Una delegazione dell’Associazione 21 luglio ha presentato il 27 giugno a Bruxelles, nella sede della Commissione Europea, un’ampia relazione sulla situazione dei rom in Italia e a Roma, di fronte al Commissario europeo per il Lavoro, le Politiche sociali e l’Inclusione, Laszlo Andor.
L’intervento si è svolto nell’ambito di un seminario internazionale dal titolo “L’inclusione dei rom: un bisogno, una sfida e un dovere”, organizzato dall’Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione europea (BEPA), dalla Commissione Chiesa e Società della Conferenza delle Chiese Europee (CEC), dalla Commissione delle Chiese per i Migranti in Europa (CCME), dalla Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) e dal Consiglio delle Conferenze dei Vescovi Europei (CCEE).
Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, ha ripercorso le vicende storiche che dal maggio 2008 hanno portato alla dichiarazione, da parte del governo italiano, dello stato di emergenza in cinque regioni d’Italia, relativamente alla questione dei rom. La decisione seguì gli attacchi avvenuti ai danni degli abitanti di alcuni campi rom del campo di Ponticelli, nella periferia napoletana.
Il presidente dell’Associazione 21 luglio è quindi entrato nel merito del Piano Nomadi in vigore nella Capitale dal 31 luglio 2009.
«Questo provvedimento – ha affermato Stasolla – ripropone uno schema socio-assistenziale identico, nella sostanza, a quelli che si sono succeduti a Roma negli ultimi 25 anni. È basato su una politica i cui risultati sono esclusivamente sgomberi e su trasferimenti di persone in luoghi in cui non vengono rispettati i diritti umani, in particolare quelli dell’infanzia. Proprio per questo motivo – ha proseguito – il Piano Nomadi è da considerarsi illegale in quanto gli sgomberi violano diritti sanciti da norme e convenzioni europee ed internazionali, quali i diritti dei minori all’abitazione, all’integrità personale, alla salute, all’istruzione, nonché il divieto di discriminazione».
Carlo Stasolla critica duramente la decisione adottata poiché «non indica l’elaborazione di efficaci politiche abitative, non ha prodotto alcun miglioramento dei percorsi scolastici dei minori rom».
Anche l’ingente somma di risorse pubbliche impiegate per mettere in atto il Piano, ben 34 milioni di euro, è finita nell’occhio delle critiche contenute nella relazione. «I soldi pubblici – ha dichiarato Stasolla – sono serviti solo per realizzare nuovi spazi di integrazione e di discriminazione denominati villaggi attrezzati».
A conclusione del seminario, il Commissario europeo per il Lavoro, le Politiche sociali e l’Inclusione Laszlo Andor ha richiesto alla delegazione dell’Associazione 21 luglio copia della relazione presentata, promettendo approfondimenti da parte della Commissione europea in merito alla situazione delle comunità rom in Italia e a Roma.
(f.f.)