Dopo la vicenda dei marò e il “caso Morales” proseguono le gaffe diplomatiche italiane con l’assurdo rimpatrio di Alma Shalabayeva e della sua bimba
Non bastavano le figuracce diplomatiche italiane conseguenti ai casi dei marò in India e del presunto divieto di sorvolo sui nostri cieli dell’aereo su cui viaggiava il presidente boliviano Evo Morales (per non parlare di quella, apparentemente interna, degli insulti rivolti dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli al ministro Cécile Kyenge)… È attribuita a Honoré de Balzac la frase secondo la quale la burocrazia è una macchina gigantesca azionata da pigmei, ma il “caso Shalabayeva”, esploso in questi giorni in Italia, appare comunque qualcosa più di un semplice problema burocratico.
Nella notte fra il 28 e il 29 maggio scorsi, Alma Shalabayeva, moglie di Mukhtar Ablyazov (ex pupillo del dittatore kazako Nursultan Nazarbayev e ora suo oppositore), è stata prelevata insieme alla figlioletta Alua in una villa di Casal Palocco, alle porte di Roma, e rispedita in Kazakistan con un volo privato noleggiato in Austria. L’arresto è avvenuto grazie a uno spiegamento di forze impressionante (50 tutori della legge in assetto di guerra); infatti sembra che, in realtà, i poliziotti italiani stessero cercando Ablyazov (che invece vive a Londra, dove ha ottenuto l’asilo politico), su cui pende un mandato di arresto da parte della magistratura kazaka.
Per conto di chi è stato organizzato questo blitz? Perché, in assenza del marito, hanno impacchettato la moglie e la figlia e le hanno rimpatriate in Kazakistan alla mercé di Nazarbayev? Il pretesto dell’immigrazione clandestina (caduto miseramente quasi subito) è una scusa ridicola, se non fosse drammatica. Si pensi alle migliaia di immigrati senza documenti regolari che da anni bivaccano in Italia, facendo squallidi lavoretti o chiedendo la carità, i peggiori dedicandosi a qualche furto: ebbene, nessuno di loro ha goduto del trattamento speciale riservato a una signora, ragionevolmente spaventata da tanto spiegamento di forze e preoccupata per sé e per la figlia. Si sa, del resto, come certi dissidenti vengano messi a tacere nei regimi dell’Est….
Abbiamo il sospetto che qualcuno in Italia abbia voluto rendere un favore al dittatore kazako, con cui le aziende nostrane (Eni e Fininvest in testa) condividono grossi interessi economici: infatti, come dicevano i latini, «pecunia non olet». Il nostro governo ha dimostrato di non possedere senso dello Stato e ha trattato una faccenda politica scottante come se si trattasse di un affare privato, salvo poi revocare le espulsioni di Alma e Alua, ammettendo pubblicamente di aver sbagliato. In un altro Paese i ministri coinvolti nello scandalo (Angelino Alfano ed Emma Bonino) si sarebbero dimessi, ma in Italia si sono ben guardati dal farlo, protetti da un parlamento tremebondo, tranne qualche eccezione. Il Movimento 5 stelle e Sel hanno presentato una mozione alla Camera chiedendo le dimissioni del ministro dell’Interno, ma è assai improbabile che la maggioranza dei deputati la sostenga.
L’immagine: una foto che ritrae Mukhtar Ablyazov in compagnia della moglie Alma e della figlia Alua (fonte: www.formiche.net); la cartina geografica del Kazakistan (fonte: www.cittacapitali.it).
Dario Lodi
(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)
Caso Ablyazov-Shalabayeva. Al di là dei risvolti diplomatici e giuridici, non si è tenuta in considerazione una bimba. Si sono usate decine di poliziotti, si è picchiato, si è insultato “puttana russa”… non basta questo? Quante volte avvengono violenze nei confronti di immigrati e richiedenti asilo, ma nessuno lo viene a sapere? Magistratura, polizia, burocrazia, poteri vari, ciechi e sordi… ma hanno un po’ di sensibilità? No.
Ottimo commento. Mai l’Italia è stata tanto alla deriva.
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LucidaMente è una delle poche riviste che ha il coraggio di pubblicare certi articoli. Complimenti.
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Ancora: quali conseguenze traumatiche avrà subito la piccola Alua? Pensate una bimba di 6 anni (ripeto: sei anni!), in un paese straniero, che si vede arrivare in casa 50 uomini armati e mascherati, sente insulti e tensione, la madre portata in un Centro di espulsione, e insieme rinchiuse in un aereo e riportate in Kazakistan. Qui non si tratta di violazione dei diritti dell’uomo: questa è violazione dei diritti dell’infanzia! Anzi, violenza su minore. Viva l’Italia!
E’ una vergogna! Qui c’è dietro B. Una roba fra amici, con di mezzo una bambina! Alfano dovrebe sparire, è una persona ignorante e odiosa. L’articolo è molto bello. Grazie.