Il Cavaliere si è riproposto come leader della coalizione di centrodestra per le prossime elezioni, rischiando di apportare ulteriori danni all’Italia
Le recenti dichiarazioni di Silvio Berlusconi («Torno io, Alfano non è credibile») sono allarmanti. Il Cavaliere non si è reso conto dei danni che i suoi governi hanno prodotto per incompetenza, incapacità e indifferenza. La politica con lui non è molto cambiata, nella sostanza, anche se è mutata nella forma, diventando visibilmente grossolana e volgare. Le offese ai cittadini comuni sono oggi all’ordine del giorno e vengono, anzi, impugnate come diritti. Berlusconi, tuttavia, ha, in un certo senso e paradossalmente, fatto del bene: ha consentito la messa in luce della realtà di una casta privilegiata e indifferente nei confronti del resto del Paese.
Questi boiardi da strapazzo hanno fatto precipitare l’Italia nel ridicolo. La loro ignoranza e la loro malafede hanno consentito l’affermazione di personaggi quali Nicole Minetti (una vergogna la sua “discesa” in politica, imposta da Berlusconi, ma, se possibile, una vergogna ancora più grave è la pretesa della sua autorimozione: non era un fenomeno?), Emilio Fede, Lele Mora, Ruby “Rubacuori” e via dicendo. Pochissimi parlamentari si sono degnati di tentare una politica seria (economica e sociale) in questo ultimo ventennio, opponendosi alla finanza selvaggia. La Sinistra, va detto, s’è perlopiù accodata all’andazzo, al tran tran di basso cabotaggio, appisolandosi sistematicamente.
La politica italiana ha dato pessima prova di sé grazie soprattutto al clima di approssimazione civile e culturale instaurato dalla mentalità berlusconiana, consistente in soluzioni prêt-à-portere in leggi ad personam, quindi non proprio adatte a tutti. «Chi se ne frega degli altri» dicono, coscientemente o inconsciamente, i politicanti caduti dalla pianta, sia a Destra, sia a Sinistra, sia al Centro. Grillo è un casinista, ma almeno ha fantasia e un minimo di dignità, mostra rispetto per la gente, ne ha considerazione. Berlusconi, invece, è un “padre-padrone”, bonario e godereccio, che fa del paternalismo penalizzante, anche in senso non metaforico, purché si porti una gonna e si abbia un’età decente… per il kamasutra! Cosa c’entri tutto ciò con i problemi del Belpaese è un mistero che neanche Nostradamus sarebbe in grado di svelare. Ridare in mano l’Italia a un ingenuo del genere – perché, in fatto di politica vera, Berlusconi appare proprio così, un ingenuo – non è, per caso, autolesionismo? Saremo cresciuti al punto di farci, almeno, questa domanda?
Dario Lodi
(LM EXTRA n. 29, 20 luglio 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 79, luglio 2012)
Condivido e apprezzo l’articolo, però, sig Dario Lodi, quel suo “rischiando” che s’interpreta come periodo ipotetico del terzo tipo poteva evitarlo perché il sig Berliusconi è certamente una calamità politica… purtroppo in ciò non da solo!
kiriosomega