Per le coppie di fatto e contro l’omofobia: intervista a tutto campo a Paolo Zanca (Psi), artefice dei “Dico all’emiliana”
Nella tarda serata di lunedì 21 dicembre 2009 è stato approvato l’articolo 48 della legge finanziaria regionale che prevede la parità di accesso ai servizi pubblici e privati senza discriminazione, diretta o indiretta, di razza, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. È un traguardo storico per l’Emilia-Romagna, che di fatto è la prima regione in Italia a riconoscere diritti e doveri ai conviventi nelle materie di competenza regionale.
Paolo Zanca, vicepresidente dell’Assemblea legislativa e segretario regionale del Partito socialista italiano, è stato il principale artefice di questa conquista che ha visto impegnati i socialisti emiliano-romagnolo fin dal 2005 nel proporre progetti di legge volti ad eliminare le discriminazioni e a garantire il riconoscimento di diritti a oltre 400 mila cittadini della regione.
La nostra rivista, da sempre impegnata sul fronte dei diritti civili, ha pertanto ritenuto interessante intervistarlo.
Dottor Zanca, lei è stato definito il padre dei Dico all’emiliana: si riconosce in questa definizione?
«Il mio impegno sarebbe stato vano se in questo percorso non fossi stato coadiuvato dai tanti compagni e compagne socialisti, dagli amici delle associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender o transessuali, ndr) e da tutti i laici che in questi cinque lunghi anni, nonostante le innumerevoli difficoltà, mai hanno gettato la spugna. È con loro che voglio condividere la paternità di questo provvedimento».
Con questa norma che cosa cambia nella vita delle persone che convivono?
«Il testo estende a tutti i cittadini che convivono sotto lo stesso tetto, senza discriminazione alcuna, i benefici derivanti dalla legislazione regionale. Tenendo presente che oggi i 4/5 dei servizi di cui godono i cittadini sono forniti dalle regioni, è facile comprendere come gli ambiti interessati dal provvedimento siano i più svariati: dalla casa, all’assistenza reciproca, dall’assegnazione di un prestito al convivente, alle graduatorie per il nido e a qualsivoglia servizio pubblico o privato di competenza regionale».
Da alcuni esponenti dell’opposizione e delle gerarchie ecclesiastiche è stata definita una norma contro la famiglia tradizionale. In che modo questa norma va ad intaccare la famiglia?
«Assolutamente in nessun modo. Anzi, in questa finanziaria ci siamo preoccupati, assieme al presidente della regione Vasco Errani, di rimodulare il welfare regionale in modo da sostenere le famiglie più numerose che maggiormente avvertono il peso della crisi».
A proposito di Errani, che ruolo ha avuto il presidente dell’Emilia-Romagna nell’approvazione di questa norma?
«Da parte mia va un riconoscimento particolare a Errani, con il quale ci siamo confrontati e abbiamo condiviso ogni tappa di questo percorso. Il suo è stato un ruolo fondamentale svolto con il coraggio di quel pragmatismo riformista che da sempre ha caratterizzato l’amministrazione della nostra regione».
Lei è stato l’unico esponente politico che di fronte alle barricate innalzate dalla Chiesa e in particolare dal cardinale Carlo Caffarra ha proferito un semplice “no comment”. Perché?
«Perché abbiamo continuato a perseguire la strada pragmatica del fare rifuggendo l’idea di aprire una guerra religione. Quella l’abbiamo lasciata fare ad altri. Il nostro obiettivo era raggiungere una vittoria socialista, una conquista di tutti».
Come mai la stampa dà così poco spazio ad un partito dalla storia antica e nobilissima come il Psi, rimasto, assieme ai radicali, unico baluardo a difesa della laicità e dei diritti civili?
«Perché ancora oggi, nonostante il notevole ridimensionamento rispetto agli anni d’oro del Psi, i socialisti si occupano della politica del fare e non del gossip. Oggi, purtroppo, l’informazione in Italia è elaborata a immagine e somiglianza del Grande Fratello».
Quali sono i prossimi appuntamenti che vedranno impegnati i socialisti in Emilia-Romagna? Come si presenteranno i socialisti alle prossime elezioni regionali?
«In questo mese saremo impegnati nel ricordare, in tutta la regione, tre figure importanti della storia del socialismo italiano. Vale a dire quelle del primo deputato socialista, l’imolese Andrea Costa, del faentino Pietro Nenni e di Bettino Craxi. Il loro messaggio politico è oggi più che mai attuale. La necessità di riforme strutturali nel nostro Paese è ormai imperante. Alle elezioni regionali sosterremo Errani come candidato alla guida della nostra regione e stiamo cercando con i compagni e le compagne con cui abbiamo condiviso l’esperienza delle ultime elezioni europee e con l’area laica e radicale del centrosinistra di dar vita a un’aggregazione che sappia restituire ai cittadini la fiducia nel futuro, mettendo al centro della propria azione politica il lavoro, la formazione, la ricerca e i temi di libertà. Insomma un’aggregazione che dia voce ai meriti e provi a rispondere ai bisogni».
Francesca Gavio
(Lucidamente, anno V, n. 50, febbraio 2010)