Il documentario di Ketty Riga e Giovanni Chironi sarà proiettato nelle due città, nell’ambito della IV edizione della Rassegna Arci-Ucca “Italia del reale” e del dibattito sull’eutanasia
Un documentario che, grazie alla testimonianza diretta e alle parole di chi la conosceva, racconta sia la personalità della lecchese Eluana Englaro, caratterizzata dalla gioia e dall’amore per la libertà e la vita, sia la sua emblematica vicenda dopo l’incidente stradale subito a 21 anni, il 18 gennaio 1992, che l’aveva posta in uno stato vegetativo permanente. Stiamo parlando di 7 giorni, opera pensata, scritta e prodotta nel giro di un anno di appassionato lavoro da parte di Ketty Riga (giornalista che per conto di Sky Tg24 ebbe occasione di seguire la vicenda) e del regista Giovanni Chironi.
Il toccante filmato alterna ricostruzione e immagini a interviste agli altri protagonisti, loro malgrado, della storia di Eluana: dal primario di rianimazione dell’ospedale di Lecco Riccardo Massei, che fu il primo medico a prestare assistenza alla giovane, ad Amato De Monte, il medico anestesista di Udine che il 9 febbraio 2009 ha “accompagnato” la morte naturale della donna. Si passa dall’emozione, commozione, senso di dignità di chi ha lottato con pudore e rispetto per salvaguardare i diritti del paziente anche nel fine vita e per ripristinare la normale e naturale evoluzione vita-morte alle violente accuse rivolte al padre di Eluana, Beppino, per la sua decisione di rispettare la volontà della figlia sospendendone gradualmente l’alimentazione. Sconvolgenti le aggressive manifestazioni con fiaccolate e bottigliette d’acqua tenute dai difensori della vita vegetativa a oltranza e le illiberali manovre poste in atto dal Governo Berlusconi al fine di bloccare una sentenza già scritta dalla Corte d’Appello di Milano.
In aprile l’opera potrà essere vista da tutti in più occasioni presso varie città italiane, nell’ambito della IV Rassegna Arci-Ucca Italia del reale (vedi http://www.ucca.it/content/italia-che-non-si-vede-iv-edizione). In particolare, arricchita da dibattiti sul tema eutanasia e libertà di cure, a Modena lunedì 8 aprile, alle ore 21, presso il Teatro dei Segni, in via San Giovanni Bosco 150 (zona musicisti). A seguire interverranno Léon Bertrand di LiberaUscita ed Enrico Matacena dell’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti). Giovedì 11 aprile, sempre alle ore 21, presso la sede Arci in via Verdi 34, sarà la volta di Torino.
In questa seconda occasione verranno raccolte le firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sul testamento biologico e sull’eutanasia volontaria (scaricabile dal sito www.eutanasialegale.it), promossa dall’Associazione Luca Coscioni e sostenuta dalla Consulta torinese per la laicità delle istituzioni, da Exit Italia, dall’Uaar e dall’Associazione Adelaide Aglietta (vedi Per un’eutanasia legale). Al termine della proiezione, i rappresentanti delle associazioni che sostengono l’iniziativa discuteranno con il pubblico.
Ricordiamo che sulle tematiche del fine vita LucidaMente è intervenuta più volte. Ad esempio, con: Per un’eutanasia legale Per una legge pro eutanasiaQuando Martini difese Welby «…e alla fine / ce l’hai fatta, / l’hai liberata, / e quel purosangue d’una puledra / ha saltato gli steccati / e via!» Il testamento biologico? Intanto, fallo on line! “Testamento biologico. Istruzioni per l’uso. Il punto della situazione in Italia e a Bologna” Un 2011 in LiberaUscita “Sospesi tra terra e cielo” Sul testamento biologico un’operazione antidemocratica Corpo, potere, idea, testamento biologico Alla fine, “L’ultimo gesto d’amore” Temi di fine vita: un nuovo metodo Da Luca Coscioni a Eluana Englaro Il dominio del potere su anime e corpi Prepotenza “cattolicista” e carte di autodeterminazione Andarsene con dignità
Da Luca Coscioni a Eluana Englaro
Inoltre, a cura della nostra rivista e dell’associazione LiberaUscita, nel 2007 è stato dato alle stampe Non sono un assassino. Il caso “Welby-Riccio” francese (Prefazionedi Mario Riccio, Introduzione di Giancarlo Fornari, inEdition editrice/Collane di LucidaMente, pp. 176, € 15,00) di Frédéric Chaussoy, traduzione di Je ne suis pas un assassin, edito in Francia da Oh! Editions. Per saperne di più: La vicenda di un giovane, della madre e di un medico; “In Francia affetto e simpatia, in Italia…”; “Non sono un assassino”: quando prevale l’umanità; “Occorre rispettare il volere dei malati”; Il caso Humbert e l’anomalia italiana; Video della presentazione in prima nazionale di “Non sono un assassino” di Frédéric Chaussoy.
(n.m.)
(LucidaMente, anno VIII, n. 88, aprile 2013)