Quante volte in libreria storciamo il naso vedendo quali “libri” scadenti ci vengono proposti? Non prendiamocela col libraio, chiediamocene il perché
Una delle ultime novità “letterarie” di cui si sente parlare è Amore, scusa, ma quella è la leva del cambio (Sperling & Kupfer, pp. 120, € 10,00), una raccolta di esperienze sessuali mal riuscite (reali o no? chi lo sa) raccontate dai fan di una pagina di Facebook, denominata “Performance sessuali di merda”. Un libro. Divertente, dai, qualcosa di originale!
Ma ci vogliamo porre una domanda: è giusto che certe idee balzane e, diciamolo, da rating rosso, che prevedono pochissimo impegno e zero passione, sfondino, mentre altre idee, più elaborate, di persone che davvero sanno scrivere e trasmettere qualcosa, debbano rimanere nell′anonimato più nero? Non è colpa del mercato: il mercato ci dà quello che chiediamo. Deve vendere, vendere e vendere, non farsi domande esistenziali… Ed ecco che diamo il benvenuto a libri come Cinquanta sfumature di grigio (vedi la “stroncatura” del nostro direttore). Parliamo sempre di rating rosso: chi l′avrebbe mai detto? E parliamo sempre di una storia nata on line, per gioco, come fan fiction. Insomma, stiamo forse dicendo che la funzione dei salotti, nell’Ottocento, e delle riviste letterarie, nel Novecento, l’adempiscono oggi, nel nuovo millennio, i social network?
È un fenomeno vastissimo, che mescola tutto. Vediamo personaggi televisivi sui libri, cantanti sulle riviste, persone di cui tutti conoscono il viso ma di cui nessuno conosce le “gesta”, che si affermano per le immagini, che fanno parlare di sé pur non avendo fatto niente di che. È diventato tutto un miscuglio, un′immensa catena all′interno della quale non ci sono confini ed è tutto bello, tutto magnifico, tutto spettacolare. Tutto uguale. Ma siamo quindi diventati dei mentecatti che non sanno più fare nulla? Alessandro Baricco nel suo saggio I barbari. Saggio sulla mutazione (Fandango, 2006; poi Feltrinelli) parla di una mutazione in corso.
L′essere umano sta diventando un pesce, che, veloce e vorace, naviga – si parlava appunto di Internet – e non ha tempo di soffermarsi su niente, perché vuole un pochino di tutto. Non siamo dei mentecatti, è un′intelligenza usata in modo diverso. Le persone non sono cambiate, sono aumentate. Tutto è diventato di massa e quando qualcosa diventa di massa perde qualcosa. Divento medio: appiattito, normale, banale. Ma allora perché ci sembra tutto così fantastico? Perché sgraniamo gli occhi davanti agli effetti speciali al cinema e rimaniamo incollati al televisore a guardare canzoni invece che ascoltarle? È questo il punto: guardiamo tutto con gli occhi e stiamo sulla superficie, avendo dimenticato che le cose hanno anche un′anima. O dovrebbero averla.
Di argomento simile, sempre in questo numero di LucidaMente, leggi anche Analfabetismo high tech di Chiara Toneguzzo.
Silvia Lodini
(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)