Le nostre eroiche truppe sono già entrate ad Almaty, tra ali di folla festante, e si dirigono verso la capitale Astana. Il dittatore Nazarbayev in fuga verso l’«Unione sovietica». Ablyazov esulta. La signora Shalabayeva e la figlia, liberate dai parà della Folgore, sono già rientrate a Roma. Napolitano invita alla prudenza e alle larghe intese. Bonino: «Una guerra nonviolenta». Alfano: «Lo giuro, non ne sapevo niente!». La Russa: «Me ne frego dell’Onu». I pozzi petroliferi kazaki sono nostri. L’Inghilterra, irritata, smette di festeggiare il baby reale
Sotto il sole di luglio, è lecito fantasticare un’Italia con la schiena diritta? E speriamo che nessuno si offenda, visti i tempi di suscettibilità diffusa… Trattasi di satira politica.
Un sussulto d’orgoglio. Una reazione da potenza mondiale. Un voler ribadire che l’Italia c’è, eccome, nello scacchiere politico-militare internazionale e intende ribadirlo sempre più spesso.
Erano le 4,37 di stamane quando le nostre truppe, da giorni segretamente posizionate a sud, nel vicino Kirghizistan (notoriamente storico alleato dell’Italia), e – sembra – pure nella Cina occidentale (ma il gigante asiatico chiede il massimo riserbo), hanno sferrato un durissimo attacco di terra al Kazakistan. Nel giro di poche ore, sostenuti dall’aviazione, i nostri fanti – tra di loro Daniela Santanchè con un berretto verde – hanno annientato l’esercito kazako e già alle 9,11 sono penetrati nella ex capitale Almaty. E senza alcuna dichiarazione di guerra, come è giusto che sia (Germania hitleriana e Usa ce lo insegnano). Appena saputo dell’intervento militare italiano, la popolazione kazaka si è riversata nelle strade, festeggiando la liberazione avvenuta e abbracciando i nostri soldati (bellissime le kazake).
L’avanzata sta proseguendo in queste ore. Ormai siamo in vista della capitale Astana. Tant’è vero che il dittatore Nursultan Nazarbayev, ormai deposto, ha chiesto asilo politico all’Unione sovietica (?), chiedendo di non essere consegnato ai nostri servizi segreti, come l’Italia ha fatto con la signora Alma Shalabayeva e la figlioletta Alua. Intanto, entrambe le donne, con una fulminea, efficientissima, azione dei nostri parà della Brigata Folgore, sono state liberate e già aviotrasportate a Roma. Avevamo sopportato sin troppo a lungo per il nostro senso patriottico la presa in giro e l’umiliazione subita dall’apparato diplomatico e dai servizi segreti kazaki, con il caso di Alma e Alua. Ma, ora, c’è chi ipotizza che si sia trattata di una nostra furba strategia per provocare l’intervento di stamane. Intanto i pozzi petroliferi e di gas kazaki sono già stati occupati con un esproprio proletario dell’Eni da parte delle nostre maestranze, che stanno attuando un esperimento socialista di autogestione. Tonnellate di greggio e metano stanno giungendo in Italia. Ne avevamo proprio bisogno…
Le reazioni internazionali. La Gran Bretagna ha smesso di festeggiare il pupetto reale. Perfida Albione! Barack Obama dice che l’abbiam fatto nero. Angela Merkel ha accusato un grave malessere. Il discusso dissidente kazako Mukhtar Ablyazov ha ringraziato l’Italia e si recherà in giornata a Roma ad abbracciare la moglie e la figlioletta. L’Onu deciderà appena possibile quando discutere della presunta aggressione (non prima di un paio di mesi) ed entro l’anno (2014?) potrebbe decidere delle sanzioni nei confronti del nostro Paese, simili a quelle contro Israele per l’occupazione dei territori palestinesi. La borsa di Milano sta toccando il +15,67%, con i titoli energetici oltre il +30%. In poche ore la disoccupazione è scesa al 5%; quella giovanile al 3,5%.
Dall’interno unanimi i commenti positivi. Il presidente Giorgio Napolitano ha parlato di «fatti di una gravità senza precedenti» e ha invitato alla prudenza e alle larghe intese. E, infatti, subito dopo, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha detto che il successo italiano è il risultato dell’alleanza Pd-Pdl. Il ministro della Difesa Mario Mauro ha affermato che si può vincere anche senza F-35 e che da oggi si denominerà ministro della Guerra (era ora, bando alle ipocrisie!). Il suo predecessore, Ignazio La Russa, interpellato sulle eventuali reazioni e sanzioni dell’Onu, ha seccamente e virilmente risposto: «Me ne frego!». Un po’ fuori dal coro il vicepremier Angelino Alfano, che, apparso spaesato, ha dichiarato: «Lo giuro, non ne sapevo nulla. Anche stavolta nessuno mi ha informato!». Il Movimento 5 stelle ha redatto una nota ufficiale nel quale si dice che saranno gli iscritti al partito, tramite internet, a valutare i fatti. Il ministro degli Esteri, la radicale Emma Bonino, forse dimentica delle convinzioni nonviolente del partito di Marco Pannella, ha parlato di «nonviolenta azione di guerra, con un pochino di violenza, sì, ma non tanta». Un messaggio indiretto – ma non tanto – all’India: ehi, stiamo arrivando a liberare i nostri due marò. Vincere? E vinceremo!
Le immagini: i nostri eroici parà sfilano per le strade di Almaty, tra i “Forza Italia” festosi dei cittadini kazaki liberati; il ministro della Guerra Mario Mauro; Emma Bonino osserva gioiosamente i combattimenti vittoriosi dei nostri militi.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)
Bellissimo! Troppo divertente! Grazie!
Grazie a lei, Marina, per seguirci…
continuando a fantasticare . . . . .
febbraio 2011:
Italia non concede piste a francesi inglesi americani e nato per aggredire Libia,
in forza del trattato firmato tra Italia e Libia truppe italiane sbarcano in Libia e si posizionano con carri ariete e cacciacarri a difesa delle coste e dei possibili punti di sbarco di marines e legionari francesi, la squadra navale della Cavour pure pattuglia i mari di fronte al canale di Sicilia;
lo stato italiano è costretto a schierare una forza di dissuasione di fronte ai soliti paesi plutocratici giudaici sionisti al servizio di potentati e della trilaterale, le piste siciliane e della sardegna vengono rinforzate di due squadroni di tiphoon e tornado entrambe.
paracadutisti della Folgore e del Tuscania, i marò della San Marco, bersaglieri, granatieri stanno per essere posizionati nei punti cruciali, da Biserta a Tobruk, da Tripoli a Sirte, da Bengasi a Bardia; postazioni di artiglieria pesante da 88 da 105 da 128 da 155mm e nelle alture a distanze tra 10 e 40km dal mare in tutta la fascia costiera ed alcuni punti strategici in alcuni dei confini più a rischio.
Appunto i confini con Egitto e Tunisia rinforzati da alpini carabinieri e finanzieri, mentre ai confini con Niger e tunisia si è dovuto posizionare alcune divisioni motorizzate di pronto intervento con prerogativa di intervento in tutta la fascia di confine. si attende un attacco nei centri di comando, ma a fronte di eventuali attacchi aerei sono state rinforzate anche tutte le batterie di patriot e di batterie contraeree.
piani di attacco di ritorsione in caso di eventuali aggressioni pianificati anche direttamente verso Francia e Corsica, i confini piemontesi e della Valle d’Aosta rinforzati con batterie da montagna.
nei porti di Taranto, Brindisi, Trieste, Messina, Palermo, Cagliari, La Spezia, Civitavecchia, Livorno, ancona, Genova e Napoli sono tutti in movimento altre 4 squadre navali (praticamente tutta la marina militare italiana) stanno preparando ed organizzando possibili azioni di pornto intervento e pattugliamento, Malta è sotto sorveglianza ed è uno dei possibili obiettivi in caso di attacco di ritorsione da parte italiana
in caso di sconsiderate aggressioni è pronto un piano di coscrizione obbligatoria e nel frattempo ogni caserma italiana è in stato di preallarme.
Gli alleati (romania, albania, spagna, svezia, finlandia e algeria) hanno garantito supporto tattico e rifornimenti……
…… si attende che il fuhrer francese sconsideratamente faccia la prima mossa, il papa lancia strali contro gli infedeli e promette aiuti finanziari a francesi e inglesi, il presidente della repubblica e il primo ministro italiani sono stati scomunicati, ogni parrocchia è sotto controllo dei servizi di controspionaggio, caritas e onlus cattoliche chiusi per decreto come ritorsione dal ministro degli interni.
siamo ormai in stato di guerra, alle 20 scatta il coprifuoco e carburanti e generi di prima necessità razionati.
la pace è appesa ad un filo, il presidentissimo Gheddafi tende una mano a Obama ed i satelliti dei francesi cercando una soluzione diplomatica, promettendo un accordo con la Total e opzioni sui nuovi giacimenti di gas e metano scoperti al confine con il Sudan e il Ciad; addirittura promette di ridisegnare i confini con Ciad, Niger e Tunisia. sembra di essere tornati al 1938-1939 quando la Germania bramava per Danzica, Alta Slesia, Boemia e Moravia.
la tensione è al limite del punto di non ritorno e ormai ai attende l’inevitabile…
…in tutti i capoluoghi di regione si sono dovuti approntare centri di arruolamento per accogliere le migliaia di volontari che a frotte si presentano in ogni caserma italiana chiedendo di potersi arruolare e di poter farnire il proprio contributo.
dopo 70 anni di italiani mammoni è successo l’impensabile e finalmente ogni divisione interna è di colpo scomparsa, il popolo italiano è diventato un corpo unico, e (purtroppo) finalmente abbiamo raggiunto “l’unità d’Italia” la vera unità di pensiero e di intenti, siamo finalmente diventati un popolo (non lo eravamo mai stati).
Grazie, Carlo, per il suo divertissement. Ma stia sicuro che sono solo fantasticherie…