La tecnologia ci ha portati negli anni a un cambiamento a dir poco sconcertante: dall’analogia musicale siamo passati negli anni ad alcune soluzioni veramente incredibili, tali da poter tenere nel taschino un numero smisurato di brani musicali all’interno di un piccolo contenitore digitale. Nonostante ciò, troviamo ancora musicisti che riescono ad esprimersi senza particolari accorgimenti tecnici, in virtù soltanto delle proprie qualità artistiche, come ad esempio i Lazy Step.
Incisioni… in the kitchen – I Lazy Step (Flavio Cipriano all’armonica e alla voce e Fabrizio Bezzini alla chitarra acustica e resophonic e all’ukulele) vivono da qualche anno a Bologna, studiando Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo presso l’università felsinea (il loro primo incontro è avvenuto proprio tra i banchi universitari del Dams). Dopo aver scoperto la loro passione comune per un genere musicale che può essere espresso semplicemente, i due musicisti hanno cominciato a frequentarsi e a suonare insieme, portando la loro passione in giro per l’Europa e talvolta, con sporadiche apparizioni, anche negli Usa. I brani più ascoltati del loro primo album, Blues In The Kitchen (Associazione Immagine, 2008), sono: I Got Mine, Crazy About You, I Can’t Be Satisfied, Oh Glory e Walter’s Boogie. Forse per stare fuori dagli schemi o forse solo per limitare i costi di produzione, i Lazy Step hanno deciso di registrare l’album nella cucina del loro appartamento in affitto. È nato così Blues In The Kitchen: rigorosamente acustico, rappresenta la realtà di vita quotidiana di Fabrizio e Flavio, una specie di raccolta di episodi di “vita da strada”.
Il blues in piazza – Dalla scuola di maestri come Sonny Terry, Walter Horton, Sonny Boy Williamson I e II (per l’armonica) e dagli insegnamenti di vere icone del blues come Blind Boy Fuller, Reverendo Gary Davis, Blind Blake (per le chitarre acustiche), le anime dei nostri amici si uniscono per serate live in piccoli locali e alcune apparizioni azzardate sulle piazze cittadine, rischiando persino il sequestro degli strumenti (purtroppo questo stava per accadere proprio nella piazza più grande di Bologna). In una recente intervista Bezzini ha spiegato le ragioni che hanno spinto lui e Cipriani a occuparsi di blues, dichiarando a tal proposito che: «Non si sa nemmeno noi come mai si suona blues, ha iniziato a piacerci tutto a un tratto… è un morbo insomma, proprio… un virus, una malattia. A parte gli scherzi, la nostra storia è iniziata sui banchi dell’università. Avevamo una passione comune per il blues e, in particolare, abbiamo sviluppato il nostro interesse per il blues acustico. Grazie, tra gli altri, allo “zio” Roberto Menabò per le chitarre e Riccardo “Rico” Migliarini per le armoniche, ci siamo… innamorati del genere. Parlando di John Fahey e Doc Watson… il colore della musica che riescono a dare queste persone, la genuinità che riesci a percepire fanno sì che il blues diventi un nostro… stile di vita».
Per chi volesse saperne di più sui Lazy Step e ascoltare anche qualche loro brano, segnaliamo il seguente link: http://www.myspace.com/lazystep.
L’immagine: la copertina di Blues In The Kitchen dei Lazy Step.
Mauro Alberghini
(LM EXTRA n. 18, 15 dicembre 2009, supplemento a LucidaMente, anno IV, n. 48, dicembre 2009)