Il sindaco ha deciso: niente “election day” col referendum sull’opportunità di finanziare le scuole private coi soldi pubblici. L’intervento di Francesca De Benedetti, portavoce del Nuovo Comitato Art. 33
Lo avevano chiesto tantissimi cittadini, personalità del calibro di Urbinati, Hack, Landini e tanti altri. Lo avevano dichiarato possibile e anzi opportuno giuristi autorevoli. Altre città, come Milano, lo hanno anche fatto recentemente. Ma l’accorpamento con le elezioni politiche del referendum consultivo cittadino a Bologna non s’ha da fare. Lo ha dichiarato ufficialmente oggi il sindaco Virginio Merola, non mancando di attaccare il Comitato referendario, e quindi i 13mila firmatari e tanti altri cittadini consapevoli, con l’accusa di “spacciare falsità”, di “spudoratezza” e “ossessioni ideologiche”.
Prendiamo atto che il sindaco, colui a cui spetta l’indizione del referendum e la scelta della data, non intende in alcun modo accorpare e garantire così in un sol colpo una consultazione partecipata e il risparmio delle risorse collettive. Se ne assume la responsabilità di fronte ai cittadini i cui diritti di partecipazione dovrebbe tutelare e promuovere. Anche il Consiglio comunale, su cui il primo cittadino scaricava la responsabilità di una mancata modifica statutaria, si è espresso votando a maggioranza contro l’adeguamento dello Statuto con le norme gerarchicamente superiori. Favorevoli solo 8 consiglieri su 32. Ogni alibi sulla volontà politica di Palazzo d’Accursio perciò cade.
Ma il primo cittadino insiste a parole sulla propria intenzione di garantire la massima partecipazione. Ha scelto la data del 26 maggio. Intendeva quantomeno che la consultazione, non accorpata, si svolgerà in più giornate come avviene nelle altre consultazioni elettorali? Non riusciremmo a spiegarci una scelta differente, visto che gli stessi precedenti analoghi (referendum consultivo cittadino bolognese non accorpato, ad esempio quello sulle farmacie comunali) si sono svolti in tre giornate. Sarà altrettanto per questo referendum su un tema così importante, o il sindaco “della partecipazione” risponderà picche anche su questo? Vedremo ancora una volta alla prova dei fatti quanto la partecipazione gli stia realmente a cuore.
Francesca De Benedetti – portavoce del Nuovo Comitato Art. 33
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(LucidaMente, anno VIII, n. 85, gennaio 2013)