L’ultimo libro scritto da Margherita Hack uscirà nel prossimo settembre: una riflessione scientifica e filosofica intorno ai minimi sistemi della vita. Il ricordo della grande scienziata
In lutto il mondo della scienza, della cultura e dell’intelligenza. È scomparsa ieri mattina nell’ospedale Cattinara di Trieste la scienziata Margherita Hack, una delle figure più prestigiose e limpide del panorama scientifico e culturale italiano e internazionale, da sempre attiva sul piano professionale, in prima linea per i diritti delle donne e per la laicità dello stato. Astrofisica, divulgatrice scientifica, attivista e ricercatrice, era nata a Firenze il 12 giugno 1922. Di padre protestante e di madre cattolica (entrambi i genitori aderenti alla Società teosofica italiana), dopo aver compiuto gli studi presso il Liceo classico Galileo di Firenze, si laureò in Fisica nel 1945 con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi (un membro di una particolare classe di stelle variabili, notevole per una correlazione molto stretta tra il loro periodo di variabilità e la luminosità stellare assoluta).
Fu professoressa ordinaria di Astronomia all’Università di Trieste dal 1964 al 1992, anno in cui fu collocata fuori ruolo per anzianità. È stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio astronomico di Firenze (dal 1964 al 1987). Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, la Hack è stata, anche, direttrice del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. Membro dell’Accademia nazionale dei Lincei, lavorò presso numerosi osservatori europei e americani ed è stata, per lungo tempo, membro della Nasa e dell’Esa. Ha pubblicato molti lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri di divulgazione scientifica e universitari. Vincitrice di numerosi premi per la ricerca e per la divulgazione tra cui, nel 1995, il Premio internazionale Cortina Ulisse. Nel 1978 fondò la rivista bimestrale L’Astronomia e insieme a Corrado Lamberti diresse Le stelle, rivista di divulgazione scientifica.
Umberto Veronesi la definì «l’icona del pensiero libero e dell’anticonformismo». Avversa a ogni forma di superstizione, comprese le pseudoscienze, è stata garante scientifico del Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap) e dal 2002 presidente onorario dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar). Impegnata politicamente nel 2005 e nel 2006 con il Partito dei comunisti italiani, fu candidata in molteplici circoscrizioni della Camera, ma, eletta, rinunciò al seggio ottenuto per dedicarsi alla ricerca scientifica. Ancora impegni politici nel 2009, 2010 e 2011, anno in cui prese la tessera del partito politico di Democrazia atea, con la quale si candidò alle elezioni politiche del 2013 come capolista alla Camera nella circoscrizione Veneto. Ad aprile 2013 entrò a far parte del comitato Emma Bonino presidente. Sul tema della questione energetica parlò «della paura irrazionale, e anche scientifica, per l’energia nucleare», la quale «inquinerebbe comunque molto meno dell’energia a petrolio, a metano e a carbone a cui dovremmo, comunque, ricorrere».
Si ricorda la sua attività a favore dei diritti civili e del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, sostenendo che «da parte di altri Paesi è certamente un segno di civiltà. Noi, invece, siamo un Paese arretrato, che non sa cos’è il rispetto delle libertà». La Hack riteneva l’eutanasia un diritto, un modo per sollevare dalla pena un uomo che soffre. Nel 2011 sottoscrisse il proprio testamento biologico. L’ultimo libro, che uscirà nel settembre prossimo, è stato scritto insieme a Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze planetarie di Prato. Il suo titolo è Siamo fatti di stelle. Dialogo sui minimi sistemi (Einaudi, pp. 150). In quest’ultimo lavoro la scienziata affronta argomenti non solo scientifici ma anche filosofici e spirituali. Seduti su una panchina del porto vecchio di Trieste, Margherita e Morelli si trovano al centro di un dialogo appassionato e sincero sulle piccole e grandi questioni della vita. Da Galileo alle credenze popolari, dalla politica ai giovani contemporanei, dalla scoperta delle stelle ai giochi che faceva da bambina, dall’incontro con Aldo De Rosa, suo marito, fino ai primi anni di università. Con una lingua vivace, costellata di toscanismi, il libro è una passeggiata attraverso i pensieri, le riflessioni e le speranze di una delle scienziate più importanti del nostro tempo. Semplicemente grazie, professoressa Hack.
Le immagini: in apertura, foto inedita di Margherita Hack; osservatorio astronomico, stelle.
Marco Cappadonia Mastrolorenzi
(LucidaMente, anno VIII, n. 90, giugno 2013)