oreb… e infine un silenzio interiore… dentro il cuore di ciascuno di noi… per accogliere la presenza degli altri e di Dio. Ed è questo il silenzio reale che non ha nulla a che vedere con la presenza o con l’assenza del suono… un silenzio che non è distratto dai rumori che gli passano accanto…
Questo è il vero silenzio cui tendono tutte le terapie e tutte le meditazioni che ci mettono in intimo contatto con noi stessi, operano la guarigione e permettono a Dio di operare in noi… “…quando sei colmo di questo silenzio… non esiste alcun ostacolo… alcun muro che impedisca al Tutto di prendere possesso di te… allora la totalità può fluire attraverso di te… e tu non opporrai più alcuna resistenza…”. Il problema è che l’uomo di oggi ha perso contatto con la sua anima. Quell’anima è silenzio… è assoluto silenzio… nessuna parola può supplire quell’esperienza… sta all’individuo decidere di compiere quel salto… su quella soglia chiunque è solo… Perché dobbiamo amare il silenzio? Perché solo nel silenzio emergono energie che si traducono in un’attività intellettuale più feconda, capace di stimolare la nostra memoria e di aguzzare le nostre facoltà di ragionamento e d’immaginazione… solo nel silenzio diventiamo più ricettivi alle impressioni trasmesseci dai nostri sensi… la vista… l’udito… l’olfatto… il gusto… il tatto…[…]
Infatti Dio è silenzio… e soltanto nel silenzio si può sentire… giacché né la parola… né l’immagine… né l’azione sono in grado di comprendere ed esprimere il divino. Dalla filosofia indiana delle Upanishad a quella greca, per giungere alle scuole filosofiche contemporanee… il Silenzio… l’Assoluto… è detto… l’Inconoscibile… l’Impronunciabile… mentre con la parola «Diciamo ciò che non è e non ciò che è»… L’uomo è stanco di chi non offre che parole senza lingua e desidera una lingua senza parole… il silenzio… ma noi parliamo… senza sosta… e noi parliamo per conquistare… sedurre… o per permettere al nostro “io” di acquistare potere… successo… dominio sugli altri… eppure… dovremmo amare il silenzio… …Il silenzio è parte della capacità dell’uomo di comunicare… «senza di esso non esistono parole dense di contenuto»…«Quando trovo / in questo mio silenzio / una parola / scavata è nella mia vita / come un abisso», scrive Ungaretti nella poesia Commiato…
La parola che comunica è scavata dal silenzio. «La parola è un tipo di energia ancora più potente del pensiero, perché è pensiero con più l’energia del suono; è importante quindi prestare attenzione non solo ai pensieri che provengono dal nostro programma, dal nostro modo di pensare, ma anche dal nostro modo di esprimerci (eliminando quelle parole e frasi fatte che usiamo automaticamente durante la giornata) che fa sì che emaniamo un’energia debole, imprecisa o dannosa al nostro benessere mentale». Se i pensieri sono la penna con cui scriviamo la nostra realtà intinta nell’inchiostro delle emozioni, la parola allora è il segno che poniamo sul foglio bianco della nostra esistenza… bisogna stare attenti a tutte le parole che escono dalla bocca… consapevoli delle conseguenze che esse possono scatenare… Anche le parole creano karma… che significa fare… realizzare… creare qualcosa… fare un atto sacro… una cerimonia… Stiamo attenti alle parole… siano come la musica degli angeli… il nostro linguaggio sia ben curato… dettato unicamente dall’amore…[…]
Il prezzo che noi paghiamo di una vita fondata sul rumore sta diventando alto per non essere messo in discussione, individualmente e socialmente. Il troppo rumore genera stress patologico, pressione, attacchi cardiaci, malattie psicosomatiche. Bisogna ritornare a quel silenzio che è la nostra matrice originaria. È una questione di vita o di morte; perciò stanno avendo tanto successo le scuole di meditazione, le più diverse, le tecniche di rilassamento, i tanti istituti della salute e del benessere, la preghiera, i ritiri nei conventi… In tanto nuovo operare la tecnica non basta, sia quella a sfondo spirituale… mistico… religioso… sia a sfondo psicologico… occorre cercare quella dimensione oltre la mente in cui dimora il nostro guaritore interno… occorre il silenzio… utile per raggiungere “l’altra sponda”, la non-mente… Per immergersi nel proprio essere bisogna ascoltare il silenzio… percepire la voce interiore nel silenzio… e da essa lasciarci guidare…La preghiera mentale, la meditazione, le varie pratiche di rilassamento, la parola che guarisce, mettono in moto un meccanismo di auto guarigione che è dentro di noi.
Queste pagine trattano del silenzio e della parola, strumenti che, attraverso la meditazione, la preghiera e le tecniche di rilassamento, possono dare guarigione e benessere psicofisico. […]Questo breve saggio invita il lettore a rivolgere la sua attenzione al silenzio mentale… e a fare uso di quelle pratiche che gli permetteranno di immergersi nell’“oceano di silenzio” che… è… dentro di sé… traendone notevoli benefici… rendendolo sempre più sano e felice… in un mondo di parole… di informazioni… di rumori… di suoni… emessi a una velocità sempre maggiore…
(da Agostino Secondino, Le non parole. Il fascino del silenzio, inEdition editrice, Bologna, 2013, pp. 9-15, passim)
Per saperne di più su altri libri dello stesso autore: «Ho incontrato il mio doppio?»; “Un percorso mistico” tra paesaggi e sogni;«Come diamanti nella notte oscura».
Le immagini: la copertina del libro e il suo autore.
(m.d.z.)
(LucidaMente, anno VIII, n. 93, settembre 2013)