I sogni del passato. Sulla raccolta Angoli di vita è il titolo della Prefazione di Luca Viglialoro appunto ad Angoli di vita (pp. 82, € 10,00) della poetessa Giovanna Secondulfo, undicesima uscita della collana di poesia Le costellazioni sonore delle nostre edizioni. Vediamo come il direttore della collana analizza la silloge pubblicata.
Queste poesie di Giovanna Secondulfo raggiungono la mia scrivania portandosi dietro una freschezza e un calore inattesi.
Certo, qualora si volessero gettare delle solide basi per un’analisi seria di questo corpus, non si dovrebbe mancare di rilevare come i versi della Secondulfo contengano alcune fratture nella descrizione dell’occasione poetica. Da semplice pretesto, l’atmosfera di fondo dei componimenti diventa un contesto che, invece di agevolare il lavoro immaginativo, alcune volte lo tiranneggia (mi riferisco alle poesie dedicate a luoghi come Isengo o Reviglione). E tuttavia, come ho già detto all’inizio, questa silloge offre al proprio lettore anche un placido lido in cui far approdare i pensieri.
Le impressioni, le affezioni, si arenano in quello che, mi pare, sia il fuoco attorno a cui queste liriche tracciano la propria traiettoria: il sogno. “Custodirò i tuoi sogni / con immensa cura / e sarò deserto / e tomba invisibile / agli occhi della curiosità” (da Libro vuoto).
Nelle composizioni della Secondulfo non c’è movimento, azione, drama; le immagini scorrono lentamente l’una sull’altra, creando, direi, un effetto anestetico. Si rimane spaesati – eppure lucidissimi – nel contemplare questi “angoli di vita”, come fossero fotografie all’interno di un album. La fissità degli oggetti immortalati è il negativo di un’istantanea a fil di penna: “Ora sogno di te / di quando eri bambino ed io non c’ero / dell’aria tiepida di pomeriggi d’estate / di una chitarra / e di quel foglio lasciato a metà / sulla scrivania del tuo cuore / che ora è il mio cuore” (da Fantasie).
Nel recupero del passato la nostra poetessa crede di trovare una purezza, un’idealità sommersa dal tempo. La pace trascorsa, vissuta in un prima sempre più antico e inattingibile, è il paradigma didascalico di un’attuale condizione di deficienza, che, per la nostra autrice, non può che condurre all’inazione: “Recita chiaro / la legenda del quadro / del nostro mondo: / non sopravvive / chi va controcorrente!” (da Inversione di rotta).
Quale sentenza inappellabile, queste parole giungono quasi come uno snodo cruciale della raccolta. Ci sembra di presenziare a un ribaltamento di quel vitalismo iniziale che, dalla mia modesta prospettiva, aveva tutte le fattezze di un mondo redento. Ora, però, con un ulteriore abile rovesciamento la Secondulfo si allontana da qualsiasi apologia dei tempi andati – e, di conseguenza, da qualsiasi pessimismo nei riguardi della contemporaneità – distendendo sul suo poetare onirico un appeal romantico, a cui, in conclusione, spero che il lettore vorrà silenziosamente aderire: “Ne ho visti fili di stelle / risplendere per un attimo / e poi morire / ma il mio sogno è ancora qui” (da San Lorenzo).
(Luca Viglialoro, I sogni del passato. Sulla raccolta Angoli di vita, Prefazione ad Angoli di vita di Giovanna Secondulfo, inEdition editrice/Collane di LucidaMente)
L’immagine: la copertina della silloge di Giovanna Secondulfo.
Jessica Ingrami
(LM Extra n. 13, 15 dicembre 2008, supplemento a LucidaMente, anno III, n. 36, dicembre 2008)