Cattolicesimo e Veline. In poche parole, Betlemme e Sodoma. Come possono convivere nella stessa persona, come possono non esplodere nella loro evidente incoerenza, nel loro essere l’opposta l’una dell’altra? Convivendo oltretutto in una stessa persona, Silvio Berlusconi, che con quei valori del Family Day si è portato a casa un numero non indifferente di voti. Convivendo in quello che viene considerato un “rappresentante” da buona parte di questa Italia, quella parte oltretutto che magari guarda schifata Mediaset e chiude gli occhi di fronte all’evidenza del fatto secondo cui il suo “rappresentante” è proprio colui che paga (e che guadagna) per mettere alla berlina in diretta nazionale quegli stessi valori che poi sbandiera in piazza davanti a un nugolo di applausi automatici.
Gesù Cristo e tette rifatte. Pari opportunità e maschilismo sublimato. La fiera degli opposti, la dimostrazione che la logica discorsiva non ha nulla a che vedere con il panorama politico italiano. È per questo che si deve smettere di parlare del Berlusconi politico per impostare la questione su quello mediatico. Il quale sostiene la propria figura di governante, ben prima che sui voti, attraverso gli ascolti delle proprie televisioni. Ѐ per questo che non il Parlamento, ma l’Auditel è il luogo privilegiato per i comizi del nostro presidente del Consiglio. Ѐ solo lì che potremo far emergere eminentemente la contraddizione politica, attraverso una critica serrata del Berlusconi mediatico: quello che nel 2001 manda a casa di tutti gli italiani un libretto che testimonia la straordinarietà del suo ruolo di padre di famiglia e che nel 2010 manda in onda (perché, checché se ne dica, la decisione ultima sulle trasmissioni da mandare in onda ce l’ha lui) La Pupa e il Secchione, inimitabile compendio di violenza protomaschilista, denigrazione dell’importanza di qualsiasi cultura, pestaggio programmato di qualsivoglia valore anche solo lontanamente riconducibile a un pensiero cattolico.
Mastoplastica a molte ventenni in diretta tv e legge in parlamento contro la chirurgia generalizzata. Errata corrige: tutte le ventenni con il seno rifatto in diretta tv! A La Pupa e il Secchione il requisito fondamentale è proprio quello: essere fatta di plastica, somigliare molto più a un manichino che non a se stesse. Il secondo requisito è sparare più stronzate possibile, dicendo che l’immagine di Leonardo Da Vinci è in realtà quella di mago Merlino (nell’ilarità generale). Il terzo requisito è quello di avere al massimo la licenza di terza media, in barba a tutte le brave ragazze italiane che si fanno il mazzo per venirsene fuori a gomitate con una laurea in Giurisprudenza o Filosofia o Medicina (tutte inutili, secondo il paradigma televisivo berlusconiano – anche se la prima citata gli serve e non poco a livello politico) e che di certo non corrispondono al modello che da questi programmi emerge.
Questo è il complotto della stupidità, anzi dell’istupidimento. E per combatterlo dobbiamo prima di tutto individuare i complottisti. Ed essi non rispondono in prima istanza alla figura del Berlusconi politico, ma a quella del Berlusconi mediatico, quello che manda in onda il Grande Fratello, La Pupa e il Secchione e le selezioni di Veline, per dirne una minima parte. Che nomina Mara Carfagna ministro delle Pari opportunità, aspettando pazientemente il suo prossimo calendario. E che infine veste i panni della vittima quando sua moglie chiede il divorzio, dopo l’ennesima mancanza imperdonabile da ruolo di marito, ben diversamente da come si dipingeva nel famoso e sopra citato libretto propagandistico.
Ma forse, ci diranno la prossima volta, tutto ciò non è dovuto a un complotto per rendere più idioti gli italiani (cosicché continuino a “non-pensare” quando vanno alle urne), ma al fatto che al nostro presidente del Consiglio (il Berlusconi politico) piace stravaccarsi davanti alla tv, in panciolle, e guardare i frutti del faticoso lavoro da patron di Mediaset (il Berlusconi mediatico). E magari (quando non invita direttamente ad Arcore Ruby Rubacuori e le altre) ama divertirsi/distrarsi (il Berlusconi marpione) semplicemente guardando tutte quelle ventenni rifatte da testa a piedi che si mostrano ridicole di fronte al nostro povero Paese ridente. E basta dirlo, per mostrare che il nostro eroe ha qualche personalità di troppo, e che persino il bipolarismo gli calza stretto. Ma, a quanto pare, alle Pupe e ai Secchioni va bene così.
L’immagine: particolare di Susanna e i vecchioni (1610, olio su tela, Schloss Weissenstein, Pommersfelden) di Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1653).
Riccardo Dal Ferro
(LM MAGAZINE n. 14, 15 gennaio 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 61, gennaio 2011)